sabato 30 agosto 2014

Stranezza di proporzioni: Capitolo 14


Salve cari lettori! Oggi vi porto un nuovo capitolo di questo romanzo, portandovi anche una notizia epocale: con il prossimo capitolo (il 15) raggiungeremo finalmente metà libro! (!) Ci è voluto quasi un anno per pubblicare saltuariamente tutte le pagine fin'ora tradotte (siamo a quota 214 mentre vi scrivo) ma spero che non ci vorrà un altro anno intero per concludere il libro. Come sempre i ringraziamenti vanno all'editor Sara!

P.S. Come molti mi hanno richiesto con il prossimo capitolo pubblicherò anche una raccolta pdf con tutti quelli pubblicati fin'ora, che vanno a comporre la prima metà interamente tradotta.


Come sempre vi lascio il link a tutti i capitoli usciti sin'ora:
 
http://nopipeblog.blogspot.it/search/label/Stranezza%20di%20proporzioni
 
In più per chi fosse interessato all'acquisto del libro in lingua originale, ecco il link:

 
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
 
Non mi resta che lasciarvi al capitolo, buona lettura!






Capitolo 14



"La prima cosa che devi sapere, Simon," dice Ichabod, "è che le storie sono pericolose. L'informazione è viva."

Ichabod Knock parla con la bocca piena.

Ichabod Knock parla con la bocca piena, sedendo completamente nudo, il corpo ricoperto dalle ferite piangenti di simboli e glifi incisi sulla carne. Punta una grossa pistola cromata verso Simon, che è ugualmente nudo, eccetto per i calzini e i boxer.

Rozze strisce di rosso pendono dal mento di Ichabod. Le interiora si impigliano e raggrumano nella sua grande barba, corde di viscere che scendono giù fino alla pila cruda di pelo e carne e organi e zampe sul suo piatto della cena. Ichabod prende fuori dalla sua barba qualcosa di luccicante e lo mangia.

Gli eventi presi fuori dal contesto possono avere la tendenza a suonare bizzarri.

Torniamo indietro.



* * * * *



I morsi della tensione si percepivano intensi al Santuario di Ossidiana quella sera, e Nyx aveva deciso di dirigere le meditazioni guidate. Li aveva guidati attraverso la respirazione controllata. Li aveva guidati all'interno, fatti arrampicare in un posto segreto, la casa sull'albero della mente. Ognuno aveva il proprio albero. Alcuni si arrampicavano su scale di corda, altri su pioli di legno inchiodati nella corteccia, e altri ancora sui rami inferiori, con mani e piedi.

"Siete tutti là?" Chiede Nyx.

Con gli occhi chiusi, riuniti nel seminterrato della chiesa, tutti annuiscono. Simon annuisce, sedendo nella fila dietro, ma sedendo anche con le Cornacchie posate sull'albero fantasma, costruendo frettolosamente un forte. Nyx li guida fino a una porta nell'albero-forte, e attraverso la porta, e ognuno ha la sua porta unica. Li accompagna in una stanza, e tutti hanno la loro stanza unica, più grande all'interno che all'esterno. La stanza di Nyx, stanotte, è una grande biblioteca. Nella stanza, li accompagna fino ad una creatura appostata.

"Lo vedete?" dice Nyx. "Ha una lunga lingua prensile, e i denti cavi, e i denti secernono veleni neri che sbavano dalla bocca. Lo vedete?"

Tutti annuiscono, gli occhi chiusi.

"E' un frammento danneggiato della vostra anima, tutte le piccole insicurezze, dubbi, paure, tutte personificate in un odioso diavoletto. E' la cosa che vi tiene svegli alle tre del mattino in ansia. I suoi artigli stanno schioccando e sta strisciando verso di voi. Lo vedete?"

Tutti annuiscono. Alcuni si dimenano sulle sedie.

"Non scappate dal diavoletto. Restate sul posto. Aprite le braccia ad esso. Avanzate. Parlategli dolcemente. Dite a questa creatura che l'accettate. Ditele che andrà tutto bene. Abbracciate la creatura. Cingetela. Il diavoletto è tra le vostre braccia adesso, sta piangendo veleno nero. Lo vedete?"

