Salve cari lettori! Il caldo si avvicina, ma il sottoscritto e la cara editor Sara non si fermano, ed ecco quindi un nuovo capitolo della traduzione di Strangeness in the Proportions!
Finalmente vediamo Simon dopo la "sbornia" di assenzo eccessiva dello scorso capitolo.
Come al solito vi lascio il link al capitolo precedente che contiene anche i collegamenti a tutti i capitoli usciti sino ad ora:
http://nopipeblog.blogspot.it/2014/05/stranezza-di-proporzioni-capitolo-9.html
In più se foste interessati all'acquisto del libro in lingua originale ecco il link:
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
Spero da adesso in poi di avere il tempo per ottenere una doppia pubblicazione mensile, vi lascio al capitolo!
Capitolo 10
URLOOOOOOOOOOOOOreazioneeeeeeeSSSSSSSSSSSSIBILOsssssssssstatico.
ASSISTERE---Avvio segnale---inizio sintassi
REM---ASSISTERE---attraverso canali sanguigni e pulsazioni del
timpano---ASSISTERE---fuoriuscita---inizio segnale
nascita---dilatazione buco nero, l'utero stella-morta, vulva
evento-orizzonte, insaziabili, fauci vaginali
risucchia-luce---Iniziare nascita---grida a multi-frequenze spezzano
il vuoto---artigli segnale-satellite stracciano placenta d'ebano, ali
invisibili strappano carne intessuta di dati, scalciano libere dalla
gravità amniotica---strisciano, zoppicano, volano---ali particellari
fiammeggiano su venti solari in un vuoto urlante---i serafini
singhiozzano alla perdizione dei messaggi promozionali---ORDINA
ADESSO!---fine pupa---TAGLIA-MEGA PER SOLI 49$!---Iniziare
segnale---Iniziare cadenza sparagmos---ASSISTERE---
* * * * *
"Jane?"
La soffice carezza di
bianche mani e unghie sangue-di-zucca.
Le sue labbra fatate si
separano, pronte a parlare.
"No!"
Simon però non riesce a
fermarsi.
Ogni mattino noi uccidiamo
i nostri cari.
La decapita con la
flessione delle palpebre.
Ogni mattino.
Senza mai piangerla.
* * * * *
"Jane?"
Nulla risponde, eccetto il
tumulto nel suo stomaco e l'apocalisse nella sua testa.
Simon si lamenta.
Cerca di afferrare lo
spettro di Jane e i segreti nel segnale statico, ma questi evaporano.
Nessuno di loro può
sopravvivere a lungo nella luce del sole e nell'ossigeno-veleno della
razionalità. Li ricorda troppo duramente, ed essi si sgretolano.
Elettricità statica.
Elettricità statica sibilante. La televisione è accesa. Simon è
sul suo divano. Voci. Ma non nello statico. Suona come il Dottor
Reeves... sta uscendo dalla segreteria. Simon cerca di mettere
insieme le parole, qualcosa riguardo all'essere terminato. Qualcosa
riguardo al ringraziarlo per tutto il suo duro lavoro. Qualcosa
riguardo una "condotta discutibile" e "abuso di
sostanze" e "se ci sono dei rancori, Simon, per piacere
ricorda la chiaccherata che abbiamo avuto addietro. Ricorda su chi
ricadrebbe la colpa. Ricorda a chi la
gente crederà. Ti auguro un'ottima giornata."
Il respiro di Simon si
intensifica quasi in un affanno. Ha dei problemi nell'esprimere
rabbia ed emozioni aggressive. Reeves gli stava portando via tutto:
l'occupazione di Simon, i suoi amici, l'Acqua Morta. La tua vita, la
tua dose di eroina, e tutti i tuoi compagni da---Evviva---andati.
Simon salta in piedi, riesce a raggiungere il bagno, giusto in tempo
per vomitare verde, sacchi di verde, incredibilmente verde.
Guardando lo specchio,
Simon capisce che ha perso la vista nell'occhio sinistro.
Avvelenamento da assenzio. Sarà permanente?
Troppo, troppo in
fretta. Eh, Jane?
Sente l'odiato suono della
sua stessa voce registrata sulla segreteria telefonica: "Soggetto:
Simon Meeks. Per favore lasciate un messaggio. Grazie."
Beep.
"Ciao, tesoro. Sono
io. Tuo padre ed io siamo un po' preoccupati per te."
Le brutte notizie
viaggiavano veloci, apparentemente.
