Salve cari lettori! Come procede questa strana estate? Noi del NoPipe Blog cerchiamo ancora di mandare avanti la baracca ed eccoci quindi con un nuovo capitolo della traduzione di questo romanzo! Come sempre ringrazio l'editor Sara che si continua a prodigare nell'editing con assoluta costanza.
Come sempre vi lascio il link a tutti i capitoli usciti sin'ora:
http://nopipeblog.blogspot.it/search/label/Stranezza%20di%20proporzioni
In più per chi fosse interessato all'acquisto del libro in lingua originale, ecco il link:
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
Non mi resta che lasciarvi al capitolo, buona lettura!
Capitolo 12
Sei
una santa spettrale, Jane. La regina di cuori. Il santo di ombre. Il
cadavere dagli occhi dorati. Strane carte nella mia partita e tutte
sembrano avere dei significati elaborati, le proprie reali
mitologie...
Come
era venuto fuori, i membri del Santuario di Ossidiana conoscevano
Jane Doe. Nessun nome però. Era solo un dolce, pallido sussurro che
occasionalmente si intrufolava negli incontri.
La strana albina. Il grazioso mistero. Non aveva mai dato
testimonianza al
gruppo,
gironzolava intorno e basta, apparendo e scomparendo. Nessuno
riusciva nemmeno a ricordarsi esattamente quando aveva cominciato ad
apparire agli incontri.
Era
considerata universalmente un mistero buono, una presenza risanante
in una stanza piena di paranoici eccentrici.
Robin,
la piccola ragazzina con le strisce bianche nei capelli, era stata
vittima di un evento innaturale. La piccola Robin era spezzata, quasi
comatosa. Jane aveva speso del tempo con lei, e sebbene le sue ferite
non potessero
essere cancellate, il dolore era stato lenito e Robin era
tornata in sè,
riuscendo persino a parlare occasionalmente.
Si
è imbattuta in una cosa davvero brutta, Jane, e ora la piccola Robin
sa. Il resto di loro sorveglia Robin. Lei è il canarino nel buio.
Jane,
il pallido mistero, aveva parlato a dozzine di membri,
individualmente,
curando qualunque tipo di ferita.
Sapevo
che eri tu, Jane, quando hanno menzionato la pace che avevano trovato
in quegli occhi dorati.
La
notizia della morte della ragazza aveva portato lacrime amare. Il
Santuario di Ossidiana era desideroso di aiutare.
* * * * *
"Soggetto:
Jasper Eckman."
Simon
chiama il suo nome.
E'
la prima parte del rituale.
L'abbraccio
di latex blu dei guanti è un benvenuto a casa. Schiocco.
Il
soggetto---un maschio alto, quasi calvo, di trentatrè anni---sembra
essere morto qualche tempo dopo mezzanotte. Simon non ha ancora
controllato la temperatura interna del corpo.
Jasper
pende all'indietro su una vecchia sedia a dondolo in legno, gli occhi
che fissano il soffitto. La ferita di uscita, dietro il suo capo,
guarda giù, ciclopica, il pavimento. Uno scintillante revolver
cromato riposa nella sua mano destra. Sotto la sua mano sinistra
vuota c'è un registratore audio con una mini-cassetta all'interno.
Simon
di riflesso guarda il suo registratore digitale.
Circondando
Jasper e la sua sedia, in un cerchio esatto, restano tredici cubi di
carne in scatola gelatinosa e marcescente. E' un esatto circolo di
cubi incrostati. Una Stonehenge di falsa carne. Un circolo
putrescente disposto con la precisione di un calendario Maya.
Attraverso
la foschia verde dell'assenzio, Simon legge i significati
apocalittici nel circolo rituale di marciume.
"Sembrerebbe,"
dice Simon al suo registratore, "che la carne in scatola sia
rimasta morta molto più a lungo di Jasper."
* * * * *
"Lei
usciva col gruppo di Icky Knock," aveva detto un membro del
Santuario.
"Stavano
curiosando in mezzo a qualche roba folle," aveva detto un altro.
Ichabod
Knock.
La
peculiarità di Mr. Knock, Jane, è che parlava con la bocca piena.