Tutti annuiscono.

"Ora uccidetelo."

Silenzio. Bocche aperte.

"Ho detto uccidetelo! Proprio adesso. Strozzatelo, picchiatelo, strappategli un orecchio a morsi---ammazzate il bastardo!"

Dozzine di fronti si increspano.

Nyx continua. "Io ho appena drogato il mio---gli ho messo una pistola alla tempia e bam! Proprio così: ero io, nella biblioteca, con il revolver. Posso sentire le sue cervella che colano fuori dall'enorme ferita di uscita. Voglio lo stesso da voi. Prendente i vostri tubi dell'acqua, i vostri candelabri, e i vostri coltelli. Voglio che brutalizziate il vostro demone interiore."

Tutti trattengono un respiro.

"Trovate le voci che dicono che siete inutili, che dicono che fate schifo, che vi dicono di disperarvi, che pregano perchè vi distruggiate in piccoli pezzi. Voglio che vi concentriate e che trasformiate ciascuna di quelle voci in una creatura antropomorfa, e voglio che facciate un'esecuzione ad ogni figlio di puttana rimasto!"

Gli occhi chiusi si strizzano.

"So che in questa era di saggezze da Oprah, siamo istruiti a riconciliarci teneramente con tutti gli aspetti del nostro essere. E' bello, finchè funziona, ma a volte, devi solo uccidere selvaggiamente i milioni di piccoli pezzi di te che dicono che non vai bene. Che si fottano. Quindi ammazzate il diavoletto. Mettete un sacchetto di plastica sulla sua testa e stringete finchè non gli scoppia un occhio. Lanciatelo in una cippatrice. Prendete i vostri dubbi e massacrateli. E' chiamato Assassinio Mentale, miei pulcini. E' la guarigione mentale violenta. Fate avere paura di voi alle vostre paure."

Silenzio. Tutti respirano pesantemente. Alcuni hanno lacrime e labbra tremanti. Ma poi, tutti insieme, sorridono e acclamano, e alcuni ridono attraverso le lacrime. Nyx soffia via il fumo da una pistola immaginaria.

"Nelle prossime settimane, voglio sentirvi tutti confrontare atroci uccisioni, superandovi a vicenda con nuove e fantasiose forme di demonicidio. Voglio dettagli disgustosi. Forse potremo premiare l'uccisione del diavoletto della settimana. Zack, come hai appena ucciso il tuo diavoletto?"

"Uh... Gli ho infilzato una matita nell'occhio."

"Molto bene. Samantha, come hai finito il tuo diavoletto?"

"Gli ho fatto cadere un incudine in testa."

"Carino. Chaz?"

"Ho impostato il microonde al massimo e l'ho osservato esplodere."

"Bello. Punti extra per la citazione a Gremlins. Val?"

"Ho dipinto la sua faccia col miele e ho seppellito la sua testa in un nido di formiche di fuoco sudamericane. Sta ancora soffrendo."

"Si! Continuate. Nessuno andrà da nessuna parte finchè l'interno di ognuno dei vostri crani non sia dipinto con interiora di diavoletto. Semper Fi! Cobra Kai! Fai o muori! Huzzah!"

Il seminterrato si riempie di acclamazioni, e Simon osserva come un'improbabile speranza si diffonde come un patogeno. Sorride mentre le Cornacchie cenano con frattaglie di diavoletto.



* * * * *



"Icky Knock una volta ha eseguito un esorcismo usando frasi enochiane, mentre suonava il contrabbasso."

"Icky Knock si fa dei cicchetti di veleno di serpente corallo quando scrive."

"Lo sguardo di Medusa fa venire solo un'erezione a Icky Knock."

Dopo la meditazione della nottata, Simon aveva chiesto di Ichabod Knock. In risposta, diversi membri del Santuario di Ossidiana avevano recitato assurde battute sulle imprese di quello che chiamavano Icky. Avevano formato un circolo disordinato, cominciando un rituale che Simon non conosceva.

"E' solo il loro stupido gioco," dice Nyx. "Lo chiamano Icky Facts. La sfida è provare a superare l'ultimo 'fatto' decretato. Quell'uomo non merita la loro adorazione." Nyx

non partecipava.

