venerdì 29 giugno 2012
mercoledì 27 giugno 2012
Indagini su due ruote
Amici del NoPipe Blog, sono Gambero.
Volevo parlarvi di una cosa che mi succede spessissimo durante i miei allenamenti in bici.
Casa mia è situata su di un circuito di circa tredici chilometri completamente pianeggiante, salvo per due cavalcavia. In questo circuito svolgo gran parte dei miei allenamenti ed è proprio qui che da qualche anno mi capita il FATTACCIO.
Volevo parlarvi di una cosa che mi succede spessissimo durante i miei allenamenti in bici.
Casa mia è situata su di un circuito di circa tredici chilometri completamente pianeggiante, salvo per due cavalcavia. In questo circuito svolgo gran parte dei miei allenamenti ed è proprio qui che da qualche anno mi capita il FATTACCIO.
martedì 26 giugno 2012
mercoledì 20 giugno 2012
lunedì 18 giugno 2012
sabato 16 giugno 2012
Cronache di un pomeriggio di relax
Salve a tutti amici del NoPipe Blog, sono Gambero.
Ho deciso di spezzare, almeno per una volta sola, il nostro classico silenzio del weekend perché volevo rendervi tutti partecipi del mio pomeriggio.
Siccome durante questa settimana ho fatto abbastanza tardi per varie sere e al mattino quasi tutti i giorni, volente o nolente, dovevo svegliarmi presto sono arrivato a oggi (sabato) abbastanza scarico, aggiungiamo pure anche il fatto che mi sono allenato in bici vari giorni della settimana sotto un vento epocale, oggi ho deciso di prendermi un pomeriggio di relax.
Dopo aver sistemato un paio di cosucce in casa mi sono armato di costume e sono sceso in giardino, dove da quest'anno abbiamo piazzato un piccolo angolo "mare" in campagna. Ecco un'immagine che rende l'idea più di mille parole:
Avevo portato con me anche "L'ombra della profezia", il nono libro dell'edizione italiana di Game Of Thrones (ebbene si, in Italia i libri di questa serie vengono divisi, così anziché avere quattro libri ne hai dodici, che ovviamente devi pagare separatamente).
Ho aperto l'ombrellone e, dopo aver aggiustato il lettino che si era clamorosamente autosmontato, mi sono dedicato allo svacco più totale: si stava da Dio, gli unici rumori che si sentivano erano quelli del vento fra gli alberi e di qualche insetto svolazzante.
Dopo circa un'oretta steso così mi sono preso una "pausa" gelato: un bel cono all'amarena. Giusto per rinfrescarmi un po', dopodiché sono ritornato nel mio angolo di pace.
Ci sono rimasto un'altra oretta: credo di avere anche dormito perché è passata veramente in fretta.
Ero talmente rilassato che il libro è rimasto sul tavolino chiuso per tutto il tempo in cui sono stato li: ne avevo per le palle anche di leggere siccome ad occhi chiusi si stava troppo bene.
Una volta rientrato in casa, non essendomi ancora rilassato al 100% come volevo, ho deciso di riempire la vasca da bagno che uso in genere solo in inverno dopo gli allenamenti per riscaldarmi. Mi sono immerso nell'acqua fresca armato di bicchiere di the fresco al limone e ho perso una mezz'oretta anche qui.
Devo ammetterlo ora ho le pile ricaricate in pieno e sono pronto per la serata. Sono talmente rilassato e felice che ho voluto rendervi partecipi della cosa.
Consiglio comunque a tutti di prendersi un pomeriggio del genere una volta ogni tanto perché si sta veramente bene.
Ciao a tutti da Gambero,
buon weekend. :)
Ho deciso di spezzare, almeno per una volta sola, il nostro classico silenzio del weekend perché volevo rendervi tutti partecipi del mio pomeriggio.
Siccome durante questa settimana ho fatto abbastanza tardi per varie sere e al mattino quasi tutti i giorni, volente o nolente, dovevo svegliarmi presto sono arrivato a oggi (sabato) abbastanza scarico, aggiungiamo pure anche il fatto che mi sono allenato in bici vari giorni della settimana sotto un vento epocale, oggi ho deciso di prendermi un pomeriggio di relax.
Dopo aver sistemato un paio di cosucce in casa mi sono armato di costume e sono sceso in giardino, dove da quest'anno abbiamo piazzato un piccolo angolo "mare" in campagna. Ecco un'immagine che rende l'idea più di mille parole:
Avevo portato con me anche "L'ombra della profezia", il nono libro dell'edizione italiana di Game Of Thrones (ebbene si, in Italia i libri di questa serie vengono divisi, così anziché avere quattro libri ne hai dodici, che ovviamente devi pagare separatamente).
Ho aperto l'ombrellone e, dopo aver aggiustato il lettino che si era clamorosamente autosmontato, mi sono dedicato allo svacco più totale: si stava da Dio, gli unici rumori che si sentivano erano quelli del vento fra gli alberi e di qualche insetto svolazzante.
Dopo circa un'oretta steso così mi sono preso una "pausa" gelato: un bel cono all'amarena. Giusto per rinfrescarmi un po', dopodiché sono ritornato nel mio angolo di pace.
Ci sono rimasto un'altra oretta: credo di avere anche dormito perché è passata veramente in fretta.
Ero talmente rilassato che il libro è rimasto sul tavolino chiuso per tutto il tempo in cui sono stato li: ne avevo per le palle anche di leggere siccome ad occhi chiusi si stava troppo bene.
Una volta rientrato in casa, non essendomi ancora rilassato al 100% come volevo, ho deciso di riempire la vasca da bagno che uso in genere solo in inverno dopo gli allenamenti per riscaldarmi. Mi sono immerso nell'acqua fresca armato di bicchiere di the fresco al limone e ho perso una mezz'oretta anche qui.
Devo ammetterlo ora ho le pile ricaricate in pieno e sono pronto per la serata. Sono talmente rilassato e felice che ho voluto rendervi partecipi della cosa.
Consiglio comunque a tutti di prendersi un pomeriggio del genere una volta ogni tanto perché si sta veramente bene.
Ciao a tutti da Gambero,
buon weekend. :)
venerdì 15 giugno 2012
martedì 12 giugno 2012
Quinta parte del racconto "La stella"
Scusate il ritardo ma questa volta abbiamo dato fondo alla nostra fantasia e si è resa necessaria qualche pagina in più. I ringraziamenti vanno come al solito a Sara per il suo lavoro da editor che è davvero insostituibile!
Enjoy!
Enjoy!
PROLOGO
Parte
quinta
“Non
possono credere che siano solo coincidenze.” Padre Cesare stava
osservando pensieroso il giardino dalla piccola feritoia della sua
cella, come faceva ormai
da un paio di notti, prima di farsi prendere dal sonno.
“Evaristo
è convinto che le morti segnate nei necrologi non siano fra loro
collegate… Come può pensare una cosa del genere? I sintomi sono
gli stessi, persino le sentenze di morte sono identiche! Se nemmeno
un medico è in grado di riconoscere il morbo con precisione, come
può pretendere di trovare una cura nella nostra biblioteca, qui dove
tutto è affidato alla grazia divina!”
«Le
tue sono solo supposizioni, nate dal fatto che vuoi renderti utile,
Cesare. La tua passione è encomiabile ma non crucciarti cosi. Anche
se non siete riusciti a trovare qualcosa che possa curare il povero
Alfredo il vostro impegno è stato certamente riconosciuto dal
Signore, e vedrai che il vostro lavoro non sarà vano» Evaristo era
stato chiaro, non avendo trovato qualcosa di simile a una cura, ogni
altra presunta scoperta ricavata da quel mare di scartoffie era, nei
fatti, completamente inutile.
“No,
io credo che qualcosa sia accaduto qui, e stia accadendo di nuovo, le
date parlano chiaro. Circa ogni quindici anni qualcuno si ammala e
alla fine muore dello stesso morbo. Questo si ripresenta nello stesso
modo ogni volta, ma nessuno sembra farci caso. Non possono...” il
corso dei suoi pensieri si interruppe bruscamente. La vide. Di nuovo.
L'ombra
stavolta si muoveva lentamente, e Cesare poté osservarla meglio: era
una figura umana, ora la distingueva molto più chiaramente, e dal
momento in cui se ne rese conto, il tarlo della paura si insinuò in
lui.
“E' quella
dell'altra volta, non c'è dubbio.”
Ne era
certo ad un livello intimo, come se la sensazione di inquietudine che
trasmetteva la rendesse inconfondibile ai suoi sensi.
Questa
volta era emersa dall'area buia che era il piccolo
cimitero dell'eremo.
Cesare
la vide dirigersi con innaturale lentezza verso il porticato tra i
giardini e il cortile interno. Proprio quando stava per uscire dalla
sua visuale, l’ombra si fermò di colpo.
Cesare
non poté trattenere un
fremito. “Dio, fa che non mi abbia visto” pregò.
La
figura non era che un’ombra lontana, ma Cesare poté chiaramente
distinguere quando questa alzò la testa verso di lui.
Luce.
Gli
occhi erano come due piccoli soli che squarciarono il velo di buio
della cella di Cesare. “Signore, vengo a raggiungerti” pensò.