Simon
aveva sentito di lui. Difatti, uno dei libri di Knock, Stranezze
dell'Illinois,
infestava la libreria di Simon a casa. Ichabod Knock, a volte
chiamato Icky. Collezionista di strane storie. A differenza della
maggior parte dei suoi colleghi, però, lui si era reso parte di
quelle storie, più grande di quelle storie---il Gonzo occultista.
Libri
di leggende urbane,
e gli autori possono diventare loro stessi leggende urbane. Eh, Jane?
Un
racconto apocrifo circola per Chicago, come
la El, dove un
gruppo di adolescenti, desiderosi di un brivido o dell'ombra di quel
brivido di giovinezza e di orrori sotto-il-letto, esce per testare
una storia del
libro di Icky Knock. E' una leggenda locale riguardo un susseguirsi
di sette ponti che si allungano oltre le colline e le
gole tra
Collinsvile e O'Fallon, ponti conosciuti come i Sette Portali
dell'Inferno.
Non
sono facili da trovare.
Consideratela
una sfida.
La
leggenda urbana sussurra che guidando sopra tutti i ponti,
nell'ordine corretto, si apra una porta per l'ade. Una variazione del
racconto dice che uno deve parcheggiare sotto il settimo ponte di
notte, spegnere le luci, e aspettare di essere trascinato dentro le
dimensioni
infernali da segugi demoniaci. Ci sono altre versioni. Le leggende
urbane si dividono e ramificano come teste mozzate e dibattenti di
vermi piatti.
Perchè
qualcuno vorrebbe volontariamente cercare le porte dell'Inferno?
Impossibile
dirlo con certezza, ma occasionalmente non facciamo una cosa
semplicemente perchè sappiamo che non dovremmo? Non avete voi, cari
tesori, mai cercato la cosa che non potete, non dovete, avere?
L'anima cerca l'oblio.
I
diavoletti del perverso danzano e sussurrano nel tempo che ci vuole
ad aprire una porta.
Acid
Bridge è il nome del più famoso dei sette. Si presume che un gruppo
di ragazzi, fatti di acidi, sia uscito guidando fuori strada dal
ponte, schiantandosi mentre cercavano i sette portali. Sono morti
bruciati.
Questa
storia non era nuova quando Ichabod la mise su carta in Stranezze
dell'Illinois. Eppure
i suoi libri sono sempre più dettagliati di
quelli dei suoi
colleghi---offrendo non solo teorie, ma guide pratiche nel bizzarro e
grottesco. Il libro di Ichabod Knock è famoso per dare indizi in più
su come trovare tutti i sette ponti e sbloccare il loro rituale. Il
libro di Ichabod Knock è famigerato per sfidare
il lettore a provare
questi giochi perversi.
Il
libro è ancora più famoso per un gruppo di ragazzini che hanno
fatto proprio così.
Come
dice la storia, un gruppo di ragazzi, armati di una copia con le
orecchiette di Stranezze
dell'Illinois, aveva
trovato tutti i ponti, persino Acid Bridge, li aveva trovati tutti e
sette e conosceva persino il rituale. Aveva trovato i Sette Portali
dell'Inferno. La polizia aveva trovato la loro auto il giorno dopo,
parcheggiata sotto il settimo ponte. Le portiere erano tutte
bloccate, ma la macchina era vuota. I ragazzi non sono mai stati
rivisti. Un ufficiale di polizia, dando un'occhiata ravvicinata,
aveva appannato uno dei finestrini dei passeggeri con il suo respiro,
rivelando una frase scritta sul vetro con un dito unto di sudore
oleoso: Aiutateci.
Potreste
finire la storia dicendo, "E il contachilometri dell'auto recava
666,666." Quello sarebbe strafare.
L'editore
di Knock è solo troppo desideroso di collezionare le vendite extra
generate da tali tragedie. Ichabod a volte riceve delle lettere
arrabbiate, ma non esiste una cosa come la cattiva
pubblicità---certamente non con le storie di Icky.
Ora
impratichitevi con la storia davanti a uno specchio nero.
Raccontatela a qualcuno al pub. Raccontatela a qualcuno che amate.
