Salve cari lettori! Oggi vi porto un nuovo capitolo di questo romanzo, portandovi anche una notizia epocale: con il prossimo capitolo (il 15) raggiungeremo finalmente metà libro! (!) Ci è voluto quasi un anno per pubblicare saltuariamente tutte le pagine fin'ora tradotte (siamo a quota 214 mentre vi scrivo) ma spero che non ci vorrà un altro anno intero per concludere il libro. Come sempre i ringraziamenti vanno all'editor Sara!
P.S. Come molti mi hanno richiesto con il prossimo capitolo pubblicherò anche una raccolta pdf con tutti quelli pubblicati fin'ora, che vanno a comporre la prima metà interamente tradotta.
Come sempre vi lascio il link a tutti i capitoli usciti sin'ora:
http://nopipeblog.blogspot.it/search/label/Stranezza%20di%20proporzioni
In più per chi fosse interessato all'acquisto del libro in lingua originale, ecco il link:
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
Non mi resta che lasciarvi al capitolo, buona lettura!
Capitolo
14
"La prima cosa che
devi sapere, Simon," dice Ichabod, "è che le storie sono
pericolose. L'informazione è viva."
Ichabod Knock parla con la
bocca piena.
Ichabod Knock parla con la
bocca piena, sedendo completamente nudo, il corpo ricoperto dalle
ferite piangenti di simboli e glifi incisi sulla carne. Punta una
grossa pistola cromata verso Simon, che è ugualmente nudo, eccetto
per i calzini e i boxer.
Rozze strisce di rosso
pendono dal mento di Ichabod. Le interiora si impigliano e raggrumano
nella sua grande barba, corde di viscere che scendono giù fino alla
pila cruda di pelo e carne e organi e zampe sul suo piatto della
cena. Ichabod prende fuori dalla sua barba qualcosa di luccicante e
lo mangia.
Gli eventi presi fuori dal
contesto possono avere la tendenza a suonare bizzarri.
Torniamo indietro.
* * * * *
I morsi
della tensione si percepivano intensi al
Santuario di Ossidiana quella sera, e Nyx aveva deciso di dirigere le
meditazioni guidate. Li aveva guidati attraverso la respirazione
controllata. Li aveva guidati all'interno, fatti arrampicare in un
posto segreto, la casa sull'albero della mente. Ognuno aveva il
proprio albero. Alcuni si arrampicavano su scale di corda, altri su
pioli di legno inchiodati nella corteccia, e altri ancora sui rami
inferiori, con mani e piedi.
"Siete tutti là?"
Chiede Nyx.
Con gli occhi chiusi,
riuniti nel seminterrato della chiesa, tutti annuiscono. Simon
annuisce, sedendo nella fila dietro, ma sedendo anche con le
Cornacchie posate sull'albero fantasma, costruendo frettolosamente un
forte. Nyx li guida fino a una porta nell'albero-forte, e attraverso
la porta, e ognuno ha la sua porta unica. Li accompagna in una
stanza, e tutti hanno la loro stanza unica, più grande all'interno
che all'esterno. La stanza di Nyx, stanotte, è una grande
biblioteca. Nella stanza, li accompagna fino ad una creatura
appostata.
"Lo vedete?"
dice Nyx. "Ha una lunga lingua prensile, e i denti cavi, e i
denti secernono veleni neri che sbavano dalla bocca. Lo vedete?"
Tutti annuiscono, gli
occhi chiusi.
"E' un frammento
danneggiato della vostra anima, tutte le piccole insicurezze, dubbi,
paure, tutte personificate in un odioso diavoletto. E' la cosa che vi
tiene svegli alle tre del mattino in ansia. I suoi artigli stanno
schioccando e sta strisciando verso di voi. Lo vedete?"
Tutti annuiscono. Alcuni
si dimenano sulle sedie.
"Non scappate dal
diavoletto. Restate sul posto. Aprite le braccia ad esso. Avanzate.
Parlategli dolcemente. Dite a questa creatura che l'accettate. Ditele
che andrà tutto bene. Abbracciate la creatura. Cingetela. Il
diavoletto è tra le vostre braccia adesso, sta piangendo veleno
nero. Lo vedete?"
Tutti annuiscono.
"Ora uccidetelo."
Silenzio. Bocche aperte.
"Ho detto uccidetelo!