Non riusciva a distogliere lo sguardo, e la luce intorno a lui si
faceva sempre più intensa e calda. Improvvisamente si ricordò di
ciò che stava accadendo nell'eremo, del motivo per cui era stato
trasferito lì.
“No,
Dio, devo ancora fare ammenda per i miei peccati,
non è ancora giunto il mio momento, ti prego lasciami un altro po'
di tempo e potrai fare di me ciò che vorrai, ma prima voglio essere
un tuo strumento ancora una volta e portare il bene in questo mondo.
Dio, Ascoltami!” si ritrovò ad implorare silenziosamente mentre la
luce si faceva insopportabile.
E
Cesare seppe che per lui era la fine.
«NO!»
Si era
svegliato in un mare di
sudore: l'unico rumore che percepiva era il suo stesso rantolo
affannato, causato dallo spavento.
Si
vestì, continuando a tornare con la mente al sogno di quella notte,
non gli capitava da molto tempo di fare incubi.
“Ormai
è tardi, ed esso fa parte della notte” concluse infine. Ma i sogni
sono così, anche i più angosciosi scorrono via come acqua tra le
dita al levarsi del sole, e infatti anche l’ultimo ricordo residuo
di quelle immagini si perse nel vuoto, lasciando libero Cesare di
dedicarsi alla giornata.
Si recò come
sempre in chiesa per le preghiere mattutine; quando queste finirono
Durante gli andò subito incontro.
«Allora
Cesare, sei riuscito ad ottenere il permesso di vedere Alfredo?»
«Non ancora,
il medico ormai è intrattabile. Consente solo ad Evaristo di
entrare. Non è ancora riuscito a capire se il morbo può diffondersi
o meno.»
«Mi
sembrerebbe giusto farti entrare da lui almeno una volta, per
conoscerlo, visto che ti sei impegnato molto nel cercare una
possibile cura. Ne hai parlato con Evaristo?»
«Si,
ma non vuole che rischi di ammalarmi. Soprattutto non accetta le mie
ipotesi sul fatto che questo morbo si ripresenti a intervalli
regolari. Secondo quando riportato nei testi i sintomi sono
chiaramente sempre i medesimi e nessuno è mai stato contagiato,
oltre alla persona in questione.»
Durante
rimase a fissarlo per qualche secondo, i suoi occhi tradivano
un’intensa attività di pensiero. Alla fine il fratello rispose:
«Proverò a parlare io con Evaristo. Visto che siamo arrivati in
quest’eremo praticamente insieme, probabilmente ho più possibilità
di convincerlo a farti entrare.»
«Ti
ringrazio. Non faresti solo un favore a me, ma anche ad Alfredo.»
Durante si
congedò con un sorriso benevolo e si avviò sotto il porticato.
Cesare
si diresse verso la biblioteca, dove era stato definitivamente
assegnato come aiutante di Padre Adriano. Al contrario delle
aspettative di Cesare, il bibliotecario una volta nel suo ambiente
diveniva una persona silenziosa e concentrata, che non aveva nulla a
che fare col carattere focoso ed impulsivo che esibiva al di fuori.
Cesare
trascorse la giornata sistemando
pile di tomi, lasciati in eredità all’eremo da un vecchio nobile
di Nibizzola, deceduto da poco. Quando terminò di catalogare tutto,
nel tardo pomeriggio, Adriano lo congedò, lasciandolo libero di
andare a pregare in chiesa, in attesa della cena.
Mentre
scendeva le scale che davano sul porticato, la sua attenzione venne
attirata da una strana scena. A poca distanza da lui, nella penombra
del tramonto, Evaristo e Durante si fissavano, l’uno da un lato
all’altro del portico, i loro sguardi indecifrabili davano l’idea
che si fosse appena conclusa una conversazione alquanto accesa ma
nessuno dei due pronunciava più una parola. Cesare rimase bloccato
sulle scale, incapace di comprendere se ci fosse tensione o meno fra
i due. Alla fine Evaristo spezzò il silenzio:
«D’accordo»
disse, e si avviò con passo deciso verso la chiesa.
Cesare finì
di scendere gli ultimi gradini e salutò Durante: «Dante, tutto
bene?»
«Cesare,
ho una buona notizia. Sono riuscito a convincere l’abate a farti
visitare Alfredo» gli rispose questo sorridendo.
«Spero che
ciò non ti abbia creato problemi con Evaristo.»
«No, non
preoccuparti. Credo che alla fine anche lui abbia capito che questo
può aiutare ad alimentare la tua fede. Il Signore ti proteggerà,
non temere.»
«Grazie
Dante, ti sono debitore.»
«Tranquillo,
non esistono debiti tra fratelli» lo rassicurò.
«Vedrai
che il mio intervento non sarà vano»
«Non
ho dubbi » concluse
Durante, e si allontanò con un ultimo sorriso.
“E’
il momento” pensò.
Provava
una strana ansia per quello che si accingeva a fare, ma ci aveva
riflettuto a lungo negli ultimi giorni ed ora si scopriva più
determinato che mai.
Tutti i
fratelli erano già riuniti in chiesa per le preghiere serali, quando
si trovò, solo, davanti alla porta della cella di Alfredo, fermato
da una strana sensazione. Quando si accorse che la mano gli stava
tremando, bloccata nel gesto di aprire la porta, si riscosse ed entrò
con decisione.
Alfredo
era steso sul letto, in una posizione che chiunque avrebbe trovato
più che scomoda: gli arti superiori ormai irrigiditi, uno steso
lungo il fianco, l'altro sollevato fin sopra la testa. Le dita delle
mani sembravano rotte da quanto deformi, ma la cosa più sconvolgente
era certamente il viso: la parte sinistra del volto era contratta,
sfigurata da una smorfia, lo zigomo talmente sollevato da schiacciare
l'occhio nella sua stessa orbita.
«Ch-chi è?»
La sua voce era il lamento di un vecchio.
«Buona sera
Alfredo, sono Padre Cesare, un fratello arrivato da pochi giorni.
Volevo fare la tua conoscenza.»
«P-piacere
di conoscerti... F-fratello.»
«Come stai?»
Alfredo
girò appena la testa, per cercare di guardarlo negli occhi, lo
sforzo gli costò un basso gemito che non riuscì a trattenere. Era
evidente che ogni minimo movimento doveva procurargli dei dolori
lancinanti.
«Il
corpo sembra dire il contrario, ne sono consapevole, ma nella mia
anima sono sereno.»
Cesare
si sedette accanto al
letto, per permettere ad Alfredo di guardarlo in viso senza doversi
scostare dai cuscini che lo sorreggevano.
«Mi
hanno raccontato della tua fede incrollabile, che ti spinge a restare
qui al monastero nonostante tutto il dolore che provi.»
«Il
Signore è con me, in
ogni momento. L-lo sento vicino anche ora... È lui che ti ha
portato da me.»
“Si,
evidentemente il Signore mi ha fatto trovare quei necrologi” pensò
Cesare.
«Il medico
cosa ne pensa?»
«I-il
medico continua a dire... C-continua a dire che se resterò qui
morirò» disse.
«Non credi
che possa aver ragione?»
Alfredo
sospirò. «P-potrebbe anche aver ragione... m-ma io reputo questa
malattia una prova di Dio per purificare i miei peccati... una
v-volta conclusa... c-che io sia qui o meno avrà poca importanza...
l-la mia anima sarà pura, e io sarò in p-pace col Signore... e con
me stesso.»
«Alfredo,
tu hai poco più di vent'anni. Come puoi pensare di aver commesso dei
peccati tali da meritarti questo tormento?» lo sguardo di Cesare era
pieno di tenerezza.
“Io
avrei meritato tutto questo, non certo tu.”
Alfredo
ricambiò lo sguardo del confratello, quasi con pietà, e Cesare
intravide un sorriso amaro attraverso la maschera deforme che era
ormai il suo viso.
«A-avevo
circa dieci anni quando i miei genitori morirono... m-mi rimase solo
una cosa, il nulla. L'incendio... l'incendio che aveva distrutto la
nostra casa si portò via loro e tutti i nostri averi...» Fece una
pausa, il respiro affannato, Cesare continuò a fissarlo in silenzio,
poi Alfredo continuò: «D-divenni un randagio, costretto a vivere di
stenti... c-col rischio di morire ogni giorno in qualche vicolo...
A-alla fine iniziai a rubare... i primi anni mi limitavo a sottrarre
qualche frutto o p-pezzo di pane nei mercati... p-poi crescendo la
cupidigia si era impadronita di me.. E-entrai a far parte di un
masnada di f-farabutti... c-con loro avevo almeno vitto e alloggio...
c-credevo di aver trovato una nuova casa, per quanto squallida
fosse... ma avevo trovato il diavolo.»
«Strade
di quel genere purtroppo non portano mai a cose buone.» annuì
Cesare, ma il racconto di Alfredo non era finito, il suo respiro si
faceva sempre più pesante, ma subito riprese a parlare.
«D-derubavamo
case di mercanti e nobili... Dalla nostra avevamo il fatto di essere
giovani e forti... non eravamo certo organizzati ma i-in qualche modo
riuscivamo sempre a scamparla.»