"Il diavolo aspetta agli incroci, ogni tredici anni, perchè Icky Knock gli deve cinque dollari," dice un membro del Santuario.

"I cani impazziscono e sparano alle persone quando Icky Knock gli sussurra," dice un altro.

"Una persona famosa una volta perse una scommessa con Icky Knock. Ora, quella persona non esiste, ma nessuno ricorda chi fosse."

"Quell'uomo è un genio folle," dice un teenager con una T-shirt recante un simbolo da giornalismo Gonzo. Simon ricorda che il suo nome è Carl.

"Anni fa, è stato il bassista di una serie di band underground dalla vita breve: Vestigial Limb, Necro-Ophelia, Rambunctious Homunculus, Azathoth's Taint, Banana Hammock---"

"Mai sentita, nessuna di queste," borbotta Nyx.

"Non sei un'intenditrice," dice Carl. "Comunque, decide di lasciare la scena musicale e scrivere libri sul paranormale. Quell'uomo è stato in giro per il mondo, ha visto cose impossibili, party con delle celebrità—e stiamo parlando di orge mostruose—e ha assunto ogni tipo di droga conosciuta all'uomo e forse alcune che non lo sono. E' come se Hunter Thompson, Aleister Crowley, e Ozzy Osbourne fossero stati fusi insieme in un laboratorio, con un gallone extra di pura figaggine elementale tirata dentro."

Anche quando erano in disaccordo con Nyx, provavano ad emularla---quegli sproloqui rapsodici. Eh, Jane?

"Stai parlando di uno scoppiato che non aveva sfondato come musicista, riuscendo a risalire, come scrittore, in una semi-celebrità, ed è probabilmente infestato con ogni malattia venerea conosciuta all'uomo e forse anche da alcune che non lo sono," dice Nyx. "E' come una borsa di cazzi in un frullatore con due tazzine di auto-distruzione e schifo."

"A dire il vero," dice Carl, "Icky Knock non ha alcuna malattia venerea. Si sono uccise tutte tra loro in un enorme stallo alla messicana andato orribilmente storto."

Risate. Il gioco ricomincia.

"Icky Knock una volta prese l'HIV. Il virus immediatamente fuggì dal suo corpo urlando. Ancora oggi, si raggruppa attorno ai falò, con altre malattie veneree e racconta storie dell’orrore su quello che aveva trovato là dentro."

"Icky Knock una volta fece sesso con un calamaro Humboldt lungo sei piedi nel Mare di Cortez. Il calamaro venne sette volte."

"Icky Knock esiste solo perchè aprì un portale temporale, tornò indietro nel tempo, e mise incinta la sua stessa madre."

Simon vaga oltre fino a un angolo della stanza dove il Santuario aveva già costruito un sacrario per Jane Doe: fiori, fotografie, disegni, persino un'immagine scolpita in una barretta di sapone.

Eri sacra per loro, Jane. La visione. Il mistero. La Madonna dagli occhi dorati.

In piedi oltre il sacrario di Jane c'è un mostro di Frankenstein davvero basso con un biglietto di auguri.

"Ciao, Robin," dice Simon.

Robin saluta. Nyx aveva spiegato prima che la piccola ragazzina aveva un'intera collezione di maschere di gomma di Halloween e normalmente si sentiva più al sicuro quando ne indossava una. "Ottobre è il periodo dell'anno migliore per la nostra Robin," aveva detto Nyx. "E' in forma adesso."

"Mi piace la tua maschera," dice Simon.

Robin guarda in alto con uno sguardo alla Boris Karloff e gli passa la cartolina. Le parole Alla mia carissima moglie, per il nostro cinquantesimo anniversario sono barrate con del pastello rosso e coperte dal messaggio Mi manchi.

"Penso che questa cartolina sarebbe piaciuta davvero tanto a Jane."

La faccia da mostro annuisce, e Robin piazza la cartolina in mezzo ai disegni, foto, e fiori. Rimangono insieme, il macabro Chaplin e il piccolo mostro. Nessuno dei due bada alla pausa nella conversazione.