Proprio adesso. Strozzatelo, picchiatelo, strappategli un orecchio a
morsi---ammazzate il bastardo!"
Dozzine di fronti si
increspano.
Nyx continua. "Io ho
appena drogato il mio---gli ho messo una pistola alla tempia e bam!
Proprio così: ero io, nella biblioteca, con il revolver. Posso
sentire le sue cervella che colano fuori dall'enorme ferita di
uscita. Voglio lo stesso da voi. Prendente i vostri tubi dell'acqua,
i vostri candelabri, e i vostri coltelli. Voglio che brutalizziate il
vostro demone interiore."
Tutti trattengono un
respiro.
"Trovate le voci che
dicono che siete inutili, che dicono che fate schifo, che vi dicono
di disperarvi, che pregano perchè vi distruggiate in piccoli pezzi.
Voglio che vi concentriate e che trasformiate ciascuna di quelle voci
in una creatura antropomorfa, e voglio che facciate un'esecuzione ad
ogni figlio di puttana rimasto!"
Gli occhi chiusi si
strizzano.
"So che in questa era
di saggezze da Oprah, siamo istruiti a riconciliarci teneramente con
tutti gli aspetti del nostro essere. E' bello, finchè funziona, ma a
volte, devi solo uccidere selvaggiamente i milioni di piccoli pezzi
di te che dicono che non vai bene. Che si fottano. Quindi ammazzate
il diavoletto. Mettete un sacchetto di plastica sulla sua testa e
stringete finchè non gli scoppia un occhio. Lanciatelo in una
cippatrice.
Prendete i vostri dubbi e massacrateli. E' chiamato Assassinio
Mentale, miei pulcini. E' la guarigione mentale violenta. Fate avere
paura di voi alle vostre paure."
Silenzio. Tutti respirano
pesantemente. Alcuni hanno lacrime e labbra tremanti. Ma poi, tutti
insieme, sorridono e acclamano, e alcuni ridono attraverso le
lacrime. Nyx soffia via il fumo da una pistola immaginaria.
"Nelle prossime
settimane, voglio sentirvi tutti confrontare atroci uccisioni,
superandovi a vicenda con nuove e fantasiose forme di demonicidio.
Voglio dettagli disgustosi. Forse potremo premiare l'uccisione del
diavoletto della settimana. Zack, come hai appena ucciso il tuo
diavoletto?"
"Uh... Gli ho
infilzato una matita nell'occhio."
"Molto bene.
Samantha, come hai finito il tuo diavoletto?"
"Gli ho fatto cadere
un incudine in testa."
"Carino. Chaz?"
"Ho impostato il
microonde al massimo e l'ho osservato esplodere."
"Bello. Punti extra
per la citazione a Gremlins.
Val?"
"Ho dipinto la sua
faccia col miele e ho seppellito la sua testa in un nido di formiche
di fuoco sudamericane. Sta ancora soffrendo."
"Si! Continuate.
Nessuno andrà da nessuna parte finchè l'interno di ognuno dei
vostri crani non sia dipinto con interiora di diavoletto. Semper Fi!
Cobra Kai! Fai o muori! Huzzah!"
Il seminterrato si riempie
di acclamazioni, e Simon osserva come un'improbabile speranza si
diffonde come un patogeno. Sorride mentre le Cornacchie cenano con
frattaglie di diavoletto.
* * * * *
"Icky Knock una volta
ha eseguito un esorcismo usando frasi enochiane, mentre suonava il
contrabbasso."
"Icky Knock si fa dei
cicchetti di veleno di serpente corallo quando scrive."
"Lo sguardo di Medusa
fa venire solo un'erezione a Icky Knock."
Dopo la meditazione della
nottata, Simon aveva chiesto di Ichabod Knock. In risposta, diversi
membri del Santuario di Ossidiana avevano recitato assurde battute
sulle imprese di quello che chiamavano Icky. Avevano formato un
circolo disordinato, cominciando un rituale che Simon non conosceva.
"E' solo il loro
stupido gioco," dice Nyx. "Lo chiamano Icky Facts. La sfida
è provare a superare l'ultimo 'fatto' decretato. Quell'uomo non
merita la loro adorazione." Nyx
non partecipava.
"Il diavolo aspetta
agli incroci, ogni tredici anni, perchè Icky Knock gli deve cinque
dollari," dice un membro del Santuario.
