Salve cari lettori! Avete passato un buon ferragosto? Qui nella landa ravennate è stato fresco e bagnato, quasi autunnale.
Quello che vi porto oggi è il capitolo più corposo mai tradotto sino ad ora. Il ringraziamento stavolta mastodontico va all'editor Sara che è riuscita ancora una volta nel suo lavoro sopraffino.
Come sempre vi lascio il link a tutti i capitoli usciti sin'ora:
http://nopipeblog.blogspot.it/search/label/Stranezza%20di%20proporzioni
In più per chi fosse interessato all'acquisto del libro in lingua originale, ecco il link:
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
Non mi resta che lasciarvi al capitolo, buona lettura!
Interludio:
La Chiave
Ho
la chiave.
Non
sarò spaventato.
Non
stanotte.
Non
ho nemmeno chiesto un bicchiere d'acqua. Nemmeno una storia in più o
la mia lampada da notte, Mr. Lucciola. Ho Snot. E' il mio orsetto. Ha
solo un braccio perché ho provato questo trucco di magia con
l'affetta-tacchini elettrico di papà. Papà era fumante. E' storia
vecchia. Ero solo un bambino.
Però
ho la chiave.
Non
sono spaventato, non stanotte.
“Io
siamo qua!” dico al buio.
Ho
avuto un sacco di incubi notturni ultimamente. Nonno ha fatto una
chiacchierata da uomo a uomo con me. Mi ha mostrato una cassa del
tesoro. Ha detto che era una “cigar box.” Odorava come Nonno.
C'era una chiave dentro. Sembrava pesante. Era una vera chiave, non
quelle piccole cose appuntite che Mamma e Papà usano per accendere
l'auto.
Ricordo
che Nonno ha detto, “Questa, Jeramie, è una chiave fatta di ferro
freddo battuto---il flagello di goblin,
jabberwocky, e
tutte le cose che si nascondono nel sempre-buio. Chiunque nel Vecchio
Paese può raccontartelo. Ma questa non è solo una chiave, è la
chiave, la chiave per
l'Altro Posto.”
Volevo
vedere la chiave tenendola tra le mie mani. Davvero tanto. Ma Nonno
non me l'ha permesso. Ha detto che era più al sicuro nella cassa del
tesoro. Era importante. Ha detto, “Capisci, Jeramie? Questa chiave
chiude le grandi porte di ferro al loro mondo, così che nessun
mostro o uomo nero possa farti del male. Possono provare a
spaventarti. Possono ulularti addosso. Ma tu puoi ridere di loro,
Jeramie, perché sai che la chiave è al sicuro con me.”
Nonno
stava facendo un pisolino.
Mi
sono intrufolato nella sua camera, come uno scassinatore, e ho tirato
fuori la chiave dalla cassa del tesoro. Nonno potrebbe diventare
fumante, ma sono stanco di essere un piagnucolone. Adesso, non ho
paura.
“Io
siamo qua!” dico al buio.
Nulla
mi spaventerà. Nulla mi sussurrerà all'orecchio con voci fatte di
latte acido e croste e zampe di ragno. Nulla mi morderà sotto gli
occhi.
No.
Vado a dormire...
* * * * *
Mi
sveglio.
E'
ancora buio.
Sbadiglio
e ricordo un po' il sogno che stavo facendo sull'usare un'auto
volante per uccidere un drago di gelatina con dentro dei pianeti.
Stringo
la mano.
Oh
no! Vuota!
Cerco
la chiave, ma è davvero buio. Mr. Lucciola non è inserito nella
presa. Mi sa che ho fatto una brutta cosa.
Tiro
il lenzuolo sopra me e Snot. Tengo gli occhi chiusi. Cerco di credere
di non sentire nulla.
Non
la porta cigolante e lamentosa che si apre.
Non
il buio che dice “Noi è qui!”.
Ma
non riesco a credere più a niente quando i rumori si fermano e sento
qualcosa che si sta trascinando sul mio lenzuolo...
Capitolo 13
Logica
dei sogni.
Sono
tutti bambini---ma sono anche adulti.
E'
il ballo di Halloween delle scuole medie. E' anche il Santuario di
Ossidiana allo stesso tempo. Ed è anche Carfax Abbey. Ci sono tutti.
Tutti sono in costume. Simon è al sicuro, un disadattato nel regno
dei disadattati, sorridente sotto il sudato sigillo di una maschera
di gomma. La coppa per servire il ponce è piena di assenzio e
nostalgia, e vicine alla coppa, allineate, ci sono le teste mozzate,
ognuna pesante quanto un pollo da rosticceria, ognuna che riposa nel
suo piatto di alluminio sulla tovaglia di plastica alla lavanda.
Jolly Roger, con il suo sorriso oro-platinato, suona in una band di
scheletri-pirata, su una tastiera che è anche un organo a canne.
Byron, il corvo africano, è appollaiato sul microfono come cantante
principale. La musica è “Sonata al chiaro di luna”---ma è anche
“Mary Jane's Last Dance”. Byron canta. Poi Byron scompare,
rimpiazzato dalle Cornacchie.
Non
c'è transizione.
Tutti
sono lì. E loro---i sogni---si contorcono tutt'intorno.
Simon
si mescola con i suoi compagni di classe e sono ancora bambini. Sono
anche cresciuti e alcuni si scusano per non aver capito Simon. Lui
sorride e dice che è tutto a posto, perché anche loro sono preziosi
nei ricordi.
In
un angolo, l'Ufficiale Polhaus, da ragazzino, prende i soldi del
pranzo a qualcuno.
La
madre di Simon è lì, e appunta mazzolini di fiori alle ragazze e
rose ai ragazzi---e non sono fiori ma falene dibattenti.