«Nessuno
può andare avanti a lungo conducendo una vita del genere. Come sei
arrivato fino a qui? Dove hai trovato la fede che ti sostiene anche
ora?» lo interruppe Cesare, non era un confessore e si sentì in
dovere di fermare il fratello prima che finisse per condividere con
lui troppi dettagli.
«Q-questo
è uno dei capitoli più bui della mia vita... c-capitò sette
inverni fa... Avevamo adocchiato la casa di una vecchia s-signora...
e-era la moglie di un contabile, deceduto da pochi mesi... e-era
rimasta da sola con tutti gli averi del marito... n-noi scherzavamo
sul fatto c-che nel t-tempo che le restava da vivere non sarebbe mai
riuscita a spendere t-tutto, le avremmo fatto solo un f-favore
privandola di qualche gioiello.»
Cesare
lo osservava. Quello che vedeva era un uomo sostenuto dalla voglia di
redenzione. Iniziava a sentire dentro di se una strana empatia verso
il ragazzo “Dopo quello che ho commesso potrò mai diventare tanto
forte anche io?” si domandava.
Alfredo
proseguì: «C-colpimmo di notte, come al solito... c'era molto più
oro di quello che avessimo mai immaginato... i-io osai più di tutti
gli altri, mi azzardai fin nella s-stanza da letto, senza fare
rumore... e l-lì trovai la signora che dormiva, ignara della mia
presenza. P-preso da una maniacale cupidigia afferrai istintivamente
la collana lasciata sul comò affianco al letto... e-era l'unica cosa
di valore che avevo individuato in quella camera, doveva essere
mia... a-alla fine scappammo, con tutta la refurtiva. Ebbi un moto di
rabbia il giorno dopo, quando mi accorsi che la collana che avevo
preso non era d'oro, ma solamente di metallo brillante... P-preso
dalla furia ritornai di corsa alla villa della signora, con
l'intenzione di frantumargliela contro il muro esterno, perché la
trovasse... Q-quando arrivai li però trovai una folla di persone
ammassata contro il c-cancello... Incuriosito mi a-avvicinai e chiesi
ad uno dei presenti cosa fosse successo, g-gongolando nel conoscere
già la notizia che mi attendeva... Q-quello che ottenni però fu un
colpo al cuore: “Quei tangheri maledetti! Le hanno rubato tutto,
davvero tutto! Le guardie hanno trovato la signora impiccata nella
sua stanza! Ha persino lasciato un foglio per quei bastardi
maledetti! Dice che avrebbe sopportato il furto di qualunque cosa, ma
non dell'unico ricordo legato al suo povero figlio, perduto qualche
anno fa: la sua collana! E la beffa più grossa è che non valeva
niente! Spero che quei maledetti marciscano all'inferno, nel rimorso
di quello che hanno compiuto!”»
Cesare
rimase bloccato, un peso gli premeva sul cuore, improvvisamente in
quella piccola stanza si sentiva soffocare: “Ora capisco Signore,
le tue vie sono davvero infinite. Intendi mostrarmi la strada che
devo seguire mettendomi di fronte a peccati simili ai miei?”
«D-da
quel giorno una pietra venne calata sulla mia anima... d-decisi che
dovevo rimediare in ogni modo a quello che avevo compiuto... p-per la
prima volta nella mia vita, in preda al rimorso, mi confessai in
chiesa... I-il parroco, benedetto sia per l'eternità, m-mi accolse
sotto la sua ala, mostrandomi la via da seguire... Alla fine presi i
voti, ma sentivo c-che ancora non era sufficiente... p-per mondarmi
dal terribile peccato che avevo commesso non sarebbe bastata tutta la
mia esistenza. Per questo decisi di entrare nell'eremo di Nibizzola,
p-per dedicare la mia vita solo ed esclusivamente al Signore...
Q-quello che mi sta accadendo adesso è soltanto una prova in più a
cui Dio mi ha destinato nel lungo cammino che m-mi condurrà infine
da lui.»
Cesare
non ricordava più nemmeno il motivo per cui si era tanto voluto
recare lì.
Tutto
quello che custodiva dentro di se da così tanto tempo premeva per
uscire fuori con una furia incontrollata, che gli stava diventando
insopportabile.
«C-cesare,
tu perché sei giunto in quest'eremo?»
La
domanda, così diretta, lo spiazzò per un attimo, ma sentì che
doveva liberarsi di quel peso, era il momento, il luogo, e non aveva
senso trattenersi oltre: “Che persona meschina sono. Ho il coraggio
di confessarmi solo ad un morente” si rimproverò.
«Voglio
che tu sappia fin da subito che io non ho preso i voti perché ho
sentito la chiamata del Signore. Fu la povertà della mia famiglia a
costringermi a questa scelta. Per quanto fossi stato sempre molto
credente immaginavo la mia vita come quella di un uomo normale,
volevo creare una mia famiglia e vivere in pace. Purtroppo però ero
l'ultimo di tre fratelli ed i miei genitori non sarebbero mai
riusciti a mantenerci tutti quanti. Così non appena raggiunsi l'età
giusta venni spedito in seminario. Inizialmente non riuscivo a
concepire il fatto di essere stato allontanato da casa per una mera
ragione economica, ma alla fine capii. Davanti a me si presentò il
disegno che Dio aveva preparato per farmi trovare la vera fede. Ogni
cosa era al suo posto, e riuscivo a sentirmi in pace. Riuscii a
ringraziare anche i miei genitori per la scelta che mi avevano
imposto.»
Cesare
sospirò, poi proseguì: «Quanto
mi sbagliavo. Mi ero illuso di aver trovato la vera fede, ma dentro
me albergava ancora, anche se in piccola parte, il rimpianto per non
aver ottenuto la vita che desideravo.»
Si
interruppe un istante, come per ritrovare un’immagine lontana,
sepolta nella mente: «La conobbi durante una benedizione pasquale.
In quel periodo mi aggiravo per le case del mio paese, per portare la
protezione di nostro Signore sulle abitazioni dei fedeli.
Era la
figlia di un commerciante della zona. Fu lei ad aprire la porta al
mio arrivo; era rimasta in casa da sola a svolgere le faccende
domestiche mentre i genitori erano al lavoro. Terminata la
benedizione mi chiese se potevo rimanere un po' in casa assieme a
lei, per farle compagnia, visto che passava sola la maggior parte del
suo tempo. Era l'ultima casa che dovevo benedire, per cui non vidi
nulla di sbagliato a rimanere a chiacchierare un po' con quella
giovane. Si chiamava Eleonora, e Dio solo sa quanto l'ho amata»
abbassò gli occhi, non aveva la forza di cercare in Alfredo uno
sguardo di comprensione.
«Nei
giorni seguenti la rividi sempre più spesso in chiesa, e ogni volta
veniva da me per parlare dei suoi problemi di fanciulla, ma
sopratutto del suo innamorato che non si era ancora accorto di lei, e
ciò le provocava un dolore sempre più grande. Era un ragazzo che
vedevo sempre nelle messe domenicali: giovane e forte, ma conteso tra
molte delle donne del paese. Fu in quei momenti che quella parte di
me che credevo ormai sepolta tornò ad emergere.
Iniziai
a provare una sorta di invidia verso quell'uomo così fortunato da
poter persino scegliere la donna con cui vivere per sempre, la donna
da amare per la vita e da cui avere degli eredi.
Questo
sentimento si faceva ogni giorno più incontrollabile, e alla fine si
tramutò in gelosia verso Eleonora. Speravo ancora che tutto si
sarebbe fermato a questo.
Alla
fine decisi di dare un taglio a questa situazione, e così arrivai a
consigliarle con slancio di confessare direttamente il suo amore, era
una delle fanciulle più graziose del paese, ed ero sicuro che
sarebbe stata accettata. Invece accadde qualcosa che sconvolse
tutto.»
Finalmente
riusciva a parlarne con qualcuno. Alfredo ascoltava in silenzio,
l'attenzione completamente rivolta alla storia di Cesare.
«Era
una sera di tempesta, i tuoni rimbombavano nella chiesa in modo così
minaccioso da parere la voce stessa del diavolo che urlava tutta la
sua rabbia dall'inferno. E alla fine il maligno davvero si presentò.
Mi trovavo nel confessionale, in attesa di qualche sventurato
disposto a sfidare il maltempo per venire a rendermi partecipe dei
suoi peccati.
Ero
perso nell'ascoltare la pioggia battente quando udii la sua voce
dall'altra parte della grata. La riconobbi immediatamente, era lei».
Nel ricordare la sua voce, quella di Cesare ebbe un tremito. “Padre,
ho mentito, ho mentito così tanto da non riuscire più a
sopportarlo” gli aveva sussurrato.
«Le
dissi di confessare tutto liberamente, dopo qualche istante di
incertezza lei riprese a parlare, e quel che disse fu quanto di più
sconvolgente potessi credere di ascoltare.
“Padre,
ho mentito a te, solamente a te” continuava a ripetere, mentre io
non riuscivo a capire. Iniziai a diventare inquieto, e le chiesi di
spiegarsi, ma in tutta risposta sentii bussare al portoncino del
confessionale. Aprii.» e le parole uscirono una dopo l’altra,
incontrollabili,come un fiume in piena, mentre Cesare si lasciava
travolgere da quel ricordo incapace di arrestarsi.