"E' un equivoco comune che il mostro venga chiamato Frankenstein," dice Simon.

Robin annuisce.

"Lo scienziato è Frankenstein. La creatura non aveva nome."

Robin annuisce.

"Frankenstein; o, il Moderno Prometeo."

Jane ricambia i loro sguardi dalla barretta di sapone. Robin prende la mano di Simon. Nel frattempo, un'epica partita di Icky Facts continua.

"Icky Knock usa serpenti a sonagli come profilattici."

"E' un fatto di Chuck Norris. Lo hai rubato da College Humor-punto-com."

"Loro lo hanno rubato a me!"

"Ragazzi avete mai visto la pagina Twitter di Icky Knock?"

"Knock non ha una pagina Twitter."

"E' lui. Giuro. Potete vederla su Twitter-punto-com-slash-Icky-Knock. Dovreste vedere la roba che posta."

"Stronzate!"

"Quando Icky Knock ha la gola infiammata, succhia delle ghiandole surrenali."

"Icky Knock capisce la trama di tutti quanti i film di David Lynch."

"Quando un elefente rosa beve troppo, vede l'allucinazione di una parata di Icky Knock."

"Icky Knock una volta mandò una serie di sms mentre era ubriaco ad Abdul Alhazred. E il resto, come dicono, è storia."

"C'è un solo film porno nell'esistenza che eccita abbastanza Icky Knock da farlo venire. Lo chiamiamo L'esorcista."

"Voi ragazzi dovete seriamente trovarvi un nuovo antieroe da deificare," dice Nyx, poi se ne va, portandosi Robin.

"Adesso ci siete riusciti; avete fatto infuriare Nyx," dice Jolly Roger. "Lei e Icky non hanno esattamente un bel passato," spiega a Simon. "Lui ha dei trascorsi. Cambia i compagni come cerotti. A volte ottiene alcuni seguaci durante le sue piccole escursioni spaventose, e poi... succedono cose brutte. E' venuto qui qualche volta. Alcuni di noi lo hanno seguito, come Neil Barnes."

Tutti divengono silenziosi al nome. La partita di Icky Facts si conclude.

"Il diavoletto del perverso," gracchia Byron dalla spalla di Roger.

"L'ultima volta che Ichabod Knock è venuto qui, Nyx gli ha rotto il naso," dice Jolly Roger attraverso denti d'oro e platino. "Polhaus è riuscito a malapena a trattenerla."

Simon scivola fuori, formulando pensieri su Icky.



* * * * *



Il contorno di gesso dà il benvenuto a Simon. Linee arancioni marchiano il marciapiede con il percorso per giocare a campana, completo di una testa in cima e mani disegnate alle estremità della sezione di mezzo per formare un rozzo corpo. Capelli arancioni stesi attorno, delle X come occhi, e la ragazza campana fissa verso l'alto Simon come la scena del crimine di un asilo. Simon è in piedi nel quadrato arancione del petto, guardando in basso verso

la sua faccia. La pioggia leggera la rende triste lavando il gesso. I rami dell'albero fantasma fremono alle vibrazioni ambientali.

Le linee intrappolano gli echi, e tu raccogli i sogni di quelli che hanno saltellato lì. Eh, Jane?

Il vento soffia e un adesivo accartocciato recante Sii gentile con me---ho donato sangue oggi, rimbalza in giro come un impacciato presagio. Tutti quei messaggi e lettere nel vento. Una catena cigola mentre un cartello di legno dondola, e Simon guarda in alto. Casa delle Stranezze, dice il cartello sull'edificio abbandonato. Il posto sembra dormiente da decadi. Nessuna luce; la maggior parte delle lampadine sul cartello è stata frantumata molto tempo fa. Vicino alla porta chiusa e incatenata c'è una biglietteria oscurata. Con i muri di mattoni dipinti di viola, è facile da notare.

I lucchetti non sono difficoltosi, solo una serie di perni da far scattare, una sequenza di inevitabili clic. Un ufficiale di polizia annoiato del turno notturno aveva insegnato a Simon come forzare un lucchetto; per un periodo, Simon era andato all'obitorio senza le sue monete e carte, ma con borse di lucchetti comprati alla ferramenta, per far lavorare le sue mani chirurgiche, finchè non divenne troppo facile. Simon ha tenuto i suoi piccoli strumenti nel portachiavi.