Il
cane di Simon è lì---quello che è morto tra le sue braccia, nel
vicolo---sano e felice.
E
i pazienti di Simon volteggiano sulla pista da ballo. Alcuni di loro
ringraziano Simon. Alcuni gli stringono la mano. Alcuni abbracciano
Simon con l'intimità che si forma tra due persone soltanto tramite
un'incisione a Y. Altri ancora danzano fino a Simon e aprono i loro
petti, guidando la sua mano dentro per sentire le loro scintillanti
anime così lisce al tatto. Tutti si aprono.
Toby
Reynolds e gli altri bambini trascinano i loro blocchi di cemento
sulla pista da ballo.
La
piccola Robin siede vicino alla porta, pronta ad individuare i mostri
in mezzo alle maschere di gomma.
E
loro---i sogni---si contorcono tutt'intorno.
Simon
balla con la ragazza dei cerotti Band-Aid, la sua ragazza per una
notte e per sempre nei sogni. Solo che ora lei è Jane, e Jane è
venuta al ballo di Halloween vestita come la Donna Appesa, e penzola
in giro, dal soffitto, su una corda, e Simon deve galleggiare in alto
per essere al suo livello. Simon getta il suo cappello e allenta il
cappio in modo che possa accogliere anche la sua testa e il suo
collo. Jane stringe forte Simon. Danzano nel vento.
Appollaiate
su un'asta per microfono che si biforca come rami su un albero di
metallo, le Cornacchie cantano in un gorgheggio alla Tom Waits: “E
ora lei è morta. Per sempre morta. Ed è così morta e attraente
adesso.”
Simon
e Jane si baciano, avvolti nell'abbraccio del loro cappio. Lei gli
sussurra nell'orecchio---dice che le dispiace di essere sparita, dice
che non avrebbe dovuto seguirla nel buio.
“Devo
farlo,” dice Simon.
Le
Cornacchie cantano con una voce affilata come l'amore tra scheletri.
Poi
Simon è sotto il tavolo, sotto la coppa, le teste mozzate, e la
tovaglia di plastica alla lavanda---nascondendosi con la ragazza dei
cerotti Band-Aid. Solo che lei è Nyx e Nyx è una bambina e Nyx è
un'adulta e in ogni caso è un miscuglio di labbra viola sardoniche.
Simon le mostra le sue ombre cinesi, e lei lo bacia sulla guancia.
Poi
partono le urla.
* * * * *
Simon
sussulta nel buio, le urla di così tanti cari che cessano di
esistere. Ogni volta che ci svegliamo noi uccidiamo i nostri cari.
Prende un bicchiere d'acqua. Tocca la ciocca di capelli bianchi che
ha tenuto. Abbraccia il cuscino rovinato dell'hotel che ha ancora il
profumo di lei.
“Questa
non è una relazione ideale,” dice al buio.
* * * * *
Non
riesce a dormire.
Quindi
passeggia.
Piante
morte. Pesce rosso morto. Pesce rosso molto morto. Le sue routine
sono state disgregate; non ha ancora tenuto una cerimonia di scarico
con questo tentativo fallito. Sta subentrando la decomposizione.
Se
ne occuperà domani.
Passeggia.
Piante
morte. Scritte sui muri: Jane
Doe e altre frasi,
simboli ed equazioni e graffi incomprensibili. Gli spasmi. Astinenza
da Jane. Tutti i pensieri sono vetro rotto.
Il
drogato di Acqua Morta.
Lo
spaventapasseri tremante.
Niente
Acqua Morta. Niente dose. Così prende un'altra zucca, un DVD, una
bottiglia di assenzio, un bisturi e uno scalpello cranico. Osserva i
morti sullo schermo nella presentazione originale del film muto Il
Mondo Perduto,
del 1925. Beve assenzio. Le linee si sfocano e lui resta affascinato
osservando i crudi dinosauri in stop-motion e le altre creature
antiche. Si ritrova a pensare alla coppia geriatrica che amoreggiava
al vecchio cinema.
“Oh,
guardati. Guardati,” cantilena una Cornacchia vivace nella sua
testa. “Rimugina, rimugina, rimugina nei tuoi umori da Boo
Bradley.”
Gli
altri corvi fantasma pizzicano un basso con ritmo amaro, dai tendini
dei morti nell'albero sottosopra.
Simon
beve altro assenzio, e intaglia la zucca con il bisturi e lo
scalpello cranico. Simon fa scivolare la sua mano nella polpa,
sentendo tutte le gelide interiora, ricordando Jane e i suoi pazienti
e quei momenti intimi nel Laboratorio Autopsie 6.
Poi
Simon taglia ancora. Non è un intagliatore professionale di zucche,
ma le sue mani sono chirurgiche e conosce i suoi strumenti, e taglia
e taglia nella carne finché non può vedere la faccia di Jane.
* * * * *
Simon
si nasconde sotto la tavola della coppa con Nyx. Inscena le ombre
cinesi, e lei applaude e lo bacia sulla guancia. Sorseggiano ponce
color smeraldo. Fuori, le Cornacchie cantano versi di Poe su un ritmo
blues.
“Sai,”
dice Nyx, “se scoprissi perché esattamente vuoi indietro Jane,
probabilmente darei un po' di matto.”
Simon
annuisce.
“Mi
dispiace.”
“Va
tutto bene,” dice Simon.
Si
guardano a vicenda, da bambini.
“Avremmo
dovuto conoscerci mentre crescevamo,” dice la piccola Nyx.
“Già,”
dice il piccolo Simon.
Un
quieto momento passa, sotto il tavolo.
Simon
torna all'attenzione con un sobbalzo.