«Venni
assalito dal diavolo. Ricordo l'odore dei suoi capelli bagnati dalla
pioggia, e il sapore delle sue labbra umide. Nonostante fosse il
demonio, era estremamente piacevole.
Così
piacevole da trasmettere in me lo stesso seme del male. Non avevo mai
avuto contatti con una donna prima di prendere i voti. Il sapore del
peccato è sempre lo stesso, in qualunque forma esso si presenti.
Credo di essere stato posseduto dal maligno in quel momento, perché
ricordo pochissimo di quell'ora fatale. Quando mi riebbi, lei era
stesa sulla panca del confessionale, con il mio saio a coprire le sue
nudità mentre dormiva. Non sapevo cosa fare. La mia mente non
riusciva a concepire quello che era appena successo, e credetti
davvero di divenire pazzo, più di una volta me lo ripetei, mentre
cercavo di dare un senso a tutto».
Si
prese la testa, fattasi
improvvisamente più pesante, tra le mani, e proseguì: «Passarono i
giorni, e alla fine i mesi. Gli alberi avevano abbandonato le foglie,
ma il peccato non ci aveva mai lasciati. Continuavamo a frequentarci,
i nostri incontri avvenivano per lo più a casa di lei, quando era
sola. Arrivai a convincermi che fosse davvero amore quello che era
nato tra noi due, un amore puro di quello benedetto dal Signore, ma
la parte ragionevole del mio essere urlava tutta la vergogna per
quello che stavo compiendo.
Lei era
nel fiore degli anni, una creatura talmente innamorata dello stesso
concetto d’amore da non rendersi nemmeno conto di quanto fosse
sbagliata la situazione che si era venuta a creare. Ma io volevo
essere cieco a tutto questo.
Continuava a
ripetermi che finché poteva restare con me non le importava di
nient'altro.
Eppure,
nonostante io stesso fossi perso in un sentimento che non avevo mai
provato prima, la ragione riprese il sopravvento quando lei avanzò
l'idea più assurda che si potesse immaginare: mi chiese di concepire
un figlio.»
Alfredo
lo guardava con la pietà di chi comprende a fondo le sventure avute
in comune, mentre Cesare riprendeva fiato per poi proseguire.
«Ebbi
finalmente il coraggio di dire basta a quella relazione incresciosa.
Eleonora divenne disperata, ed a nulla servirono i miei incitamenti a
farsi una vita normale, per il suo ed il mio bene. Arrivò a
minacciare il suicidio. Le imposi di cancellare quei terribili
pensieri e di non avvicinarsi più a me, per potermi dimenticare più
in fretta.»
“E'
così difficile parlarne di nuovo...” pensò per un istante, quasi
tentato ad interrompersi, ma Alfredo lo guardò incoraggiante, lo
sguardo pieno di un affetto e una compassione quasi paterni, e cosi
riprese il racconto.
«Un
giorno, semplicemente, smise di cercarmi. Credevo che fosse riuscita
a superare tutto quanto. Non la vidi per mesi, fino a quando non
appresi la terribile notizia. I genitori l'avevano trovata nel retro
della loro casa, al ritorno dal lavoro. Eleonora si era gettata dal
terrazzo al secondo piano, sfracellandosi al suolo. Doveva essere
rimasta agonizzante in quella posizione almeno un paio d'ore prima di
perdere la vita. Tutti la conoscevano come una ragazza tranquilla e
solare, l’intero paese non riusciva a capacitarsi di quel suo folle
gesto. Solo io ero a conoscenza del motivo che l’aveva spinta. Da
quel momento, dentro di me era come morto qualcosa. Per vari giorni
meditai di compiere lo stesso gesto, l’animo stretto in una morsa
di dolore atroce. Alla fine mi convinsi e confessai in lacrime quello
che era accaduto tra me ed Eleonora, al mio abate. Inizialmente Padre
Clemente rimase esterrefatto, vidi l’ira attraversargli lo sguardo,
poi decise di aiutarmi nell’unico modo che conosceva: mi consigliò
di trasferirmi in un eremo, un luogo di fede, solitario, lontano da
ogni traccia di quella vicenda, dove avrei potuto dedicare la mia
vita completamente a Dio, per pentirmi, ripagare il tradimento con la
preghiera e purificare così la mia anima.» Infine aggiunse «Nessuno
a parte te e Clemente è mai stato reso partecipe della mia storia».
Solo a
questo punto Cesare alzò lo sguardo verso
il volto di Alfredo: era rigato da lacrime.
«Perdonami,
Alfredo. Ti sto dando altro tormento. Forse non dovevo parlarti di
fatti così tristi nella tua condizione» ma mentre lo diceva si rese
conto, osservando meglio il fratello,che questi stava sorridendo, le
sue erano lacrime di gioia.
«Affatto
Cesare... s-sono felice
perché finalmente ho qui accanto a me qualcuno che riesce davvero a
comprendere q-quello che provo... v-vedi, il Signore ti ha fatto
veramente giungere a me, per la tua e la mia salvezza.»
Il
suono di quelle parole giunse a Cesare
come una benedizione, non si era mai sentito così sollevato. Riuscì
a sorridere, un sorriso spontaneo che non affiorava da mesi alle sue
labbra, e i due rimasero a lungo in silenzio, in pace finalmente.
La
campana della chiesa, segnale della fine delle preghiere, li svegliò.
Rapidamente i monaci si sarebbero riversati nel refettorio per
consumare la cena in comunità.
Cesare si
congedò con la promessa di tornare il giorno seguente a fargli
visita.
Ebbe
così inizio una nuova abitudine per Cesare. Padre Evaristo non poté
che acconsentire affinché il monaco avesse il permesso di tornare
regolarmente nella cella del malato: infatti, sin dal loro primo
incontro le crisi e gli spasmi di Alfredo erano diminuiti
drasticamente e il merito di tale sollievo non poteva che andare alla
compagnia del nuovo confratello, che tanta pace pareva portare
nell’animo tormentato dal morbo del giovane monaco. Lo stesso
Alfredo continuava a richiedere la presenza di Cesare, anche solo
come compagnia silenziosa accanto al letto.
“Ora
capisco, Signore. La tua volontà era questa sin dall'inizio. E'
questa la fede che avevo perso? O forse non l'avevo mai trovata, e
ora sono finalmente in pace? Ti ringrazio per avermi mostrato la via”
cosi sì ripeteva Cesare prima di ogni loro nuovo incontro. Non aveva
comunque rinunciato ad approfondire le sue indagini sulla insolita e
persistente malattia che affliggeva l’amico, e approfittava di ogni
loro incontro per portare avanti le sue osservazioni. Scoprì che
Alfredo aveva avuto la prima crisi durante una preghiera serale circa
un mese prima. Inizialmente si era pensato ad un episodio isolato,
causato dalla stanchezza dovuta al ruolo di ortolano a cui era
adibito, ma quando le crisi avevano preso a ripresentarsi sempre più
spesso, accompagnate da crescenti spasmi muscolari che alla fine lo
avevano costretto a restare disteso a letto, era stato convocato il
medico. Questo aveva provato ogni tipo di rimedio, ma la condizione
del malato era peggiorata a vista d'occhio ad ogni crisi.
Una
sera, dopo ormai dieci
giorni di visite quotidiane, al suo ingresso nella cella Cesare trovò
con sorpresa Alfredo non più adagiato sui cuscini, ma seduto sul
letto. Il ragazzo però aveva uno sguardo pensieroso.
«Alfredo,
sei riuscito a sederti finalmente!» esultò Cesare avvicinandosi a
lui.
«Già.
Ce l'ho fatta» rispose questi, ma la
sua voce era piatta e Cesare percepì una punta d'ansia nel suo tono.
«Che succede
Alfredo? Dovresti essere felice di esserci riuscito. Cosa ti turba?»
Alfredo voltò
lentamente la testa verso di lui.
«C'è una
cosa di cui ancora non ti ho ancora parlato, amico mio.»
Cesare si
sedette al suo fianco. «Parlamene, vedrai che ne trarrai sollievo.»
Alfredo
chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. «C'è un altro motivo
a cui non ti ho mai accennato, per cui non voglio essere spostato da
qui. Sin dalle notti delle mie prime crisi ho iniziato a fare degli
strani sogni. All'inizio credevo che fosse la febbre a procurarmeli,
ma poi mi sono reso conto che c'era qualcosa di insolito, un legame
fra loro, un nesso rappresentato proprio da questo eremo, o più
precisamente dal nostro piccolo cimitero. Ci sei stato Cesare? In
sogno mi aggiro per l'eremo, senza sosta attraverso stanze e corridoi
ed infine giungo sempre li, vicino al vecchio altare situato al
limitare del camposanto.»
Cesare
lo aveva notato durante la sua seconda settimana di permanenza.