La catena scivola in terra e poi la serratura della porta scatta aprendosi. Simon entra passando un'ennesima porta, inseguito dai ricordi del nastro lampeggiante della polizia: Non oltrepassare.

"Ignora il nastro prepotente," chiocciano le Cornacchie.

Simon entra. Prima che possa accendere una luce, una figura balza fuori nelle tenebre dense come la pece, mandando Simon spaparanzato sul pavimento. La figura torreggia su di lui, dicendo, "Benvenuti, signore e signori. Fate un passo avanti. Mettete un piede coraggioso nel portale, date addio al mondo banale, e guadagnate l'entrata per il fantastico. Tenete i biglietti pronti."

Click.

Simon fa splendere una torcia LED sul suo aggressore. La luce rivela un uomo senza volto, che indossa un cappello a cilindro.

Cambia pose con movimenti convulsi. Il suo smoking è liso e lacero. La sua faccia, strappata via, penzola dal collo per un filo. Lo scheletro meccanico esposto però barcolla attraverso le sue emozioni preprogrammate, occhi di vetro che fissano Simon attraverso il teschio di ingranaggi. L'annunciatore animatronic continua la sua declamazione:

"Vi sentite coraggiosi stanotte? Quanto coraggiosi? Abbastanza coraggiosi da strappare lo stucchevole velo dal vostro terzo occhio? Abbastanza coraggiosi da assistere ad anomalie grottesche della natura, storie paranormali, e meraviglie parazoologiche? Venite da questa parte. Sfamate la vostra curiosità perversa. State certi di vedere molto del bellissimo, molto dell'eccessivo, molto del bizzarro, qualcosa del terribile, e non poco di quello che potrebbe scatenare disgusto. Tenete i biglietti pronti e disfate la più persistente delle illusioni---la realtà."

Simon si mette in piedi e fa splendere in giro la sua luce. Riluttanti, le tenebre cedono i loro segreti, rivelando sbarre destinate a raggruppare i visitatori in file che terminano in un tornello, che a sua volta dà su un passaggio che guida lontano dall'ingresso e più in profondità nell'edificio. Simon avanza attraverso le file vuote. L'annunciatore continua ad abbaiare:

"Siete avvisati che non tutti sono pronti per le verità crepuscolari che giacciono al di sotto del nostro universo. Coloro che sono in dolce attesa, che hanno problemi di cuore, o soffrono di squilibrio di umori sono invitati a cercare tregua nel negozio di souvenir dell'ingresso. Avvertiamo i genitori di riconsiderare se lasciarci i vostri figli, in quanto la gestione non promette di farli tornare. Per il resto---da questa parte! Entrate in questa dimora di curiosità, questa casa infestata di bizzarrie. Benvenuti alla Casa delle Stranezze."

Simon scavalca il tornello. Nelle tenebre davanti si nascondono scaffali e polvere e vetrine vuote e mezze-vuote. Nell'ingresso, l'annunciatore conclude:

"Venite da questa parte. Tenete i biglietti pronti. Siete già oltre la soglia. Non si può tornare indietro!"

Tutto è scaffali e tenebre. Il raggio della luce di Simon accende barattoli di fluidi viscosi con una luminescenza blu. Barattoli con feti galleggianti---alcuni umani, altri animali, altri meno identificabili. Minuscoli occhi in strani punti, che osservano. Arti vestigiali in angoli improbabili. Gemelli siamesi che condividono una bocca. Piccole creature curvate in alto, seriose, che contemplano il cosmo. Esseri che non hanno mai conosciuto l'aria aperta o il tocco di una madre, solo lo stufato primordiale di un utero. Bizzarre creature primordiali dalla strana simmetria.

Un utero, Jane, non può essere un ambiente molto diverso dagli oceani preistorici caldi come il sangue.

"Tomba fredda-fredda," canticchiano le Cornacchie.