“Devo
andare a cercare Jane.”
“Oh,
Simon, non uscire là fuori,” dice Nyx, improvvisamente spaventata.
“Ma
devo farlo.”
La
piccola Nyx si morde il labbro viola. “Simon,” dice, “da alcune
porte non puoi uscire senza essere cambiato. Da alcune porte, può
uscire solo l'uomo nero.”
Poi
cominciano le urla.
Fuori
dal sotto-tavolo, tutti i sogni urlano. Qualcosa si è intrufolato
nel ballo.
“Come
un ladro nella notte!” strillano le Cornacchie prima di essere
silenziate.
Nyx
e Simon si stringono insieme, e fuori dal sotto-tavolo ci sono i
suoni di urla e strappi, suoni di denti che masticano e bocche
sbavanti. Simon fa una scelta. Strappa, aprendolo, un lembo di
lavanda.
Fuori
ci sono solo occhi neri da bambola e denti e denti e denti.
E
fame. Fame del Destino Manifesto. Le loro bocche sono larghe come la
perdizione; non possono averne mai abbastanza. Uno alla volta tutti i
danzatori e i sogni cadono, morti e divorati. La Fame detiene un
dominio illimitabile su tutto.
* * * * *
Sveglio.
La
testa di zucca di Jane rotola fuori dal suo grembo, le urla di un
miliardo di animali spaventati e un fiume di sangue e frattaglie nel
retro del suo cervello. Sente la paralisi, il terrore
inspiegabilmente profondo, come le fobie notturne nella sua
giovinezza.
Bob.
Il martello.
L'ho
lasciato entrare, Jane. L'ho lasciato entrare.
Arthur
Drake, il guru di Chicago, sorride a Simon attraverso la televisione.
Un'altra notte. Un altro messaggio promozionale di Consumatori Apex
che chiacchiera tra le tre del mattino e le quattro.
“Siate
dei consumatori più potenti!”
“Siate
alla cima della catena alimentare, negli affari e nella vita!”
“Partite
nel piccolo, sognate in grande!”
Degli
estranei danno testimonianza nell'occhio della TV. Simon è spinto a
chiamare adesso e aderire al programma comprando audiocassette e CD
di auto-realizzazione di Drake stesso; libri e guide per vendere i
prodotti di Drake da casa; aiuti per la meditazione; supplementi di
vitamine. Delle date lampeggiano sullo schermo per discorsi di
incoraggiamento nelle sale conferenze di vari hotel e un grande
evento in un'arena alla fine dell'anno. “Ascoltate Arthur Drake che
parla dal vivo!”
Era
sempre lì, Jane, sempre lì---prima che tutto iniziasse. Schemi
piramidali e sorrisi. Zoofagia su una scala da mercato di massa.
Il
martello.
Simon
ostinatamente spezza la sua paralisi e incespica per casa sua. Le
piante morte. I graffi sul muro. Arthur Drake che chiama dal salotto,
dicendo che può insegnarti ad ottenere tutto quello che hai mai
bramato.
Il
martello.
Bob.
E'
in cucina, avvolto in stracci unti, impastato in sangue antico.
“Non
essere una sanguinerola, sii uno squalo!” urla Drake.
Simon
aziona l'interruttore della luce.
L'ho
lasciato entrare, Jane.
Nell'acquario
torbido, il pesce rosso morto, il pesce rosso davvero, davvero
morto, nuota in giro. Famelicamente.
* * * * *
“Allora
dimmi, caro: hai riavuto indietro la ragazza?”
“No,
mamma.”
“Beh,
continua a provarci, tesoro.”
“Lo
farò.”
“Oh...
uh... tuo padre voleva
sapere: sei riuscito ad entrare in un gruppo di aiuto?”
“Si,
l'ho fatto.”
“Davvero?”
“Si.
Sono bravi, mamma. Sono davvero bravi.”
* * * * *
Praticano
la meditazione guidata. Poi Simon combatte con Nyx su una stuoia.
Ma
prima di quello, Simon ha nascosto Bob---il martello da fabbro, non
il dildo---in un armadietto della stazione ferroviaria.
E
molto prima di quello, Simon ha lanciato un asciugamano
sull'acquario, rifiutandosi di guardare di nuovo sotto di esso.
Quando
Simon è entrato nel Santuario di Ossidiana, la piccola Robin lo ha
esaminato. Simon si è sorpreso ad eseguire un trucco con la moneta
per la ragazzina silenziosa. Simon non lo aveva mai
fatto, non al di
fuori dell'Acqua Morta e dei sogni. Robin ha sorriso e lo ha
abbracciato.
“Jasper
è morto,” ha detto Simon, e ha raccontato loro del corpo, della
pistola e della carne in scatola. Ha fatto ascoltare la registrazione
di Jasper. Dei mormorii sono vibrati attraverso il gruppo, e qualche
lacrima è caduta. Nyx però ha preso il controllo e li ha calmati.
Polhaus ha lanciato un'occhiata, ma non si è avvicinato a Simon, non
ha detto nulla. Attraverso una serie di sguardi tra Polhaus e Nyx,
Simon ha immaginato che si siano scambiati parole in materia. Sebbene
abbia la metà degli anni e sia meno della metà della sua taglia,
Nyx non è una persona che uno vorrebbe far arrabbiare.
E'
anche persuasiva. Sebbene Simon ciondolasse ai limiti della stanza,
alla fine è riuscita a portarlo sulle stuoie. Stanotte è una serata
sull'autodifesa. Polhaus e Nyx insegnano al gruppo varie manovre e
tattiche per la sopravvivenza urbana.
“Non
sono vestito per educazione fisica,” ha detto Simon.