L'altare del cimitero era un enorme blocco di marmo, simile a quello
della chiesa. Gli era stato spiegato che quello era l'altare della
vecchia cappella che sorgeva a Nibizzola prima della costruzione
dell'eremo, quando poi questa era stata abbattuta per lasciare posto
al monastero si era deciso di conservarne l’altare, lasciandolo
come monumento in memoria dei primi fratelli che avevano abitato lì
e che ora erano sepolti proprio in quella zona, divenuta poi il
cimitero dell’eremo. L'altare ormai era ridotto ad un rudere pieno
di crepe, causate dalle intemperie, ciononostante era ancora
utilizzato durante le messe funebri.
«Penserai
che siano sogni macabri, ma ogni volta che giungo al cimitero una
luce accecante mi pervade. Quando questo accade percepisco dentro di
me un enorme tepore, sento la forza della vita che scorre in me come
un fiume in piena. Ogni volta mi sveglio col ricordo di quella luce.
Io sono certo che quelli fossero messaggi di Dio: credo che volesse
farmi capire che nonostante il mio corpo fosse vicino alla morte la
mia anima era ancora piena di vita.»
«Da
cosa deriva quindi questa tua ansia? Sembra che Dio ti abbia
veramente salvato questa volta» chiese Cesare.
«Già,
dovrei esserne felice. Eppure sento di essermi come allontanato da
Lui. Da un paio di giorni questi sogni non si ripresentano. Ho
conosciuto la grazia del Signore, ed ora non posso più farne a meno.
Vorrei riviverlo almeno un'altra volta, anche se questo dovesse
costarmi la ritrovata salute» guardò Cesare «Mi reputi un
egoista?»
Il
fratello si affrettò a rispondergli: «Niente
affatto Alfredo, anzi credo che tutto ciò sia sempre una
manifestazione del tuo amore verso Dio. Ora però devi riprendere in
mano la tua vita, il Signore ti ha fatto un grande dono facendoti
guarire spontaneamente, ora devi dimostrargli che tutto ciò non è
stato vano.»
Alfredo
finalmente sorrise. Fece per stringere la mano di Cesare, che in
risposta lo abbracciò calorosamente, avendo cura di non procurargli
dolore agli arti nello slancio.
«Grazie
Cesare» sorrise questi
ricambiando l’abbraccio.
Si svegliò
di soprassalto. Vide che la stanza era immersa nell'oscurità, ma a
parte questo non vi era nulla di strano. Eppure, anche dopo diversi
minuti passati a rivoltarsi sul materasso, non riusciva a riprendere
sonno. Era inquieto, ma non ne capiva il motivo.
Alla fine si
ritrovò a fissare il giardino, come sempre.
Proprio
mentre stava per tornare a chiudere gli occhi e tentare di riprendere
sonno, udì distintamente dei passi veloci provenire dal piano
sottostante. Improvvisamente da sotto il porticato emersero di corsa
tre individui.
Aveva
visto fin troppe volte una scena simile, in quell'attimo però il suo
cuore prese a battere più forte “Cosa diamine sta succedendo qui?!
Perché la gente continua ad aggirarsi di notte quando sarebbe
proibito?!” sbottò tra sé.
Le tre figure
raggiunsero il cimitero, immergendosi nell'oscurità.
Cesare
non sapeva se uscire ed andare ad avvertire l'abate, ma poi la sua
attenzione fu attirata nuovamente da un movimento nella zona del
camposanto. Dall’oscurità uscì una sola ombra, percorrendo in
senso opposto il tragitto.
I passi
risuonarono sotto il porticato e sembrarono dirigersi verso il
cortile interno.
Per Cesare
era abbastanza.
Si diresse
subito verso la porta della sua cella aprendola con foga.
DOOONG!!
DOOONG!!!
Cesare si
bloccò sulla soglia, impietrito.
Quelle che
aveva appena udito erano le campane funebri.
lunedì 11 giugno 2012
Diario di un eremita
Siccome l'esame è andato a buon fine, come ho scritto in un precedente post, pubblico il diario che ho aggiornato per tutta la settimana passata.
Alla fine l'eremitismo spinto ha dato i suoi frutti!
Ecco il diario:
4/06/2012
Sveglia ore 9.30, colazione, dopo qualche attimo di titubanza comincia lo studio.
O meglio, cazzo, il super ripasso. Si perché porca troia ormai sto leggendo sempre le stesse cose da mesi. La cosa interessante é che ogni tanto trovo qualcosa di nuovo da imparare dalle slide.. E allora mi vien da chiedermi se mai potrò considerarmi effettivamente pronto per l'esame.. Insomma giornata passata tranquillamente, pranzo con polpette portate da casa fatte da mia mamma.. Dopo pranzo poca roba, ho provato a guardare studio aperto: Latte alle ginocchia. Non guardando mai la tv "normale" (Ho sky) non sono abituato a certe puttanate. Pomeriggio di studio appropriato, ne sono soddisfatto. Cena costituita da maccheroncini aglio olio e quantità, ovvero mi son mangiato quasi due etti di maccheroncini, e vino rosso straniero del quale il nome non ricordo probabilmente per il fatto che non ne ero interessato. Posso affermare che il suo sapore non mi dispiaceva affatto e che anzi ha accompagnato bene l'ingente quantità di pasta condita d'aglio e olio. Nel mentre che pasteggiavo ho guardato la tv, in particolare Porta a Porta, probabilmente in edizione speciale perché in onda fin dalla prima serata. La puntata in questione riguardava ovviamente il terremoto avvenuto nell'emilia romagna, o per meglio dire le conseguenze del terremoto. Dopodiché satollo mi son coricato guardando qualche Simpson.
5/06/2012
Sveglia sulle 10.30, ne avevo per le palle. Avevo voglia di fare una doccia veloce essendo poco più di due giorni che acqua non scivolava sulla mia pelle. M'accingo ad accendere la caldaia quando m'accorgo che l'idrometro segna 3 bar di pressione quando il valore dovrebbe stare tra 1 e 1,5. Subito cerco di abbassare la pressione facendo sfiatare acqua da un termosifone: sembra funzionare, ma dopo poco il livello della pressione torna a 3. "Cazzo é?" mi dico. Riprovo due o tre volte a cavare acqua dal termosifone ma niente. Allora prendo le istruzioni della caldaia, leggo di una certa valvola di scarico e mi dico: proviamola! Non l'avessi mai fatto, come la tocco comincia a uscire acqua a manetta. Provando a chiuderla non si chiudeva in nessun modo, allora ho messo sotto la valvola la vasca del mocio intanto che chiamavo mio fratello per delucidazioni. Mio fratello mi dice di aspettare che finisca di lavorare dopodiché sarebbe venuto li. Io ne frattempo ho chiuso l'acqua fredda in entrata della caldaia e ho aspettato che l'impianto si svuotasse del tutto: chiaramente a caldaia spenta. Tutto questo mi ha tenuto occupato fino alle 14.00. Ci tengo a precisare che non ho pranzato prima di quell'ora. Dopo pranzo ho studiato fino alle 17.30, poi mi sono addormentato. Il mio sonno é stato interrotto dal citofono che suonava all'impazzata: era arrivato mio fratello. In 4 e quattr'otto sistemiamo tutto: Il fatto che la pressione della caldaia fosse a 3 costanti era dovuto al fatto che l'inquilino precedente avesse letteralmente sbocchinato attorno alla caldaia lasciando aperta una valvola di alimentazione dell'acqua, mentre la valvola di scarico si era magicamente inceppata a causa di un sedimento di dimensioni non indifferenti che impediva la corretta chiusura della stessa. Bene. Finito il lavoro abbiamo mangiato una pizza nella pizzeria sottostante il mio appartamento, la pizzeria Da Gaetano, i cui gestori abitano praticamente a fianco a me. Mangiata la pizza abbiamo fatto un passeggiata lungo un sentierino che si insinua nella palude di fronte all'appartamento. Non ci ero mai stato e devo dire che é un bel posto. Voglio farci delle foto. Finita la passeggiata e l'ennesima birretta, mio fratello parte verso casa dove l'attendeva una riunione del comitato cittadino di Mezzano. Io armato di buona volontà mi sono rintanato, ho letto un po' di roba dopodiché mi son steso sul divano sul quale ho effettivamente guardato Weekend con il Morto. Cazzo mi ha fatto ridere sul serio! Ciò significa che come commedia é piu che valida! Finito il film ho visto qualche Simpson sempre sul divano, mi sono addormentato e alle 2 e qualcosa di notte, svegliatomi, sono andato a letto.
6/06/2012
Prima sveglia ore 6 e qualche minuto: terremoto. "Gran Figata."
Seconda sveglia ore 8: la buona volontà non può nulla contro la comodità del mio letto.
Terza sveglia ore 9: Massì.
Classica colazione thè e Rigoli, raccolgo velocemente informazioni sul terremoto avvenuto e scopro che il suo epicentro era in mezzo al mare all'altezza di Ravenna: in pratica in faccia all'appartamento. LOL. Ore 9.30 si comincia a studiare e si studia fino alle 12.00: avevo fame e avevo voglia di hotdogs. Parto in bici in direzione del Margherita di Marina Romea, compro würstel, pane, ketchup e immancabile cocacola da 1,5 litri. Davanti alla cassa la coca mi cade rovinosamente. Vabbe. Mi fiondo in appartamento, divoro gli hotdog con stile di fronte a un Simpson e poco dopo si riprende a studiare. Oggi ero carico. Mi sentivo un bomber. Alle 18.00, finito il pacco di slide che avevo cominciato nel pomeriggio (XDR), ho preso su e sono andato: a buttare il bidone ormai colmo, a fare un giro per la palude dove ho fatto le foto per il blog, a comprare birra per la sera. Ho comprato 4 birre diverse. Ho pubblicato l'articolo e preso da un malditesta ballerino mi son messo a guardar la tv. Il malditesta si é protratto per tutta la sera, neppure dormendo un po' é passato. Ho provato con un the con i biscotti ma niente. Mi sono andato a letto alle dieci e qualcosa guardando Licenza di Matrimonio, una commediola veramente banale.