"Abbiamo sentito
Richard e lui dice che ti hanno dovuto lasciar andare via. Qualcosa
riguardo una condotta inconsistente."
Avevano sempre chiamato
Richard il Dottor Reeves. Era un "amico di famiglia," uno
dei migliori clienti di suo padre.
"E' tutto a posto,
Simon? Io---noi---noi volevamo
solo... Io... Io so...
Glielo chiederò. Gli chiederò---"
Simon sente suo padre che
borbotta in sottofondo.
"---d'accordo. Caro,
tuo padre ed io siamo preoccupati che tu possa fare uso di un qualche
tipo di droga." Il signor Meeks borbotta qualcosa sottovoce.
"Shhhh. Tesoro,
ti vogliamo ancora bene, e puoi venire a parlarci di qualunque cosa
ti passi per la testa. Tuo padre crede persino che questa possa
essere una buona cosa, farti uscire da quell'obitorio. Puoi tornare
alla chirurgia estetica, avere a che fare con delle brave persone,
persone vive. Però... tesoro... tuo padre dice che devi entrare in
un buon programma di recupero da droghe. Ti vogliamo bene e siamo qui
per te, Simon. Ti prego richiamaci."
Beep.
Pensieri di teste mozzate
che siedono tutte nitidamente in riga, dentro teglie per arrosto,
sulla lavanda rilassante delle tovaglie di plastica. Il mal di testa
è biblico. Simon mette gli occhiali, l'occhio sinistro ancora
inutile. Quanto assenzio ha bevuto? Come ha fatto a tornare a casa?
Frammenti di ricordi, di cadere sul suo divano, e attraverso la
nebbia verde poter vedere tutte le sue cellule---pulsanti, pensanti,
che si moltiplicano, seguendo prerogative primordiali.
Simon apre le tende. La
luce del sole sbatte nella sua testa attraverso l'occhio buono,
lacerando il suo teschio lungo le linee di giuntura. Cade sul
pavimento, vomitando oscenità di acido-da-batteria.
* * * * *
"E' ridicolo."
Le lacrime arrivano
comunque. Arrivano sempre. Ogni volta, come se fosse la prima volta,
come se fosse una sorpresa. "Mi dispiace," dice Simon
all'ultimo pesce rosso morto. Il pesce lo fissa soltanto, a testa in
giù, e non offre opinioni, osservazioni, o filosofie. Simon avrebbe
iniziato il normale rito dello scarico e lutto, ma un bisturi
infilato nel muro cattura il suo occhio, diciamo, quello che
funziona.
E un altro bisturi.
E un altro ancora.
Ogni stanza ha un
bisturi---uno dei suoi---infilato nel muro.
E ogni stanza ha parole e
frasi graffiate in quei muri come scarabocchi chirurgici.
Scritte sui muri. Eh,
Jane?
"Chi?" chiede,
ma Simon conosce la risposta. Gira ogni stanza, ognuna con le proprie
piante morte e putride, vittime dei suoi illimitabili pollici neri.
Ogni stanza con un bisturi e scritte.
Il segnale statico,
Jane. Io ero il loro sonnambulo. Io ero il loro scrivano-del-sonno.
Jane Doe,
scritto in tagli amorevoli, correva su e giù per i muri di ogni
camera. C'erano però altre frasi e parole graffiate nei muri,
sillabe che accendevano fievoli barlumi di ricordi nella testa di
Simon. Ricordi dell'elettricità statica demoniaca e del
terribile sorriso.
Simon cammina nel bagno.
Graffiato nello specchio c'è:
La Giovane
La Madre
La Vecchia
Simon cammina dentro la
sua cucina. Lettere graffiate nel muro recano:
L'Uomo
Impiccatore
L'Uomo
Sorridente
L'Uomo
Domandante
L'Uomo
Piangente
Simon arriva nel suo
soggiorno. Oltre il cimitero che è la boccia da pesce rosso, delle
lettere scritte a bisturi recano:
Sparagmos
Il Fiume
di Scabbie
Cerca
Rifugio!
Ossidiana
Ci sono frasi che Simon
non può catalogare così facilmente. Ci sono segni che appaiono a
Simon come equazioni. Non capisce i loro simboli o significati, ma
sembrano avere sintassi. Non sembrano casuali.
Simon vaga in tondo per la
sua casa, leggendo le scritte sui muri. Le sue mani giocano con un
mazzo di carte per calmare il suo cervello, per controllare le
schegge di vetro. Mischia e taglia---fa apparire e scomparire
carte---manipola carte attraverso il mazzo---tutto mentre legge le
scritte. Con le parole arrivano gli echi del segnale statico.