“Bene,”
ha detto Nyx. “Quando arriverà il momento di usare quello che vi
stiamo insegnando, non sarete comunque vestiti per questo, quindi sei
già sopra la media.”
Simon
si è tolto il suo cappello a bombetta, la giacca, la cravatta e le
scarpe.
Alla
fine, stanno entrambi sudando e sorridendo.
“Dove
hai imparato tutto questo?” chiede Simon.
“Sono
stata nei militari, davvero per poco,” dice Nyx. “Ho raccolto
tutto quello che potevo quando potevo. Ora dimmi tu: dove diavolo hai
imparato a muoverti
così?”
“Charlie
Chaplin.”
* * * * *
La
stanza del dormitorio di Neil è il deposito per una collezione di
biografie rock, libri sull'occulto, e album musicali. Poster di Jim
Morrison e Aleister Crowley coprono i muri, e delle action figure dei
Ghostbuster affollano
il supporto per la TV. Attraverso un poster e una citazione, Albert
Einstein ricorda a Simon che: La
realtà è solo un'illusione anche se molto persistente.
Nyx
aveva raccontato a Simon dove poteva trovare Neil Barnes e aveva
aggiunto, “Vengo con te,” prima al Santuario. “Knock ha qualcun
altro nel suo gruppo,” aveva spiegato. “La maggior parte di loro
però è sparita nel nulla. Neil è un ragazzino intelligente. Ha
saltato un po' di anni ed è entrato prima nel college. Neil e Jasper
venivano saltuariamente al Santuario. Ed è lì che hanno incontrato
la tua Jane Doe.”
Era
sembrata preoccupata, ma ha cancellato quella faccia quando sono
arrivati al dormitorio. Lì è tutta sorrisi e stizze giocose. Il
compagno di stanza di Neil muore dalla voglia di essere d'aiuto.
“Non
si è fatto vedere per qualche giorno,” dice, senza sembrare
particolarmente preoccupato, occhieggiando Nyx dall'alto in basso.
Simon
cerca sulla scrivania di Neil, lamentando silenziosamente l'assenza
di organi da catalogare, pesare, e leggere, mentre Nyx entra dentro
il ripostiglio di Neil e cerca sotto il suo letto. Il compagno di
stanza coglie l'opportunità per guardare Nyx attraverso le nuove
angolature permesse da questa posizione.
“Non
troverete la strumentazione di Neil,” dice il compagno di stanza.
“L'ha presa tutta con lui l'ultima volta che se n'è andato.”
“Strumentazione?”
chiede Simon.
“Neil
è davvero... avanzato,” dice Nyx, come se quello spiegasse tutto.
Scavano
in giro un altro po', ma questo non è un cadavere e non è nemmeno
una scena del crimine. Simon non ha alcun assenzio nel suo stomaco,
nessun albero nella sua testa, così non ha alcuna sensazione per
nulla. Setaccia in modo disattento. Sul retro di un blocco note dal
nome Civiltà
Occidentale, Simon
trova un insieme di regole scritte a matita:
- Un esorcista dovrebbe avere sempre la sua musica.
- Un esorcista dovrebbe avere sempre i suoi occhiali.
- Un esorcista non dovrebbe mai, MAI spegnere la sua musica.
- Un esorcista non dovrebbe mai, MAI togliersi gli occhiali.
- Aspetta sempre che LORO vengano da TE.
Nyx
raccoglie un'agenda rilegata in pelle e la sfoglia.
“Va
bene, Simon. E' ora di andare.”
“Aspetta,”
dice il compagno di stanza. Si avvicina a Nyx, vicino, spezzando
tutti i livelli di spazio personale e bloccandola sulla porta. “Forse
il tuo---” dà un'occhiata a Simon con uno sguardo dubbioso
“---amico vuole andare a casa. Tu puoi stare e rimanere, stanotte.
Forse puoi interrogarmi un altro po'.”
Nyx
sorride.
“Ti
dico una cosa, stallone. Sarò il tuo appuntamento stanotte se
riuscirai a rispondere ad una domanda da quiz popolare.”
“Cosa?”
“Qual
è l'età più giovane in cui un essere umano può masturbarsi?”
“Ah,
cazzo.” il compagno di stanza sogghigna, un po' confuso ma
incoraggiato, piegandosi ancora più vicino a Nyx, “Non lo so...
dieci?”
“A
dire il vero,” dice Simon, “gli studi fatti nella metà degli
anni novanta indicano che un feto può effettuare tali attività;
nell'utero, all'età di trentadue settimane di gestazione.” Simon
non ha dato molta attenzione allo scambio, ma gli aneddoti medici gli
sono semplicemente caduti dalla bocca mentre giocava con le sue
carte, trasformando jack in regine.
Nyx
e il compagno di stanza lo fissano per un istante.
“Beh,
sembra che mi sbagliassi anch'io,” dice Nyx al compagno di stanza
mentre lo aggira e prende il braccio di Simon.
“E
credo di avere il mio appuntamento per la sera. Scusami se ciò ti
lascia tutto solo stanotte. Guardandola dal lato positivo, in questo
hai fatto molta più pratica di quanto tu abbia mai realizzato.”
E
chiude la porta.
* * * * *
“Hai
una vena maliziosa,” dice Simon, di nuovo nell'auto di Nyx. E' un
maggiolino Volkswagen viola, rinominato amabilmente come “la Nyx
Mobile” da tutti i membri del Santuario di Ossidiana. Hanno un
affetto speciale per l'auto; è entrata in molti dei loro vialetti di
casa ad ore inumane della notte, portando aiuto quando non potevano
chiamare nessun altro.