7/06/2012
Sveglia ore 8.00
Mi alzo alle 8.45.
Oggi ci sono visite, infatti sono venuti Gambero e Ksinin a trovarmi. Hanno scritto un po' di racconto per il blog mentre io ho letto un po' dell'ultimo pacco di slide che mi rimaneva (RPC), dopodiché siamo andati a fare una passeggiata nella palude dove ieri ho scattato le foto. A mezzogiorno sono tornati a casa. Io invece mi son preparato un pranzo con spaghetti aglio e olio. Nel primo pomeriggio un mio amico mi chiama per andare al mare, io pur essendo al mare ho dovuto declinare l'invito per ovvi motivi ma ho proposto in alternativa di venire da me la sera insieme a un altro mio amico a mangiare la carne ai ferri. Gnam! Si comincia a studiare seriamente alle 15:00. Mentre studiavo ho fatto un rapido calcolo: fumando il drum e rollando il tabacco a bandiera, di ogni cartina ne utilizzo, con un errore di qualche millimetro quadrato, i 7/12.. Quindi su un pacchetto di 40 cartine, ne fumo effettivamente 23,3 (3 periodico), qatso! Lo studio finisce alle 18.30. Voglia di pace: Stappo una birra e mi spaparanzo in terranzo su un lettino con tanto di occhiali da sole e petto nudo. Non me ne fregava un cazzo. Sulle 19 arriva uno dei due amici e andiamo comprare la carne per la cena. Alle 20.00 arriva il secondo: si comincia a cucinare. Erano pressoché le 21.00 quando tutt'insieme mangiavamo carne accompagnata da buon vino. All'incirca le 22.45 andavamo a prendere un caffè al bar di Viale Italia. Dopo aver sistemato tutto, mi son andato a letto.
8/06/2012
Sveglia ore 9.11: Disastro
Non avevo postumi di alcol, perché non si era bevuto molto la sera scorsa, però mi sentivo veramente strano.. Poche forze, leggermente disorientato. In pratica ho dedicato la mattina a riprendermi, e più o meno ce l'ho fatta. A mezzogiorno spaccato, seppur la sera abbia mangiato come un satiro, avevo una fame del porco. Purtroppo ho dovuto sbattere la testa contro la triste realtà: avevo solo da cucinare PASTA AGLIO E OLIO. Credo mi stia venendo un idiosincrasia acuta verso questo condimento, e dire che l'ho sempre adorato. Vabbe, pranzo poco gustato, due simpson, e alle 3 spaccate si comincia a ripassare la penultima parte di tutto ciò che volevo ripassare: Le funzioni che il professore chiede in esercizio. Domani invece conto di ripassare una volta per tutte le nostre esercitazioni e chiudere baracca e burattini. Ieri sera con i compari si è proposto di organizzare una gita in Croazia quest'estate.. Io ho dato la mia piena partecipazione con l'unica clausola del buon esito dell'esame di lunedì. Sarebbe proprio una bella vacanzuola.. A un tiro di schioppo da casa e dai costi contenuti, PARE. Tra l'altro ho scoperto che la non hanno l'euro ma la Kuna e che una Kuna vale 0,13 euro una cosa del genere. Chissà Chissà. Alle 17.35 ho finito di ripassare tutte le funzioni annotando il loro comportamento su un file di testo. Le ho capite tutte cazzo.
Dopo rileggero' il tutto. Avendo bevuto quasi l'intero contenuto di una coca-cola da 2 litri, il mio organismo già reso instabile dalle eccedenze della sera prima ha assunto un atteggiamento ancora più insolito.
Forse é questo l'effetto della caffeina!
Ho rimasto 2 euro e 10 centesimi nel portafoglio, devo arrivare a dopodomani e se mangio ancora pasta aglio e olio potrei vomitare sul serio. Alle 18 sono andato a riflettere sulla precarietà della mia situazione in terrazzo, sul lettino, a petto nudo. Sul terrazzo mi son guardato un po' di Sky tg 24 grazie a Sky Go. Tornato di sotto, ho praticato l'arte di sapersi arrangiare: avevo fame ma non voglia di pasta aglio e olio, allora ricordandomi di aver avanzato un pane per hotdog, l'ho diviso in due, dorato in forno, ci ho sfregato sopra una buona dose d'aglio, cosparso d'olio e infine inondato di ketchup. Troppo buono cazzo. La sera ho letto un po' di biografia di Steve Jobs e sono andato a letto verso mezzanotte guardando Sette Anime.
9/06/2012
Sveglia ore 9.00, piove e a me non frega niente, anzi son quasi contento.
Sette Anime ne ho visto un pezzo poi sono crollato. Will Smith é un grande, ma il film é un po' lento per un fan di commedie mongole come me, comunque finirò di guardarlo stasera. Solita colazione the e Rigoli (Non ne posso più) , alle 9 e 30 si comincia a ripassare il SuperServer. Alle 12.30 il superserver era mio. Pranzo sempre all'insegna dell'arte di sapersi arrangiare. Avendo fatto per l'ennesima volta PASTA AGLIO E OLIO il mio stomaco era leggermente indisposto, ma ancora una volta il ketchup é venuto in mio aiuto: pasta aglio e olio con salsa di ketchup in un piattino a fianco. Tipo salsa di soia e li mortacci-soia: uno spettacolo.
Alle 14.00 si riprende, questa volta con il client e server TFTP basato su XDR. Intanto mia mamma é venuta a portarmi cibo e soldi per poter sopravvivere fino a domani, così domani lo dedico all'ultima esercitazione. Credo che sia meglio fare le cose con calma. Alle 18.30, finito di ripassare, ho dovuto rassegnarmi: sono arrivati dei vicini. E quel che é peggio, i vicini hanno dei bambini. Grazie al cielo sono arrivati oggi e io me ne vado domani. Tra le 19.00 e 21.00 ho letto un po' di biografia di Steve Jobs, e poi mi son cucinato una bistecca. Cazzo una bistecca vera. Ho visto Germania - Portogallo dove ha vinto 1-0 la Germania e ho goduto. Al termine della partita sono andato a letto guardando Sette Anime dal punto in cui ero crollato la sera prima.
10/06/2012
Sveglia ore 9.00: Domani c'é l'esame.
Vaffanculo a Sette Anime, lo devo guardare con quei bagagli che tengono aperti gli occhi come in Arancia Meccanica. Pronto e scattante mi son messo subito all'opera per ripassare la terza e ultima esercitazione: un TFTP basato su RPC. Alle 12.00 anche quello era mio e mi son dedicato al pranzo: pasta al ragù di mia mamma. Dopo pranzo ho guardato le ultime cose, dopodiché ho lavato tutte le stoviglie rimaste da lavare, dato una sistemata generale all'appartamento, e sono tornato a casa. Casa dolce casa. Riaccendere il Mac dopo una settimana è una sensazione forte. Comunque una volta a casa non ho guardato praticamente più niente riguardo l'esame..
Come dice il ragno dei non-morti in Warcraft 3: "Quel che è fatto, è fatto".
e FuckMeBaby!!!
Saluti,
Beto
Alla fine l'eremitismo spinto ha dato i suoi frutti!
Ecco il diario:
4/06/2012
Sveglia ore 9.30, colazione, dopo qualche attimo di titubanza comincia lo studio.
O meglio, cazzo, il super ripasso. Si perché porca troia ormai sto leggendo sempre le stesse cose da mesi. La cosa interessante é che ogni tanto trovo qualcosa di nuovo da imparare dalle slide.. E allora mi vien da chiedermi se mai potrò considerarmi effettivamente pronto per l'esame.. Insomma giornata passata tranquillamente, pranzo con polpette portate da casa fatte da mia mamma.. Dopo pranzo poca roba, ho provato a guardare studio aperto: Latte alle ginocchia. Non guardando mai la tv "normale" (Ho sky) non sono abituato a certe puttanate. Pomeriggio di studio appropriato, ne sono soddisfatto. Cena costituita da maccheroncini aglio olio e quantità, ovvero mi son mangiato quasi due etti di maccheroncini, e vino rosso straniero del quale il nome non ricordo probabilmente per il fatto che non ne ero interessato. Posso affermare che il suo sapore non mi dispiaceva affatto e che anzi ha accompagnato bene l'ingente quantità di pasta condita d'aglio e olio. Nel mentre che pasteggiavo ho guardato la tv, in particolare Porta a Porta, probabilmente in edizione speciale perché in onda fin dalla prima serata. La puntata in questione riguardava ovviamente il terremoto avvenuto nell'emilia romagna, o per meglio dire le conseguenze del terremoto. Dopodiché satollo mi son coricato guardando qualche Simpson.