Simon conosce i quattro
uomini. Mentre li legge a voce alta li nomina ed estrae la carta che
sente appropriata.
"L'Uomo Impiccatore."
Hector, jack di quadri.
"L'Uomo Sorridente."
Joe, jack di fiori.
"L'Uomo Domandante."
Gabe, jack di picche.
"L'Uomo Piangente."
Alex, jack di cuori.
Simon cicla attraverso i
jack e può quasi ricordare qualcosa dall'elettricità statica. Simon
accende la TV, alza il volume, ascolta la tempesta di neve. Qualcosa
riguardo una "necropoli di infanti"... L'Uomo Domandante e
l'Uomo Piangente... trasformeranno le loro
pance in una necropoli di infanti. Gabe e
Alex. Picca e cuore. I jack con un occhio solo. Loro---
Poi i frammenti sono
andati. Simon li ricorda troppo duramente e loro si sgretolano in
neve statica.
Chi sono le tre donne?
Dovevo incontrare le
tre donne, Jane, per trovarti.
Simon mischia il mazzo,
estraendo una carta per ognuna.
"La Giovane."
Regina di fiori.
"La Madre."
Regina di quadri.
"La Vecchia."
Regina di picche.
Questo lasciava Jane come
regina di cuori?
Simon mischia il mazzo,
manipolandolo ed inseguendo i jack e le regine.
* * * * *
Simon passeggia finchè
non riesce più a passeggiare. Finchè non riesce più a sbirciare
fuori dalla finestra, cercando le cose che lo stanno perseguitando e
che gli bisbigliano. Finchè non riesce più a stare nello stesso
edificio con la cosa sotto il suo letto, avvolta in stracci unti.
Il martello, Jane. Una
volta ho avuto un sospettato serial killer sul mio tavolo. Emanava la
stessa sensazione, all'interno.
Simon indossa il suo
completo nero del negozio di seconda mano, una cravatta nera, appunta
una rosa essiccata ad un risvolto lacero, e afferra il suo cappello.
E' tempo di cercare
rifugio.
* * * * *
Strane carte in questa
partita. Eh, Jane?
"Cerco rifugio,"
dice Simon perchè suona come la cosa giusta da dire.
Disse il corvo, "Mai
più!"
A dire il vero, non è
proprio un corvo normale. E' un corvus albus, corvo bianco e nero
africano, le sue piume d'ebano interrotte da una macchia di bianco
sul petto. Sembra più una cornacchia che un corvo.
Jolly Roger racconta a
Simon dei corvi bianchi e neri. Jolly Roger parla con una voce
affascinantemente rancida, come la fisarmonica di uno zingaro. A
Simon era stato detto di cercare Jolly Roger.
Le ombre, i sogni, e le
persone tragicamente dipinte fremono sulla pista da ballo.
"E' contro la legge
possedere dei corvidi indigeni," dice Jolly Roger. "Oh,
puoi sparare a quanti ne vuoi. Ucciderli a centinaia. Ma gli dei ti
proibiscono di tenerne uno come animale da compagnia. E' folle o no?"
Jolly Roger parla a Simon,
da dietro il bancone, ma i suoi occhi raramente lasciano la pista da
ballo.
"I corvidi esotici,
d'altra parte, sono a posto. Uccelli magnifici! Grandi parlatori. Più
intelligenti della gran parte dei primati. Hanno anche un dispettoso
senso dell'umorismo," dice Jolly Roger con un ghigno. Metà dei
suoi denti sono d'oro. L'altra metà di platino.
Le ombre, i sogni, e le
persone tragicamente dipinte fremono sulla pista da ballo.
"Il nome di questo è
Byron."
"Mai più!" urla
l'uccello.
"Perchè non lo hai
chiamato Poe?" chiede Simon.
"Perchè gli piaceva
Byron," dice Jolly Roger, gli occhi sulla pista da ballo.
"Gigantesca la morte
guarda in basso!" dice Byron con una voce dal registro
notevolmente profondo per un uccello, stranamente umano e stridulo.
La voce ombra-gemella di Jolly Roger.
"Mai più!"
Byron si mette in mostra a
Simon, sobbalzando la testa, increspando le penne sul suo collo e
becco, mostrando quanto sia grande la sua apertura alare. Si mette in
mostra con frammenti dei versi di Poe che gli devono essere stati
letti.