“Si,
beh, è un modo di affrontare le cose,” dice lei, maneggiando
aggressivamente il cambio marce. “E' un modo per intimidire.”
Mima di stritolare un Bob invisibile---il dildo, non il martello.
“Quando sono preoccupata, faccio delle battute volgari.”
“Fai
un sacco di battute volgari.”
“Si,
lo faccio, non è vero?”
Simon
guarda nell'agenda. Dentro c'è un opuscolo per Consumatori Apex,
così come un volantino per il Club Wendigo, proprio come quello
della stanza di Jane all'hotel. Occasionalmente, su una data nel
calendario, c'è un indirizzo. Ogni indirizzo è indicato con un
“livello”---la maggior parte sono 1 e 2, e l'occasionale 4.
Simon
prende un po' di sorsi dal suo thermos.
Le
Cornacchie puliscono le loro piume piene di granelli di morte.
“Cosa
sai dei Consumatori Apex?” chiede Simon.
“So
di aver visto troppi dei loro messaggi promozionali.” Nyx si volta
verso Simon. “Insonni unitevi! Qual è il suo nome---Arthur Drake?
Già. Guru dell'auto-realizzazione, maestro del materialismo. 'Siate
consumatori più potenti.' Che stronzate. Con cassette e libri così
puoi programmarti a volere ancora e ancora altra merda di cui non hai
bisogno. Devo riconoscerlo però a quell'enorme coglione, ha
combinato la roba sull'auto-realizzazione con uno schema piramidale
assassino, così fa vendere alle sue reclute le sciocchezze della sua
compagnia con la speranza di diventare ricchi come lui.”
Nyx
cambia marcia, con violenza. Effettivamente intimidisce.
“Ovviamente,
girano anche le voci più strane,” dice lei.
“Voci
strane?”
“Ci
stiamo indagando sopra.”
“Ci
state indagando sopra?”
“Si.
Non beviamo solo caffè e raccontiamo storie di rapimenti. Le truppe
ci stanno lavorando.”
Simon
si lascia andare sul sedile e, nella sua mente, setaccia tutti gli
eventi e il poco che sa di Ichabod Knock, Neil e Jasper. Le
Cornacchie strappano gli indizi fino all'osso e giocano con le
briciole.
“Jane,”
dice Simon. “Lei li teneva uniti. Ha dato pace alle loro menti. Lei
poteva farlo. I suoi occhi dorati. Dici che il gruppo stava
investigando su delle... cose brutte. Jane scompare. Poi tutti loro
cadono. Ichabod sparisce. Jasper si suicida. E Neil---è senza il suo
team. Forse fa un'ultima escursione, per dispetto, o per rabbia, o
per provare che nulla è cambiato. Esce e---”
“Che
stai facendo?” chiede Nyx.
Simon
apre gli occhi e osserva le sue mani che si muovono spinte da una
loro mente autonoma.
“Io---Sto
estraendo organi fuori da un'incisione a Y. Mi aiuta a pensare.”
“E'
un po' inquietante.”
“Lo
è?”
“Come ci riesci?”
“Come ci riesci?”
“Cosa?”
“A
essere carino e inquietante allo stesso tempo?”
Simon
alza le spalle e arrossisce, e Nyx sorride. Poi pensano a Neil. Il
sorriso svanisce, e procedono in silenzio. Vanno diretti a sud verso
l'ultimo indirizzo nell'agenda di Neil, segnata diversi giorni prima.
Guidano verso un Livello 6.
Alla
fine, si fa buio.
* * * * *
Il
quartiere rivela strati su strati di abbandono.
Simon
e Nyx ricontrollano l'indirizzo ma sanno di essere nel posto giusto
quando guardano in alto e notano che i tetti degli edifici del
quartiere sono tutti coperti da croci costruite con antenne TV
ripiegate frettolosamente. File su file di croci di filo metallico
tremano nel tardo vento di ottobre.
Bambole
rotte. Questa è una pista di bambole rotte, e io avevo sperato di
trovarne una intera. Eh, Jane?
Al
centro dei fili tremolanti e crocefissioni TV: un edificio di mattoni
scoperti, una volta facoltoso, ora affettato in appartamenti
ristretti. Entrano. Simon sta ancora vagando nella sua testa con le
domande, le sue mani ancora viscide con viscere metaforiche. Fuori
dai suoi pensieri c'è un bel po' di muffa, tante porte, tante ombre
e tante voci. Simon non capisce le voci---la maggior parte di esse
parla in uno spagnolo affrettato---Nyx però sembra afferrare e bussa
su porta dopo porta finché c'è una folla maldisposta nell'atrio.
Pone loro domande che finiscono con “Neil Barnes” mentre, nei
muri, le tubature gemono e si lamentano.
Infine,
una donna anziana parla. Le ombre sul suo viso sono le più profonde,
e le Cornacchie individuano tutti i brutti ricordi intrappolati nelle
rughe.
“Come
le storie oscure catturate tra gli anelli di un albero di
impiccagione,” dicono.
Un
uomo litiga con la megera ma lei risponde a tono. Accompagna Simon e
Nyx fino a una porta che conduce al seminterrato.
Poi
Simon è giù nel buio con una torcia. La vecchia donna non andrà
oltre il primo gradino, e Nyx le pone delle domande. Simon spazia con
la piccola luce sul pavimento sporco nel buio. Tutto odora di utero
di ragno.
“Salve?”
Simon
lo trova vicino a un muro lontano, uno strano paio di occhiali
elettronici.
Un
esorcista dovrebbe avere sempre le sue strumentazioni.
La
donna anziana è ancora in alto, le sue parole stanno diventando
veloci---vocali terrorizzate che rimbalzano dentro un flipper
malevolo.