5/06/2012
Sveglia sulle 10.30, ne avevo per le palle. Avevo voglia di fare una doccia veloce essendo poco più di due giorni che acqua non scivolava sulla mia pelle. M'accingo ad accendere la caldaia quando m'accorgo che l'idrometro segna 3 bar di pressione quando il valore dovrebbe stare tra 1 e 1,5. Subito cerco di abbassare la pressione facendo sfiatare acqua da un termosifone: sembra funzionare, ma dopo poco il livello della pressione torna a 3. "Cazzo é?" mi dico. Riprovo due o tre volte a cavare acqua dal termosifone ma niente. Allora prendo le istruzioni della caldaia, leggo di una certa valvola di scarico e mi dico: proviamola! Non l'avessi mai fatto, come la tocco comincia a uscire acqua a manetta. Provando a chiuderla non si chiudeva in nessun modo, allora ho messo sotto la valvola la vasca del mocio intanto che chiamavo mio fratello per delucidazioni. Mio fratello mi dice di aspettare che finisca di lavorare dopodiché sarebbe venuto li. Io ne frattempo ho chiuso l'acqua fredda in entrata della caldaia e ho aspettato che l'impianto si svuotasse del tutto: chiaramente a caldaia spenta. Tutto questo mi ha tenuto occupato fino alle 14.00. Ci tengo a precisare che non ho pranzato prima di quell'ora. Dopo pranzo ho studiato fino alle 17.30, poi mi sono addormentato. Il mio sonno é stato interrotto dal citofono che suonava all'impazzata: era arrivato mio fratello. In 4 e quattr'otto sistemiamo tutto: Il fatto che la pressione della caldaia fosse a 3 costanti era dovuto al fatto che l'inquilino precedente avesse letteralmente sbocchinato attorno alla caldaia lasciando aperta una valvola di alimentazione dell'acqua, mentre la valvola di scarico si era magicamente inceppata a causa di un sedimento di dimensioni non indifferenti che impediva la corretta chiusura della stessa. Bene. Finito il lavoro abbiamo mangiato una pizza nella pizzeria sottostante il mio appartamento, la pizzeria Da Gaetano, i cui gestori abitano praticamente a fianco a me. Mangiata la pizza abbiamo fatto un passeggiata lungo un sentierino che si insinua nella palude di fronte all'appartamento. Non ci ero mai stato e devo dire che é un bel posto. Voglio farci delle foto. Finita la passeggiata e l'ennesima birretta, mio fratello parte verso casa dove l'attendeva una riunione del comitato cittadino di Mezzano. Io armato di buona volontà mi sono rintanato, ho letto un po' di roba dopodiché mi son steso sul divano sul quale ho effettivamente guardato Weekend con il Morto. Cazzo mi ha fatto ridere sul serio! Ciò significa che come commedia é piu che valida! Finito il film ho visto qualche Simpson sempre sul divano, mi sono addormentato e alle 2 e qualcosa di notte, svegliatomi, sono andato a letto.
6/06/2012
Prima sveglia ore 6 e qualche minuto: terremoto. "Gran Figata."
Seconda sveglia ore 8: la buona volontà non può nulla contro la comodità del mio letto.
Terza sveglia ore 9: Massì.
Classica colazione thè e Rigoli, raccolgo velocemente informazioni sul terremoto avvenuto e scopro che il suo epicentro era in mezzo al mare all'altezza di Ravenna: in pratica in faccia all'appartamento. LOL. Ore 9.30 si comincia a studiare e si studia fino alle 12.00: avevo fame e avevo voglia di hotdogs. Parto in bici in direzione del Margherita di Marina Romea, compro würstel, pane, ketchup e immancabile cocacola da 1,5 litri. Davanti alla cassa la coca mi cade rovinosamente. Vabbe. Mi fiondo in appartamento, divoro gli hotdog con stile di fronte a un Simpson e poco dopo si riprende a studiare. Oggi ero carico. Mi sentivo un bomber. Alle 18.00, finito il pacco di slide che avevo cominciato nel pomeriggio (XDR), ho preso su e sono andato: a buttare il bidone ormai colmo, a fare un giro per la palude dove ho fatto le foto per il blog, a comprare birra per la sera. Ho comprato 4 birre diverse. Ho pubblicato l'articolo e preso da un malditesta ballerino mi son messo a guardar la tv. Il malditesta si é protratto per tutta la sera, neppure dormendo un po' é passato. Ho provato con un the con i biscotti ma niente. Mi sono andato a letto alle dieci e qualcosa guardando Licenza di Matrimonio, una commediola veramente banale.
7/06/2012
Sveglia ore 8.00
Mi alzo alle 8.45.
Oggi ci sono visite, infatti sono venuti Gambero e Ksinin a trovarmi. Hanno scritto un po' di racconto per il blog mentre io ho letto un po' dell'ultimo pacco di slide che mi rimaneva (RPC), dopodiché siamo andati a fare una passeggiata nella palude dove ieri ho scattato le foto. A mezzogiorno sono tornati a casa. Io invece mi son preparato un pranzo con spaghetti aglio e olio. Nel primo pomeriggio un mio amico mi chiama per andare al mare, io pur essendo al mare ho dovuto declinare l'invito per ovvi motivi ma ho proposto in alternativa di venire da me la sera insieme a un altro mio amico a mangiare la carne ai ferri. Gnam! Si comincia a studiare seriamente alle 15:00. Mentre studiavo ho fatto un rapido calcolo: fumando il drum e rollando il tabacco a bandiera, di ogni cartina ne utilizzo, con un errore di qualche millimetro quadrato, i 7/12.. Quindi su un pacchetto di 40 cartine, ne fumo effettivamente 23,3 (3 periodico), qatso! Lo studio finisce alle 18.30. Voglia di pace: Stappo una birra e mi spaparanzo in terranzo su un lettino con tanto di occhiali da sole e petto nudo. Non me ne fregava un cazzo. Sulle 19 arriva uno dei due amici e andiamo comprare la carne per la cena. Alle 20.00 arriva il secondo: si comincia a cucinare. Erano pressoché le 21.00 quando tutt'insieme mangiavamo carne accompagnata da buon vino. All'incirca le 22.45 andavamo a prendere un caffè al bar di Viale Italia. Dopo aver sistemato tutto, mi son andato a letto.
8/06/2012
Sveglia ore 9.11: Disastro
Non avevo postumi di alcol, perché non si era bevuto molto la sera scorsa, però mi sentivo veramente strano.. Poche forze, leggermente disorientato. In pratica ho dedicato la mattina a riprendermi, e più o meno ce l'ho fatta. A mezzogiorno spaccato, seppur la sera abbia mangiato come un satiro, avevo una fame del porco. Purtroppo ho dovuto sbattere la testa contro la triste realtà: avevo solo da cucinare PASTA AGLIO E OLIO. Credo mi stia venendo un idiosincrasia acuta verso questo condimento, e dire che l'ho sempre adorato. Vabbe, pranzo poco gustato, due simpson, e alle 3 spaccate si comincia a ripassare la penultima parte di tutto ciò che volevo ripassare: Le funzioni che il professore chiede in esercizio. Domani invece conto di ripassare una volta per tutte le nostre esercitazioni e chiudere baracca e burattini. Ieri sera con i compari si è proposto di organizzare una gita in Croazia quest'estate.. Io ho dato la mia piena partecipazione con l'unica clausola del buon esito dell'esame di lunedì. Sarebbe proprio una bella vacanzuola.. A un tiro di schioppo da casa e dai costi contenuti, PARE. Tra l'altro ho scoperto che la non hanno l'euro ma la Kuna e che una Kuna vale 0,13 euro una cosa del genere. Chissà Chissà. Alle 17.35 ho finito di ripassare tutte le funzioni annotando il loro comportamento su un file di testo. Le ho capite tutte cazzo.
Dopo rileggero' il tutto. Avendo bevuto quasi l'intero contenuto di una coca-cola da 2 litri, il mio organismo già reso instabile dalle eccedenze della sera prima ha assunto un atteggiamento ancora più insolito.
Forse é questo l'effetto della caffeina!
Ho rimasto 2 euro e 10 centesimi nel portafoglio, devo arrivare a dopodomani e se mangio ancora pasta aglio e olio potrei vomitare sul serio. Alle 18 sono andato a riflettere sulla precarietà della mia situazione in terrazzo, sul lettino, a petto nudo. Sul terrazzo mi son guardato un po' di Sky tg 24 grazie a Sky Go. Tornato di sotto, ho praticato l'arte di sapersi arrangiare: avevo fame ma non voglia di pasta aglio e olio, allora ricordandomi di aver avanzato un pane per hotdog, l'ho diviso in due, dorato in forno, ci ho sfregato sopra una buona dose d'aglio, cosparso d'olio e infine inondato di ketchup. Troppo buono cazzo. La sera ho letto un po' di biografia di Steve Jobs e sono andato a letto verso mezzanotte guardando Sette Anime.
9/06/2012
Sveglia ore 9.00, piove e a me non frega niente, anzi son quasi contento.