Con Byron appollaiato
sulla spalla e i suoi stivali neri, maglia nera da campagnolo,
bandana viola, lunghi tratti di capelli unti---alcuni tratti ornati
con piccoli teschi--- e gioielli d'argento, Jolly Roger assomiglia
in modo alquanto audace a un pirata-gotico. Uno strano amalgama tra
il Capitano Morgan e Marilyn Manson.
A Simon era stato
raccontato che Jolly Roger sapeva come trovare il Santuario di
Ossidiana e che poteva essere trovato a Carfax Abbey, un nightclub
gotico vicino all'area chiamata Clark e Belmont.
Jolly Roger indica la sua
barba ornata e ricambia Simon con un cenno. Uno di quegli occhi
maliziosi è di vetro, una faccina sorridente che fa l'occhiolino,
gialla e fosforescente sotto le luci nere. Il pirata-gotico ammicca a
Simon con l'occhio buono, mentre il suo occhio di vetro sbatte le
palpebre---un ammiccamento disgiunto, stereo---il tipo di vista che
potrebbe stimolare l'epilessia nell'infermo.
Una pallida cicatrice
attraversa l'occhio mancante. Simon però non ha ancora assimilato
tanto assenzio---giusto abbastanza per ammorbidire i bordi delle
cose---così non ha potuto leggere la cicatrice. C'era una storia lì,
curva e nefasta.
"Mi piace il
cappello, amico." Jolly Roger sfoggia un sorriso oro-platinato.
"Ora, hai detto qualcosa riguardo ad avere bisogno di rifugio.
Il tuo lumino notturno si è fulminato? Hai visto qualcosa?"
"Si. Io... si."
"Huh," dice
Jolly Roger, tornando a guardare la pista da ballo.
"Si torce!---si
torce!" annuncia Byron, "Con angosce mortali
e mimi diventano il suo pasto. E i serafini singhiozzano vedendo i denti del verme masticare grumi di sangue umano."
e mimi diventano il suo pasto. E i serafini singhiozzano vedendo i denti del verme masticare grumi di sangue umano."
"Sto cercando il
Santuario di Ossidiana," dice Simon, aspettandosi che la musica
in qualche modo improvvisamente si fermi, con il suono di un ago che
raschia il vinile e taglia l'aria mentre
ogni paio di occhi nel club si gira e lo guarda in modo truce.
Questo non accade.
"Allora
il mio cuore divenne di cenere e triste,"
dice Byron.
"Molto probabile,
scudiero," dice Jolly Roger.
"Come
le foglie che erano crespe e secche---" continua Byron.
"Non
è un così gran segreto," dice Jolly Roger.
"Come
le foglie che erano avvizzite e secche," conclude Byron.
Jolly
Roger passa a Simon un volantino.
"Vai
semplicemente al negozio di tatuaggi dall'altra parte della strada e
chiedi di Nyx. Ti aiuterà," dice il macabro bucaniere. "Lei
aiuta ad organizzare il Santuario. Non puoi perdertela. Un vero
personaggio. A dire il vero---" Jolly Roger si sporge in avanti
e il mondo di Simon è eclissato da denti oro-platino "---dicono
che sia la figlia di un incubo. Sai, un demone del sesso."
Tutte le strane carte
nella mia partita, tutte con strane mitologie. Eh, Jane?
"Per
caso," dice Jolly Roger. "Cosa ha originato il tuo
problema?"
"Una
donna," risponde Simon.
"Figuriamoci.
Qual è il suo nome?"
"Jane
Doe."
"Heh,
heh, heh. Giusto. Tieni per te i tuoi misteri allora, scudiero."
"E
molto la Follia, e ancora più il Peccato e l'Orrore sono l'anima
dell'intreccio," offre Byron.
"Un'altra
cosa," dice il pirata-gotico, "Io---"
"Gigantesca
la morte guarda in basso!" interrompe Byron.
Jolly
Roger passa di nuovo ad osservare la pista da ballo, ancora con il
suo storto sorriso, ma il suo occhio buono è serio. Simon lo osserva
mentre egli osserva. Osserva i danzatori sulla pista allo stesso modo
in cui un bagnino osserva i bambini nell'oceano.
Simon
si gira per andarsene, ma Byron salta giù dal suo posatoio sul
bancone vicino Simon.
"Non
esiste bellezza squisita," dice l'uccello, poi fermandosi come
se dimenticasse il resto, "senza una qualche stranezza di
proporzioni."
"Grazie,
Byron," dice Simon, placidamente. Raccoglie in modo assente una
piuma nera dal bancone prima di girarsi e lasciare Carfax Abbey.
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