Sebbene
Simon non sappia cosa sta dicendo, riconosce che sta ripetendo la
stessa frase ancora e ancora.
Comincia
anche a realizzare che è davvero freddo giù nel sotterraneo e
l'edificio sta facendo i suoni più strani.
Un
esorcista non dovrebbe mai, MAI
togliere la
strumentazione.
Nyx
dice, “Simon, andiamo!”
Ed
è giù per la scala, che afferra il braccio di Simon.
“E'
ora di andare!”
E
sono su per le scale, attraverso la porta e oltre la donna anziana
singhiozzante e tutti gli occhi, ombre, porte e muffa. Poi c'è un
altro insieme di porte e sono in macchina e stanno filando via.
Dietro di loro, il filo tremante prega il cielo.
Simon
alla fine chiede, “Cosa ha detto? Cosa ha detto su Neil?”
Nyx
accelera.
“I
muri lo hanno mangiato. I muri lo hanno mangiato.”
* * * * *
Tutte
queste bambole rotte, Jane, con le loro parti di bambola rotte.
“I
muri lo hanno mangiato,” dice ancora Nyx.
“Pensi
che sia vero?” chiede Simon, rompendo un lungo silenzio.
“Non
importa. Se hai un brutto presentimento te ne vai.”
Simon
guarda fuori dal finestrino. Il cemento, a quella velocità, scorre
come acqua scura. Saluta gli scheletri che nuotano e pensa alle
persone intrappolate nei muri e pensa alle porte, le porte!---e
finestre---così tante---che sfrecciano via. Tutte quelle porte e
finestre, e ogni portale sarebbe un'altra storia se uno lo aprisse.
“Guardi
un film dell'orrore,” dice Nyx, “e ti consumi la voce a urlare a
una qualche oca bionda dalle tette giganti. 'Non salire le scale! Non
aprire la porta!”
Simon
annuisce e le Cornacchie osservano il cemento che passa.
Credevo,
Jane, che un giorno avrei potuto prendere un martello pneumatico e
liberare tutti gli scheletri nel cemento di Chicago. Poi mi avrebbero
raccontato tutti i loro segreti, mi avrebbero raccontato di come
tutte le strane storie combacino insieme, giunto per giunto, in una
sola trama. Quello era prima che comprendessi l'indovinello di Knock.
“Merda!
Ah, Neil.” Nyx picchia il suo volante con un pugno.
“Non
puoi esitare. Non nel buio. Ti prude la spina dorsale? Scappi. Non
vai giù per le scale. Non investighi il magazzino sospetto, da solo,
di notte. Non leggi quei cazzo di passaggi del libro arcaico che ha
portato i suoi ultimi cinque possessori alla follia con le sue verità
inspiegabili. Non esiti, perché il buio è più grande di noi. Noi,
tutti noi, non ne sappiamo un cazzo. Knock pensa di poter continuare
a frugare in giro, ottenendo abbastanza segreti da
proteggersi---merda. Hai visto cosa succede. Il Santuario è un
gruppo di sopravvivenza. Ti aiuteremo, Simon, al meglio che possiamo,
ma non andremo giù per il sentiero di Ichabod.” Picchia di nuovo
il volante, ancora più forte. “Cazzo! Io non
sono quell'oca
bionda! Sono la ragazza fica dai capelli scuri, sardonica e
favolosa---ma con alcuni disturbi emotivi e un passato problematico.
Quella che tifi perché riesca a ragionare e a farcela fino al
sequel. Sto scappando dalla casa degli orrori!”
Simon
lascia che le parole scorrano dalle sue labbra viola. Non la
interrompe. Niente Neil. Nemmeno un cadavere. Deludente. Si sente
dispiaciuto però anche per Nyx, sente dolore perché lei sente
dolore e si sente goffo perché non sa cosa fare. Così, trattiene il
respiro e allunga una mano insicura, stringendo la spalla di Nyx e
massaggiando il retro del suo collo come ha visto e sentito fare lei
a lui nel ripostiglio all'incontro del Santuario---mimando al meglio
che può.
Nyx
sorride, alza una mano e stringe quella di Simon.
Ho
imparato, Jane, che non è poi così difficile interagire coi vivi,
non se pretendo che siano morti.
Simon
lascia indugiare la sua mano, assaporando il calore.
“Oh,
Simon. Probabilmente pensi che sono una chica
pazza, no?”
La
testa di Simon scocca di lato.
“Paragonata
a cosa?”
Nyx
sorride a metà, e per metà singhiozza.
“Forse
è questo il motivo per cui mi piace andare in giro con te, Mr.
Meeks. La relatività. Whoa---stai bene? Stai tremando.”
Simon
fa del suo meglio per tenere ferme le mani. “Non ho avuto la mia...
Non ho visitato l'Acqua Morta per un pezzo.”
“Drogato
di Acqua Morta!” dice una Cornacchia.
“Spaventapasseri
tremante!” dice un'altra.
“Ho
fame!” dice una terza.
“E'
una brutta dipendenza,” dice Nyx. “Le nostre sessioni di
meditazione aiutano?”
“Un
po'. Ho trovato il mio animale totem.”
“E?”
“L'ho
dissezionato. Ha aiutato. Un po'.”
“Wow.”
Dopo
un momento, Simon sospira e nota, “Jane li teneva insieme---Knock e
gli altri---li manteneva sani. Poteva farlo. Ma quando è sparita, il
buio li ha presi. Chi era lei?”
“Non
lo so,” dice Nyx. “Qualcuno di speciale.”
“Si.”
La
mente di Simon divaga: osserva un cartellone che balena
vicino---realizza di essere affamato---pensa alla barretta di
caramello---il nome della marca---la galassia della Via
Lattea, Milky Way.