"I cani impazziscono
e sparano alle persone quando Icky Knock gli sussurra," dice un
altro.
"Una persona famosa
una volta perse una scommessa con Icky Knock. Ora, quella persona non
esiste, ma nessuno ricorda chi fosse."
"Quell'uomo è un
genio folle," dice un teenager con una T-shirt recante un
simbolo da giornalismo Gonzo. Simon ricorda che il suo nome è Carl.
"Anni fa, è
stato il bassista di
una serie di band underground dalla vita breve: Vestigial Limb,
Necro-Ophelia, Rambunctious Homunculus, Azathoth's Taint, Banana
Hammock---"
"Mai sentita,
nessuna di queste,"
borbotta Nyx.
"Non sei
un'intenditrice," dice Carl. "Comunque, decide di lasciare
la scena musicale e scrivere libri sul paranormale. Quell'uomo è
stato in giro per il mondo, ha visto cose impossibili, party con
delle celebrità—e stiamo parlando di orge mostruose—e ha assunto
ogni tipo di droga conosciuta all'uomo e forse alcune che non lo
sono. E' come se Hunter Thompson, Aleister Crowley, e Ozzy Osbourne
fossero stati fusi insieme in un laboratorio, con un gallone extra di
pura figaggine elementale tirata dentro."
Anche quando erano in
disaccordo con Nyx, provavano ad emularla---quegli sproloqui
rapsodici. Eh, Jane?
"Stai parlando di uno
scoppiato che non aveva sfondato come musicista, riuscendo a
risalire, come scrittore, in una semi-celebrità, ed è probabilmente
infestato con ogni malattia venerea conosciuta all'uomo e forse anche
da alcune che non lo sono," dice Nyx.
"E' come una borsa di cazzi in un frullatore con due tazzine di
auto-distruzione e schifo."
"A dire il vero,"
dice Carl, "Icky Knock non ha alcuna malattia venerea. Si sono
uccise tutte tra loro in un enorme stallo alla messicana andato
orribilmente storto."
Risate. Il gioco
ricomincia.
"Icky Knock una volta
prese l'HIV. Il virus immediatamente fuggì dal suo corpo urlando.
Ancora oggi, si raggruppa attorno ai falò, con altre malattie
veneree e racconta storie dell’orrore
su quello che aveva trovato là dentro."
"Icky Knock una volta
fece sesso con un calamaro Humboldt lungo sei piedi nel Mare di
Cortez. Il calamaro venne sette volte."
"Icky Knock esiste
solo perchè aprì un portale temporale, tornò indietro nel tempo, e
mise incinta la sua stessa madre."
Simon vaga oltre fino a un
angolo della stanza dove il Santuario aveva già costruito un
sacrario per Jane Doe: fiori, fotografie, disegni, persino
un'immagine scolpita in una barretta di sapone.
Eri sacra per loro,
Jane. La visione. Il mistero. La Madonna dagli occhi dorati.
In piedi oltre il sacrario
di Jane c'è un mostro di Frankenstein davvero basso con un biglietto
di auguri.
"Ciao, Robin,"
dice Simon.
Robin saluta. Nyx aveva
spiegato prima che la piccola ragazzina aveva un'intera collezione di
maschere di gomma di Halloween e normalmente si sentiva più al
sicuro quando ne indossava una. "Ottobre è il periodo dell'anno
migliore per la nostra Robin," aveva detto Nyx. "E' in
forma adesso."
"Mi piace la tua
maschera," dice Simon.
Robin guarda in alto con
uno sguardo alla Boris Karloff e gli passa la cartolina. Le parole
Alla mia carissima moglie, per il nostro
cinquantesimo anniversario sono barrate con
del pastello rosso e coperte dal messaggio Mi
manchi.
"Penso che questa
cartolina sarebbe piaciuta davvero tanto a Jane."
La faccia da mostro
annuisce, e Robin piazza la cartolina in mezzo ai disegni, foto, e
fiori. Rimangono insieme, il macabro Chaplin e il piccolo mostro.
Nessuno dei due bada alla pausa nella conversazione.
"E' un equivoco
comune che il mostro venga chiamato Frankenstein," dice Simon.
Robin annuisce.
"Lo scienziato è
Frankenstein. La creatura non aveva nome."
Robin annuisce.
"Frankenstein;
o, il Moderno Prometeo."