Simon prende un grosso sorso dal suo thermos. L'assenzio striscia nel suo posto. L'albero fantasma cresce più grande, i corvi fantasma più tangibili. Le linee scolano via e tutti quei piccoli occhi e bocche galleggiano attraverso un mare oscuro punteggiato dalla luminescenza blu.

"Zuppa fredda-fredda," canticchiano le Cornacchie.

Simon si ferma, considera la scena. La sua luce non è più un raggio dritto. E' piegato dal gioco ottico del vetro curvo e fluido embrionale, rifratto e ridirezionato, va a zigzag e accende barattolo dopo barattolo con una luminescenza da sangue spettrale, illuminando tutti quei minuscoli corpi---un prisma sepolcrale.

Simon respira a malapena. E' paralizzato in monomania.

Solo le sua dita si muovono, manipolando il raggio di luce blu, cercando l'angolo perfetto per esprimere qualcosa di indefinibile.

"Una Natura Morta in Plasma Spettrale." Eh, Jane?

Monomania, e quanti minuti sono passati?

"Simon!" gridano le Cornacchie. "Simon!" Strillano e urlano e beccano dei segnali SOS intermittenti contro il suo teschio dall'interno. "Ascolta, Simon. Ascolta!"

Simon rinviene e lo sente.

"Mmmmmmmmmm..."

Il brivido dell'Acqua Morta segna le sue vene. Tutti quei mai nati che fissano, umani e altro: due-teste, troppi occhi, bocche multiple che sbadigliano in piccoli ventri. Tutti quegli occhi. Sfolgoranti. Tutte quelle bocche. Cipigli malevoli e grida silenziose, liquide.

Minuscole sculture in carne sottaceto. L'albero a testa in giù trema, e Simon lo percepisce---i rami di assenzio che lo captano come delle antenne---l'aria che diventa arrabbiata, movimenti nella luce filtrata dalla formaldeide.

"MMMmmmmmmm..."

E' quel primo suono: il suono del volere, il suono dell'allattamento, la prima lettera della parola mamma in così tanti linguaggi differenti---il suono di un volere profondo che echeggia lungo le decadi. Questo suono però si sta distorcendo, distorcendo come le cose nei barattoli, diventando malevolo, crescendo in un lamento. Il bisogno innocente che diventa rancido. Simon percepisce altri movimenti frenetici ai margini. Lo ha immaginato? Ha immaginato quel gemito, come pelle che sfrega sul vetro?

"Pericolo! Pericolo, Simon!" strillano le Cornacchie. "Vola! Lasciaci volare!"

Il buio arrabbiato si avvicina a Simon, una frenesia di movimenti periferici. Può sentirlo, a pochi centimetri dalla sua pelle. Simon però è una persona improbabile. Lo stesso segnale di orrore, destinato ad accendere i nostri istinti di lotta-o-fuga, si piega e riflette in lui, come luce blu attraverso un barattolo oscuro.

Gli occhi di Simon si addolciscono.

"Shhhhhhh," dice al buio furioso e stridente.

Le sue mani si allungano per accarezzare gentilmente ogni barattolo. Tutti quei piccoli disadattati---piccoli bisognosi. Povere anime sottaceto. Tutto quello che vede sono i suoi pazienti più piccoli di sempre.

Nessuno li aveva mai cullati, Jane. La morte è il denominatore universale della vita, non la nascita.

"Va tutto bene," mormora dolcemente Simon alla marea farfugliante che si sta gonfiando attorno a lui. Si avvicina ad ogni barattolo. "Shhhhhhh." Con la torcia, Simon inscena uno spettacolo di ombre cinesi per i piccoli nei barattoli. Poi esegue trucchi con carte e monete. Ed alcuni stridii e lamenti cessano. Simon inscena le cadute e trucchi col cappello e prodezze da commedia fisica, da vaudeville. E altri pianti si calmano.

Le Cornacchie canticchiano un'antica melodia e Simon si ritrova a canticchiare con loro. Le Cornacchie cantano una ninna-nanna vecchissima. Simon canta e la sua bocca è la loro bocca:



"Ninna nanna, piccolo bambino
Fai la ninna, fai la nanna.
Fai la ninna, fai la nanna."