Le luci sfocate sono diventate stelle---UFO---leggende
urbane---segreti
cosmici---l'Ade---religione---dei---salvezza---morte---e barrette
Milky Way.
Simon
prende il registratore di Jasper dalla tasca.
Play.
“Sono...
sono tutti intorno a me proprio adesso,” dice la voce dell'uomo
morto.
Stop.
Rewind.
Play.
“Sono...
sono tutti intorno a me proprio adesso.”
Simon
ascolta l'ondata di statico, proprio dopo la frase, e la debole
cadenza in essa.
Le
Cornacchie cantano, “Carne in scatola, morte e barrette Milky Way.”
E
poi, i corvi fantasma intonano, “Tre possono mantenere un segreto,
se tutti e tre sono morti.”
“Non
con me,” dice Simon.
“Non
con te, cosa?” chiede Nyx.
* * * * *
Simon
si rifiuta di andare nella cucina, si rifiuta di guardare
nell'acquario. Sfoglia l'agenda di Neil, trovando il tre settembre
segnato, non con il solito indirizzo, come le altre note, ma con
Cimitero della Madonna
di Bachelor Grove. E
dopo quello delle coordinate GPS: 41°
37'51.16”N --- 87°46'14.27”W.
In
disparte, nei margini, una nota scritta più in fretta reca: C'è
una Signora in Bianco nel Cimitero. Cefalopodi arrabbiati sotto la
gonna.
Simon
diventa affamato.
Si
rifiuta ancora di andare nella cucina. Le Cornacchie sono affamate, e
lui trema nell'astinenza. Poi Simon la vede --- un’altra nota, in
una grafia diversa, sul retro del volantino del Club Wendigo
dall'agenda di Neil. Include un indirizzo e, sotto quello, le parole
insistenti:
RIFUGIO
SICURO
---Ichabod
Simon
freme, guarda in giro per la sua stanza come se uno spettro potesse
saltare fuori e rubare il suo indizio. Compone il numero di Nyx.
Nessuna
risposta.
Simon
cammina fino a una libreria e rimuove il pesante tomo: Stranezze
dell'Illinois. Lo
apre arrivando alla quarta di copertina con la biografia dell'autore:
Ichabod Knock si
nasconde da qualche parte a Chicago, con i suoi gatti.
Simon
compone di nuovo il numero di Nyx.
Nessuna
risposta.
“Agisci,
Simon! Riprenditi la ragazza,” strillano le Cornacchie.
Simon
dice, “Ma Nyx---”
“Non
stai andando da solo, Simon,” dicono le Cornacchie. “Mai da solo.
No. Lo stormo-in-uno---tempesta spettrale in una tazzina. Vai!”
Simon
afferra il suo cappello e giubbotto e stringe la sua cravatta lacera
mentre le Cornacchie canticchiano i loro necro-blues, i loro testi
entropici-beatnik, le loro filastrocche apocalittiche.
Simon
prende l'agenda e si avvia fuori dalla porta. Girandosi piegato in
basso, per chiudere la porta, lo annusa.
Chimico.
Strano... ma familiare.
Simon
si gira.
Tre
di loro---tre forme fattesi silhouette tramite il lampione
tremolante, osservano Simon sul suo uscio. Da un lato, una silhouette
dalle spalle larghe, alta, dagli arti lunghi, una minacciosa e oscura
forma a V. Al centro, una silhouette ancora più alta, dalle spalle
strette, una figura palo-totem ombrosa che si erge sempre più in
alto. Dall'altro lato, una silhouette di altezza media, secca,
fragile, ristretta in se stessa con la testa curvata in avanti e le
braccia strette sul petto. Tutti e tre gli stranieri indossano
cappelli logori con gli orli ampi e deformati. Simon non riesce a
vedere alcuna faccia. Tutti e tre rimangono fermi, perfettamente
fermi, in pose dalle pieghe bizzarre.
E
stanno lì.
E
fissano.
E
un lungo, silenzioso battito passa.
Un
lungo battito.
Le
Cornacchie fissano.
Il
silenzio macina le terminazioni nervose di Simon finché pensa che
potrebbe urlare solo per far tacere il silenzio. E' quando la
silhouette dalle spalle larghe si gira verso i suoi compagni e
produce un orrido rumore bagnato, un gorgoglio smorzato.
Il
suono sembra attivare gli altri due. Come delle marionette di carne,
si muovono con goffi strattoni.
“Noi
giocare?” dice la silhouette palo-totem altissima con una voce
profonda e risonante.
“Non
siamo statue di cera, mmm? Lei dovrebbe pagare, mmm?” dice la
silhouette fragile in uno stridio.
Tutte
le loro frasi innaturali escono fuori insicure, un mezzo punto di
domanda in coda ad ognuna.
La
silhouette larga gorgoglia ancora, impaziente.
La
figura altissima reagisce, si fa avanti, e dice, “La stagione è
autunno... il tempo passa... prima senza parole... poi... il mio
socio ti prende... poi entriamo... poi abbiamo dialogo.”
Simon,
congelato, sente qualcosa che si manifesta invisibile, e lo spazio
tra lui e le figure muta in vermi e larve. La forma dinoccolata della
figura larga si muove in avanti con uno scatto, afferrando Simon per
il collo e sollevandolo da terra. Si muovono nella sua casa
rabbuiata, seguiti dalle altre due forme. Da così vicino, Simon può
vedere che tutti indossano degli impermeabili di plastica e guanti di
gomma gialli, il tipo usato per le pulizie casalinghe. L'incresparsi
bagnato di tutta quella plastica e gomma puntualizza ogni loro
movimento.