Jane ricambia i loro
sguardi dalla barretta di sapone. Robin prende la mano di Simon. Nel
frattempo, un'epica partita di Icky Facts continua.
"Icky Knock usa
serpenti a sonagli come profilattici."
"E' un fatto di Chuck
Norris. Lo hai rubato da College Humor-punto-com."
"Loro lo hanno rubato
a me!"
"Ragazzi avete mai
visto la pagina Twitter di Icky Knock?"
"Knock non ha una
pagina Twitter."
"E' lui. Giuro.
Potete vederla su Twitter-punto-com-slash-Icky-Knock. Dovreste vedere
la roba che posta."
"Stronzate!"
"Quando Icky Knock ha
la gola infiammata, succhia delle ghiandole surrenali."
"Icky Knock capisce
la trama di tutti quanti i film di David Lynch."
"Quando un elefente
rosa beve troppo, vede l'allucinazione di una parata di Icky Knock."
"Icky Knock una volta
mandò una serie di sms mentre era ubriaco ad Abdul Alhazred. E il
resto, come dicono, è storia."
"C'è un solo film
porno nell'esistenza che eccita abbastanza Icky Knock da farlo
venire. Lo chiamiamo L'esorcista."
"Voi ragazzi dovete
seriamente trovarvi un nuovo antieroe da deificare," dice Nyx,
poi se ne va, portandosi Robin.
"Adesso ci siete
riusciti; avete fatto infuriare Nyx," dice Jolly Roger. "Lei
e Icky non hanno esattamente un bel passato," spiega a Simon.
"Lui ha dei trascorsi. Cambia i compagni come cerotti. A volte
ottiene alcuni seguaci durante le sue piccole escursioni spaventose,
e poi... succedono cose brutte. E' venuto qui qualche volta. Alcuni
di noi lo hanno seguito, come Neil Barnes."
Tutti divengono silenziosi
al nome. La partita di Icky Facts si conclude.
"Il diavoletto del
perverso," gracchia Byron dalla spalla di Roger.
"L'ultima volta che
Ichabod Knock è venuto qui, Nyx gli ha rotto il naso," dice
Jolly Roger attraverso denti d'oro e platino. "Polhaus è
riuscito a malapena a trattenerla."
Simon scivola fuori,
formulando
pensieri su Icky.
* * * * *
Il contorno di gesso dà
il benvenuto a Simon. Linee arancioni marchiano il marciapiede con il
percorso per giocare a campana, completo di una testa in cima e mani
disegnate alle estremità della sezione di mezzo per formare un rozzo
corpo. Capelli arancioni stesi attorno, delle X come occhi, e la
ragazza campana fissa verso l'alto Simon come la scena del crimine di
un asilo. Simon è in piedi nel quadrato arancione del petto,
guardando in basso verso
la sua faccia. La pioggia
leggera la rende triste lavando il gesso. I rami dell'albero fantasma
fremono alle vibrazioni ambientali.
Le linee intrappolano
gli echi, e tu raccogli i sogni di quelli che hanno saltellato lì.
Eh, Jane?
Il vento soffia e un
adesivo accartocciato recante Sii gentile con
me---ho donato sangue oggi, rimbalza in giro
come un impacciato presagio. Tutti quei messaggi e lettere nel vento.
Una catena cigola mentre un cartello di legno dondola, e Simon guarda
in alto. Casa delle Stranezze,
dice il cartello sull'edificio abbandonato. Il posto sembra dormiente
da decadi. Nessuna luce; la maggior parte delle lampadine sul
cartello è stata frantumata molto tempo fa. Vicino alla porta chiusa
e incatenata c'è una biglietteria oscurata. Con i muri di mattoni
dipinti di viola, è facile da notare.
I lucchetti non sono
difficoltosi, solo una serie di perni da far scattare, una sequenza
di inevitabili clic. Un ufficiale di polizia annoiato del turno
notturno aveva insegnato a Simon come forzare un lucchetto; per un
periodo, Simon era andato all'obitorio senza le sue monete e carte,
ma con borse di lucchetti comprati alla ferramenta, per far lavorare
le sue mani chirurgiche, finchè non divenne troppo facile. Simon ha
tenuto i suoi piccoli strumenti nel portachiavi.