Sette Anime ne ho visto un pezzo poi sono crollato. Will Smith é un grande, ma il film é un po' lento per un fan di commedie mongole come me, comunque finirò di guardarlo stasera. Solita colazione the e Rigoli (Non ne posso più) , alle 9 e 30 si comincia a ripassare il SuperServer. Alle 12.30 il superserver era mio. Pranzo sempre all'insegna dell'arte di sapersi arrangiare. Avendo fatto per l'ennesima volta PASTA AGLIO E OLIO il mio stomaco era leggermente indisposto, ma ancora una volta il ketchup é venuto in mio aiuto: pasta aglio e olio con salsa di ketchup in un piattino a fianco. Tipo salsa di soia e li mortacci-soia: uno spettacolo.
Alle 14.00 si riprende, questa volta con il client e server TFTP basato su XDR. Intanto mia mamma é venuta a portarmi cibo e soldi per poter sopravvivere fino a domani, così domani lo dedico all'ultima esercitazione. Credo che sia meglio fare le cose con calma. Alle 18.30, finito di ripassare, ho dovuto rassegnarmi: sono arrivati dei vicini. E quel che é peggio, i vicini hanno dei bambini. Grazie al cielo sono arrivati oggi e io me ne vado domani. Tra le 19.00 e 21.00 ho letto un po' di biografia di Steve Jobs, e poi mi son cucinato una bistecca. Cazzo una bistecca vera. Ho visto Germania - Portogallo dove ha vinto 1-0 la Germania e ho goduto. Al termine della partita sono andato a letto guardando Sette Anime dal punto in cui ero crollato la sera prima.
10/06/2012
Sveglia ore 9.00: Domani c'é l'esame.
Vaffanculo a Sette Anime, lo devo guardare con quei bagagli che tengono aperti gli occhi come in Arancia Meccanica. Pronto e scattante mi son messo subito all'opera per ripassare la terza e ultima esercitazione: un TFTP basato su RPC. Alle 12.00 anche quello era mio e mi son dedicato al pranzo: pasta al ragù di mia mamma. Dopo pranzo ho guardato le ultime cose, dopodiché ho lavato tutte le stoviglie rimaste da lavare, dato una sistemata generale all'appartamento, e sono tornato a casa. Casa dolce casa. Riaccendere il Mac dopo una settimana è una sensazione forte. Comunque una volta a casa non ho guardato praticamente più niente riguardo l'esame..
Come dice il ragno dei non-morti in Warcraft 3: "Quel che è fatto, è fatto".
e FuckMeBaby!!!
Saluti,
Beto
giovedì 7 giugno 2012
Cupertino
Il nome della famosa città cuore della Silicon Valley, nella quale trova sede anche una certa Apple, deriva dal nome di un fiume che scorre lì nei pressi, un fiume che a suo tempo si chiamava Arroyo San José de Cupertino (oggi Stevens Creek).
Come dice wikipedia:
Il nome del fiume gli era stato attribuito dal cartografo dell'esploratore spagnolo Juan Bautista de Anza, in onore di San Giuseppe da Copertino.
Molto bene.
Copertino é un paese italiano, più precisamente situato in Puglia, dal quale giunge il presunto (ormai credo certo) autore dell'attentato a Brindisi.
Incredible links.
Saluti,
Beto
Come dice wikipedia:
Il nome del fiume gli era stato attribuito dal cartografo dell'esploratore spagnolo Juan Bautista de Anza, in onore di San Giuseppe da Copertino.
Molto bene.
Copertino é un paese italiano, più precisamente situato in Puglia, dal quale giunge il presunto (ormai credo certo) autore dell'attentato a Brindisi.
Incredible links.
Saluti,
Beto
mercoledì 6 giugno 2012
Safari nella Palude
Come probabilmente in pochi sanno, da domenica sera mi son trasferito a Marina Romea per un ripasso generale di Reti Di Calcolatori in quanto questo lunedì ho l'esame
Cominciamo con un fiore, un fiore che non c'entra un benemerito pene con la palude.. Bensì è un fiore nato credo per caso sul mio terrazzo che però mi piaceva e quindi eccolo qua:
Qua invece comincia la gita vera e propria, qui ero appena entrato dentro la palude:
Questa invece è una vista panoramica fatta da in cima una torretta di legno, credo eretta proprio per proporre viste del genere:
Un acquitrino lungo lo stradello:
Qui invece si distingue uno strettissimo viottolo che poi ho intrapreso sentendomi un pò Bear Grylls:
L'irto viottolo si è rivelato non esser stato costruito a caso, infatti in fondo ad esso vi è ormeggiata una barchetta:
Andando avanti il paesaggio alla mia destra era più o meno tutto così:
E anche un po' così:
(Non so se la foto renda l'idea,
ma sembra in tutto e per tutto un teatro greco, con in mezzo una penisola dove recitare )
Alla mia sinistra invece altre barchette super-simpatiche:
Un viottolo se possibile ancora più stretto di quello di prima:
Al termine del quale la vista era più o meno così:
o così:
Infine volgendo lo sguardo a destra, si scorge la valle in tutta la sua ampiezza, all'orizzonte c'è la famosa Via delle Valli:
E qui finisce il tour, mi ero anche fatto una foto ma son venuto talmente male che se l'avessi uppata qua avrebbero chiuso il blog entro 24 ore per atti osceni in luogo pubblico.
Comunque vedere quelle barchette là sparse mi ha messo una gran voglia di prendere un qualsiasi mezzo di imbarcazione, anche un canotto del piffero, e andare a vagare la in mezzo. St'estate lo faccio, pene.
Saluti,
Beto
Short But Violent
Salve a tutti followers del No Pipe, sono Gambero.
Pubblico un mio nuovo mix di tracce, come avevo fatto qualche settimana fa.
Ho cambiato genere, spostandomi sull'electroDubstep.
Diciamo però che più che un disco completo questa volta si tratta più di una demo. Ma, come si evince dal titolo, anche se breve è parecchio carica.
Enjoy
Pubblico un mio nuovo mix di tracce, come avevo fatto qualche settimana fa.
Ho cambiato genere, spostandomi sull'electroDubstep.
Diciamo però che più che un disco completo questa volta si tratta più di una demo. Ma, come si evince dal titolo, anche se breve è parecchio carica.
Enjoy
venerdì 1 giugno 2012
Il Kilobyte
Ciao a tutti BestFriendz del NoPipeBlog,
volevo condividere una piccola curiosità del campo informatico, una piccola sfumatura che riguarda l’unità di misura dell’informazione, una pu****ata per intenderci, ma magari è una QCQNS (QualcosaCheQualcunoNonSa):
Un Kilobyte non è composto da 1024 byte, come sovente ho sentito dire e come una volta pensavo anch’io,
ma da "soli" 1000.
Il suffisso KILO, parola derivante dal greco e significante MILLE, così come nel KILOgrammo significa “MILLE grammi”, così anche nel Kilobyte significa esattamente “MILLE byte”!
per cui:
Kilo = 1.000 = 10^3
Mega = 1.000.000 = 10^6
Giga = 1.000.000.000 = 10^9
Tera = ... Spazio all’immaginazione
Allora ‘sto C#@!o di 1024 da dove salta fuori?
Salta fuori perché ci sono due unità di misura dell’informazione diverse!
La prima, comprendente i famosi Kilobyte, Megabyte, Gigabyte ecc, fa parte del Sistema Internazionale delle unità di misura, la seconda invece che comprende i meno noti
Kibibyte
Mebibyte
Gibibyte
Tebibyte
Pebibyte
Exbibyte
Zebibyte
Yobibyte
è stata definita dalla Commissione Elettrotecnica Internazionale nel 1998.
e qual’è la differenza tra le due?
semplicemente cambiano le basi e gli elevamenti a potenza da cui saltano fuori queste grandezze.
Ovvero la prima notazione è in base 10, la seconda in base 2 (detta "binaria" e infatti la componente "bi" di tutti questi fantastici scioglilingua sta per "binary")
in pratica:
1 Kilobyte = 10^3 byte = 1000 byte
≈
1 Kibibyte = 2^10 byte = 1024 byte <--- ECCOLI!
1 Megabyte = 10^6 byte = 1.000.000
≈
1 Mebibyte = 2^20 byte = 1048576 byte
e via dicendo.
Come dice Wikipedia:
“La definizione 1 kilobyte = 1000 byte è comunemente usata in tutti quei contesti in cui le quantità da misurare non sono basate su potenze di 2 (ad esempio la velocità di clock o di trasferimento dati); in molti altri contesti però la definizione 1 kilobyte = 1024 byte continua ad essere usata e a provocare errori di interpretazione (spesso anche voluti). Infatti, anche se nell'uso comune fa molta fatica ad affermarsi (stranamente non viene fatto molto sforzo per la sua diffusione), il modo più corretto per indicare 1024 byte dovrebbe essere il kibibyte (KiB) e valori affini come gibibyte (GiB) per 1.073.741.824 di byte e via dicendo”
Per eventuali chiarimenti, link a madre Wikipedia:
Per lo stesso motivo, se oggi raggiungiamo anche le 1024 visite, potremo dire che avremo fatto le KIBI-Visite ;)
Iscriviti a:
Post (Atom)