Gli stridii si fermano. Le vibrazioni arrabbiate muoiono mentre i movimenti periferici si calmano. Da dove era arrivata la canzone?

Era del sedicesimo secolo? Le Cornacchie discutono le parole, arrivano ad accordi in nanosecondi e cantano. Simon canta con loro:



"O sorelle, che possiamo fare
per preservare in questo giorno
questo povero bimbo a cui noi cantiamo
fai la ninna, fai la nanna."



I pianti borbottanti cessano. I movimenti fantasma cessano. Tutto è calmo eccetto per quel suono appena udibile, quel suono implorante, bisognoso, primordiale:

"MMMMMMMMmmm..."

E Simon canta:



"Erode, il re nella sua ira
ordinò in questo giorno
ai suoi soldati

che davanti ai suoi occhi
uccidessero tutti i neonati."



Le Cornacchie alimentano Simon con le parole e lui vaga col pilota automatico, gli occhi chiusi, nel buio, in un sogno lucido d'assenzio, finchè---cosa? Com'è accaduto?

Il barattolo più vicino a Simon è aperto, i suoi contenuti liquidi che colano in giro. Simon si chiede quando lo ha fatto---se lo ha fatto. Deve averlo fatto, perchè cullato tra le sue braccia c'è un minuscolo corpo, lucido e conservato, dall'odore aspro e acetoso. Tutti i suoi arti e arti e arti sono avvolti tra le sue braccia. Simon non si ritrae. Simon non lascia cadere il bambino. Abbraccia il piccolo corpo malforme nel suo petto, lo culla e dondola con gentilezza, dimentico della melma chimica che sta infradiciando il suo abito e che gli scorre giù per le maniche.

Simon gli canta:



"Questo il mio dolore per te, povero bambino,
Ogni mattina e giorno,
per la tua morte non si dice e non si canta,
fai la ninna, fai la nanna."



L'assenzio trasforma la stanza in gelatina, che ondeggia al dolce ritmo della ninna-nanna delle Cornacchie. Simon guarda in basso il minuscolo corpo distorto, mentre lo culla e dondola, sentendo l'amore morto.

Brama di tirare fuori il suo bisturi, di disegnare una minuscola Y in ogni petto. Brama di portare tutti i piccoli nell'Acqua Morta, per ascoltare le loro storie, e poi liberarli nel mare d'ebano. Le Cornacchie salivano dai loro rami, affamate alla prospettiva di tutti questi piccoli morsi speziati di Acqua Morta.

"Sfama la tua testa, Simon," cantano i corvi. "Sfama la tua testa!"

"No," dice Simon. "Non c'è tempo."

Culla il minuscolo corpo. Con gentilezza gli chiude gli occhi---tutti quanti. Lo bacia sulla fronte, la formaldeide appiccicosa che gli brucia le labbra. Simon infila il piccolo di nuovo dentro il barattolo e lo sigilla.

Simon canta:





"E quando le stelle si radunano,

Nella loro dimora lontana e avventurosa,

Allora sorridi come in sogno, Piccolo,

fai la ninna, fai la nanna."



Solo adesso Simon nota gli strappi netti nei suoi vestiti, la ciocca di capelli tagliati che cade dalla sua spalla, il minuscolo taglio sulla sua guancia.

"Piccoli gargoyle di carne," dicono le Cornacchie. Sondano i tranelli e difetti nell'etere. "Una trappola piazzata. Una trappola astuta. I tuoi sforzi per fuggire ti uccidono più velocemente. Le tue paure ti uccidono. Il tuo disgusto ti uccide. Il tuo orrore ti danneggia ancora di più, e il danno ti sconvolge ancora di più. Morte esponenziale."

Simon, seguendo la luminescenza blu della sua luce, trova una scalinata e lascia la stanza di barattoli, attento a continuare a cantare per tutto il tempo:



"Ninna nanna, piccolo bambino
Fai la ninna, fai la nanna."



E nel silenzio e nelle tenebre, i mai nati sorridono come se sognassero---e attendono.

* * * * *
Una chicca per chi è arrivato in fondo al capitolo!

Clicca per vedere i mai nati...

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