La catena scivola in terra
e poi la serratura della porta scatta aprendosi. Simon entra passando
un'ennesima porta, inseguito dai ricordi del nastro lampeggiante
della polizia: Non oltrepassare.
"Ignora il nastro
prepotente," chiocciano le Cornacchie.
Simon entra. Prima che
possa accendere una luce, una figura balza fuori nelle tenebre dense
come la pece, mandando Simon spaparanzato sul pavimento. La figura
torreggia su di lui, dicendo, "Benvenuti, signore e signori.
Fate un passo avanti. Mettete un piede coraggioso nel portale, date
addio al mondo banale, e guadagnate l'entrata per il fantastico.
Tenete i biglietti pronti."
Click.
Simon fa splendere una
torcia LED sul suo aggressore. La luce rivela un uomo senza volto,
che indossa un cappello a cilindro.
Cambia pose con movimenti
convulsi. Il suo smoking è liso
e lacero. La sua faccia, strappata via, penzola dal collo per un
filo. Lo scheletro meccanico esposto però barcolla attraverso le sue
emozioni
preprogrammate, occhi di vetro che fissano Simon attraverso il
teschio di ingranaggi. L'annunciatore animatronic continua la sua
declamazione:
"Vi sentite
coraggiosi stanotte? Quanto coraggiosi? Abbastanza coraggiosi da
strappare lo stucchevole velo dal vostro terzo occhio? Abbastanza
coraggiosi da assistere ad anomalie grottesche della natura, storie
paranormali, e meraviglie parazoologiche? Venite da questa parte.
Sfamate la vostra curiosità perversa. State certi di vedere molto
del bellissimo, molto dell'eccessivo, molto del bizzarro, qualcosa
del terribile, e non poco di quello che potrebbe scatenare disgusto.
Tenete i biglietti pronti e disfate la più persistente delle
illusioni---la realtà."
Simon si mette in piedi e
fa splendere in giro la sua luce. Riluttanti, le tenebre cedono i
loro segreti, rivelando sbarre destinate a raggruppare i visitatori
in file che terminano in un tornello, che a sua volta dà su un
passaggio che guida lontano dall'ingresso e più in profondità
nell'edificio. Simon avanza attraverso le file vuote. L'annunciatore
continua ad abbaiare:
"Siete avvisati che
non tutti sono pronti per le verità crepuscolari che giacciono al di
sotto del nostro universo. Coloro che sono in dolce attesa, che hanno
problemi di cuore, o soffrono di squilibrio di umori sono invitati a
cercare tregua nel negozio di souvenir dell'ingresso. Avvertiamo i
genitori di riconsiderare se lasciarci i vostri figli, in quanto la
gestione non promette di farli tornare. Per il resto---da questa
parte! Entrate in questa dimora di curiosità, questa casa infestata
di bizzarrie. Benvenuti alla Casa delle Stranezze."
Simon scavalca il
tornello. Nelle tenebre davanti si nascondono scaffali e polvere e
vetrine vuote e mezze-vuote. Nell'ingresso, l'annunciatore conclude:
"Venite da questa
parte. Tenete i biglietti pronti. Siete già oltre la soglia. Non si
può tornare indietro!"
Tutto è scaffali e
tenebre. Il raggio della luce di Simon accende barattoli di fluidi
viscosi con una luminescenza blu. Barattoli con feti
galleggianti---alcuni umani, altri animali, altri meno
identificabili. Minuscoli occhi in strani punti, che osservano. Arti
vestigiali in angoli improbabili. Gemelli siamesi che condividono una
bocca. Piccole creature curvate in alto, seriose, che contemplano il
cosmo. Esseri che non hanno mai conosciuto l'aria aperta o il tocco
di una madre, solo lo stufato primordiale di un utero. Bizzarre
creature primordiali dalla strana simmetria.
Un utero, Jane, non può
essere un ambiente molto diverso dagli oceani preistorici caldi come
il sangue.
"Tomba
fredda-fredda," canticchiano le Cornacchie.
Simon prende un grosso
sorso dal suo thermos. L'assenzio striscia nel suo posto. L'albero
fantasma cresce più grande, i corvi fantasma più tangibili. Le
linee scolano via e tutti quei piccoli occhi e bocche galleggiano
attraverso un mare oscuro punteggiato dalla luminescenza blu.
"Zuppa
fredda-fredda," canticchiano le Cornacchie.