E
c'è l'odore---chimico, familiare.
Simon
vede, sotto la muffa e gli impermeabili, dozzine di forme verdi
appuntate ad ognuna delle tre figure, dozzine di pini verdi, del tipo
deodoranti per auto. Dozzine di pini felici punteggiano ognuna delle
forme dinoccolate come assurde medaglie di guerra, come candele su
una torta di compleanno ammuffita---e il profumo di pino chimico si
acuisce. Sotto quello però c'è un profumo che è molto, molto
familiare per Simon.
Simon
si dimena nella presa, e lo straniero largo lo sbatte contro un muro.
Un'altra
frase sforzata.
Gli
altri stranieri sembrano persi.
Lo
straniero largo gorgoglia, impaziente, attivando i suoi compagni.
“Noi
giocare?” dice lo straniero altissimo. “Bene... il mio socio ti
tiene... con minaccia... bene... il mio socio... ti fa domande... se
tu non confessi... il mio socio ti sistema... il mio socio ha posto
le domande?”
E'
buio, e gli orli dei cappelli deformi sono ampi, e Simon non vede
alcun viso.
“Ce
lo dirà, mmm?” stride lo straniero avvizzito.
“Dov'è
lei, mmm?”
“Chi?”
chiede Simon, i piedi penzolanti. Calcia le gambe e l'inguine del suo
catturatore ma lo straniero largo non sembra notarlo.
“Non
fare giochetti,” dice lo straniero avvizzito. “Il mio socio ti
sistema, mmm? Non c'è... tempo. Non esiste. Ho delle commissioni
da... fare... Devo prendere un quarto di latte... avevamo finito il
latte... Mamma era piuttosto brusca a riguardo... Non devo
rivoltare... il suo umore... contro di lei... cosa, con lei bloccata
a letto tutto il tempo... non c'è tempo. Mmmamma---”
Lo
straniero largo interrompe il suo compagno con un gorgoglio
impaziente.
Lo
straniero avvizzito si riconcentra. “Dov'è lei?” stride.
“Hai
posto le domande?” chiede lo straniero altissimo, ignaro. “ Il
mio socio pone le domande. Se non confessa, il mio socio... lo...
sistema. Poi usciamo... silenziosi. Sfumiamo in nero.”
“Mmmamma,”
stride lo straniero avvizzito. “Lei è morta... anni... e anni...
fa. Non... c'è... tempo.”
“Sfumiamo
in nero,” ripete lo straniero alto. “Erano tutti usciti, allora.
Tutti hanno... lasciato. Julie diceva che ero un bugiardo in tutto.
Diceva che mi aveva sorpreso a scoparmi una delle mie studentesse,
così dovevo aver mentito su tutto il resto. Ma non è... vero.”
“Mamma
è morta,” stride lo straniero avvizzito, “e loro dicevano che
ero io, mmm? Ma non
ero io. Io...
cambiavo le padelle. Io... non potevo uscire con gli amici. Io... non
potevo vedere una donna. Lo rimpiangevo. Mi risentivo, mmm. Ma non
sono stato---”
“Julie,”
dice lo straniero alto. “Lei diceva che avevo dato il ruolo a
Desdemona perché mi aveva scopato. Non vero. Lei era... così
talentuosa. La migliore che avessi mai visto. Mi aveva dato un libro
di opere di Samuel Beckett perché erano le mie preferite. Sembrava
abbastanza innocente. Non abbiamo scopato fino a dopo
che le avevo dato la
parte... poi tutti loro hanno lasciato... via Julie... via
Desdemona... via università... usciamo in silenzio. Sfumiamo... in
nero.”
Simon
cerca di seguire da sinapsi a sinapsi putrefatta.
Strane
carte nella mia partita. Eh, Jane? Cos'erano---chi erano---prima dei
loro orrendi per-sempre?
Simon
fa apparire un bisturi e lo affonda profondamente nell'avambraccio
dello straniero largo, ma lui non lo nota. Gli altri due stranieri
continuano a borbottare.
“...non
ho staccato la spina alla macchina. Non c'è... tempo. Devo...
prendere un quarto di latte...”
“...e
lei aveva iniziato a piangere... quando non potevo mantenere un
erezione... come se si ripercuotesse male su di lei... via, tutti---”
Lo
straniero largo spezza il groviglio di parole con un grido e un
gorgoglio, più forte, poi una seconda volta, più forte e violento,
mentre pesta i piedi. Gli altri due stranieri scattano all'attenti.
“Dialogo,”
dice lo straniero alto. “Il tempo passa. Il mio socio pone le
domande.”
Lo
straniero avvizzito guarda a Simon con improvvisa chiarezza di
intenti e stride, “Dov'è la ragazza con gli occhi dorati?”
“Non
lo so,” dice Simon attraverso la stritolante presa gialla. “Non è
qui.”
Una
pausa e silenzio.
“Ha
posto le domande?” chiede lo straniero alto. “Bene. Io esco.”
Lo straniero alto cammina impettito in casa, fuori dalla prospettiva
di Simon.
Un'
altra pausa e silenzio, e un'automobile passa per la strada, i fanali
che illuminano per un attimo le fattezze degli stranieri.
La
bocca dello straniero largo era stata cucita?
Erano
stati cuciti anche gli occhi dello straniero avvizzito?
“Lei
non è qui,” dice lo straniero alto, tornando. “La stagione è
autunno e il tempo... passa, prima senza parole. Poi noi usciamo,
silenziosi. Svaniti.”
Simon
vola nello spazio, lanciato via dall'enorme mano gialla. Si schianta
in un muro e sul pavimento.
Quando
alza lo sguardo, sono spariti.
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