Simon si ferma, considera
la scena. La sua luce non è più un raggio dritto. E' piegato dal
gioco ottico del vetro curvo e fluido embrionale, rifratto e
ridirezionato, va a zigzag e accende barattolo dopo barattolo con una
luminescenza da sangue spettrale, illuminando tutti quei minuscoli
corpi---un prisma sepolcrale.
Simon respira a malapena.
E' paralizzato in monomania.
Solo le sua dita si
muovono, manipolando il raggio di luce blu, cercando l'angolo
perfetto per esprimere qualcosa di indefinibile.
"Una Natura Morta
in Plasma Spettrale." Eh, Jane?
Monomania, e quanti minuti
sono passati?
"Simon!" gridano
le Cornacchie. "Simon!" Strillano e urlano e beccano dei
segnali SOS intermittenti contro il suo teschio dall'interno.
"Ascolta, Simon. Ascolta!"
Simon rinviene e lo sente.
"Mmmmmmmmmm..."
Il brivido dell'Acqua
Morta segna le sue vene. Tutti quei mai nati che fissano, umani e
altro: due-teste, troppi occhi, bocche multiple che sbadigliano in
piccoli ventri. Tutti quegli occhi. Sfolgoranti. Tutte quelle bocche.
Cipigli malevoli e grida silenziose, liquide.
Minuscole sculture in
carne sottaceto. L'albero a testa in giù trema, e Simon lo
percepisce---i rami di assenzio che lo captano come delle
antenne---l'aria che diventa arrabbiata, movimenti nella luce
filtrata dalla formaldeide.
"MMMmmmmmmm..."
E' quel primo suono: il
suono del volere, il suono dell'allattamento, la prima lettera della
parola mamma in così
tanti linguaggi differenti---il suono di un volere profondo che
echeggia lungo le decadi. Questo suono però si sta distorcendo,
distorcendo come le cose nei barattoli, diventando malevolo,
crescendo in un lamento. Il bisogno innocente che diventa rancido.
Simon percepisce altri movimenti frenetici ai margini. Lo ha
immaginato? Ha immaginato quel gemito, come pelle che sfrega sul
vetro?
"Pericolo! Pericolo,
Simon!" strillano le Cornacchie. "Vola! Lasciaci volare!"
Il buio arrabbiato si
avvicina a Simon, una frenesia di movimenti periferici. Può
sentirlo, a pochi centimetri dalla sua pelle. Simon però è una
persona improbabile. Lo stesso segnale di orrore, destinato ad
accendere i nostri istinti di lotta-o-fuga, si piega e riflette in
lui, come luce blu attraverso un barattolo oscuro.
Gli occhi di Simon si
addolciscono.
"Shhhhhhh," dice
al buio furioso e stridente.
Le sue mani si allungano
per accarezzare gentilmente ogni barattolo. Tutti quei piccoli
disadattati---piccoli bisognosi. Povere anime sottaceto. Tutto quello
che vede sono i suoi pazienti più piccoli di sempre.
Nessuno li aveva mai
cullati, Jane. La morte è il denominatore universale della vita, non
la nascita.
"Va tutto bene,"
mormora dolcemente Simon alla marea farfugliante che si sta gonfiando
attorno a lui. Si avvicina ad ogni barattolo. "Shhhhhhh."
Con la torcia, Simon inscena uno spettacolo di ombre cinesi per i
piccoli nei barattoli. Poi esegue trucchi con carte e monete. Ed
alcuni stridii e lamenti cessano. Simon inscena le cadute e trucchi
col cappello e prodezze da commedia fisica, da vaudeville. E altri
pianti si calmano.
Le Cornacchie canticchiano
un'antica melodia e Simon si ritrova a canticchiare con loro. Le
Cornacchie cantano una ninna-nanna vecchissima. Simon canta e la sua
bocca è la loro bocca:
"Ninna nanna,
piccolo bambino
Fai la ninna, fai la nanna.
Fai la ninna, fai la nanna."
Fai la ninna, fai la nanna.
Fai la ninna, fai la nanna."
Gli stridii si fermano. Le
vibrazioni arrabbiate muoiono mentre i movimenti periferici si
calmano. Da dove era arrivata la canzone?
Era del sedicesimo secolo?
Le Cornacchie discutono le parole, arrivano ad accordi in nanosecondi
e cantano. Simon canta con loro:
"O
sorelle, che possiamo fare
per preservare in questo giorno
questo povero bimbo a cui noi cantiamo
fai la ninna, fai la nanna."
per preservare in questo giorno
questo povero bimbo a cui noi cantiamo
fai la ninna, fai la nanna."
I pianti borbottanti
cessano. I movimenti fantasma cessano. Tutto è calmo eccetto per
quel suono appena udibile, quel suono implorante, bisognoso,
primordiale:
"MMMMMMMMmmm..."
E Simon canta:
"Erode, il re nella
sua ira
ordinò in questo giorno
ai suoi soldati
ordinò in questo giorno
ai suoi soldati
che davanti ai suoi
occhi
uccidessero tutti i neonati."
uccidessero tutti i neonati."
Le Cornacchie alimentano
Simon con le parole e lui vaga col pilota automatico, gli occhi
chiusi, nel buio, in un sogno lucido d'assenzio, finchè---cosa?
Com'è accaduto?
Il barattolo più vicino a
Simon è aperto, i suoi contenuti liquidi che colano in giro. Simon
si chiede quando lo ha fatto---se lo
ha fatto. Deve averlo fatto, perchè cullato tra le sue braccia c'è
un minuscolo corpo, lucido e conservato, dall'odore aspro e acetoso.
Tutti i suoi arti e arti e arti sono avvolti tra le sue braccia.
Simon non si ritrae. Simon non lascia cadere il bambino. Abbraccia il
piccolo corpo malforme nel suo petto, lo culla e dondola con
gentilezza, dimentico della melma chimica che sta infradiciando il
suo abito e che gli scorre giù per le maniche.
Simon gli canta:
"Questo il mio
dolore per te, povero bambino,
Ogni mattina e giorno,
per la tua morte non si dice e non si canta,
fai la ninna, fai la nanna."
Ogni mattina e giorno,
per la tua morte non si dice e non si canta,
fai la ninna, fai la nanna."
L'assenzio trasforma la
stanza in gelatina, che ondeggia al dolce ritmo della ninna-nanna
delle Cornacchie. Simon guarda in basso il minuscolo corpo distorto,
mentre lo culla e dondola, sentendo l'amore morto.
Brama di tirare fuori il
suo bisturi, di disegnare una minuscola Y in ogni petto. Brama di
portare tutti i piccoli nell'Acqua Morta, per ascoltare le loro
storie, e poi liberarli nel mare d'ebano. Le Cornacchie salivano dai
loro rami, affamate alla prospettiva di tutti questi piccoli morsi
speziati di Acqua Morta.
"Sfama la tua testa,
Simon," cantano i corvi. "Sfama la tua testa!"
"No," dice
Simon. "Non c'è tempo."
Culla il minuscolo corpo.
Con gentilezza gli chiude gli occhi---tutti quanti. Lo bacia sulla
fronte, la formaldeide appiccicosa che gli brucia le labbra. Simon
infila il piccolo di nuovo dentro il barattolo e lo sigilla.
Simon canta:
"E quando le stelle
si radunano,
Nella loro dimora
lontana e avventurosa,
Allora sorridi come in
sogno, Piccolo,
fai la ninna, fai la
nanna."
Solo adesso Simon nota gli
strappi netti nei suoi vestiti, la ciocca di capelli tagliati che
cade dalla sua spalla, il minuscolo taglio sulla sua guancia.
"Piccoli gargoyle di
carne," dicono le Cornacchie. Sondano i tranelli e difetti
nell'etere. "Una trappola piazzata. Una trappola astuta. I tuoi
sforzi per fuggire ti uccidono più velocemente. Le tue paure ti
uccidono. Il tuo disgusto ti uccide. Il tuo orrore ti danneggia
ancora di più, e il danno ti sconvolge ancora di più. Morte
esponenziale."
Simon, seguendo la
luminescenza blu della sua luce, trova una scalinata e lascia la
stanza di barattoli, attento a continuare a cantare per tutto il
tempo:
"Ninna nanna,
piccolo bambino
Fai la ninna, fai la nanna."
Fai la ninna, fai la nanna."
E nel silenzio e nelle
tenebre, i mai nati sorridono come se sognassero---e attendono.
Clicca per vedere i mai nati...
* * * * *
Una chicca per chi è arrivato in fondo al capitolo! Clicca per vedere i mai nati...
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