Raccontatela e raccontatela e poi provate---provate a resistere
all'urgenza di scoprirli da voi, i Sette Portali dell'Inferno. Perchè
le storie, specialmente il folklore e le leggende urbane, sono
pericolose. Si diffondono, muovono ed evolvono. Sono meme
viventi che svolazzano su ali morte di falena. L'anima gravita verso
l'oblio, si consuma per le labbra gelate dell'inottenibile. C'è un
pulsante di auto-distruzione costruito nei vostri circuiti.
Le
ossessioni nascono nel tempo che ci vuole ad aprire una porta, il
tempo che ci vuole a raccontare una storia.
Eccetera---eccetera,
e i diavoletti del perverso sussurrano per tutto il tempo.
* * * * *
L'appartamento
ronza sotto il dominio delle
mosche.
Piatti
sporchi, carta, cibo non finito, scompiglio.
Targhette
con il
nome da ogni forma
di lavoro a retribuzione minima pendono crocefisse su una bacheca. Un
piccolo cimitero di lavori passati e ogni lapide reca Jasper
Eckman.
C'è
qualcun altro però nel cimitero.
"Jane?"
Appuntata
nel sughero c'è una fotografia. Di scarsa luminosità, non è
un'ottima immagine, ma è
una foto di Jane
Doe in vita. Simon tocca la foto. La rimuove con cura, la mette in
una tasca. Le sue mani tremano. L'Acqua Morta trema. Astinenza da
Jane. Simon fissa il punto nel petto di Jasper dove vorrebbe stare
un'incisione a Y---e si riscuote.
Una
mano guantata di blu raccoglie con attenzione il registratore audio
di Jasper. Un dito blu preme il tasto di riavvolgimento.
Click.
Play.
Forse
la voce dell'uomo morto annegherà la malevolenza delle mosche.
"Pronto?"
dice una voce.
* * * * *
Ichabod
Knock girava con un piccolo gruppo libero di investigatori del
paranormale. E' quello che aveva detto Nyx. Lei sapeva di due che
occasionalmente venivano al Santuario: Jasper Eckman e Neil Barnes.
"La
ragazza dagli occhi dorati, la tua... Jane Doe, stava lavorando con
loro a qualcosa di importante per Ichabod," aveva detto Nyx.
"Non
vediamo nessuno di loro da un pezzo."
"Stavano
curiosando in mezzo a della roba folle," aveva reiterato un
membro del Santuario.
Erano
preoccupati, specialmente dopo aver sentito di Jane.
Nyx
aveva dato a Simon un indirizzo per Jasper. Nessuno sapeva come
trovare Ichabod.
"Il
suo agente letterario è venuto a cercarlo pochi giorni fa,"
aveva detto Nyx.
"Quindi,
Simon. Capisco che vuoi scoprire cos'è successo, aggiustare i torti,
eccetera. Ma perchè vuoi riprendere il suo corpo?" Nyx aveva
chiesto questo.
In
verità, Simon non gli aveva raccontato tutto.
Simon
aveva raccontato a Nyx che voleva sapere quali fatti misteriosi
stavano succedendo all'obitorio, che non poteva sopportare di avere
altri pazienti abbandonati nell'Acqua Morta, che aveva trovato Jane
Doe una persona troppo speciale per lasciare il suo corpo inquinato o
profanato o lasciato alla mercè di qualunque cosa ci fosse là
fuori. Questo era tutto vero. Simon non aveva menzionato di essersi
innamorato di Jane. Non aveva menzionato il bacio che aveva condiviso
con Jane. Non aveva menzionato di voler tenere il corpo di Jane dopo
averlo trovato.
Alcune
cose sono private. Eh, Jane?
* * * * *
"Pronto?"
dice la voce nel registratore.
Poi
arriva lo scricchiolio digitale di una sedia a dondolo in movimento.
La
sedia su cui è ancora seduto Jasper morto. Simon guarda la sedia, la
sedia ferma, ma sente quella in movimento sul registratore.
Dondolio.
"Io---"
farfuglia la voce. "Io... uh.... Non so come cominciare. Non so
nemmeno a chi arriverà questo."
Dondolio.
"Gli
altri---noi, uh, ci siamo tipo sgretolati. Voglio dire, non gli sono
mai piaciuto davvero---Non credo. Sapete? Le cose si sono inacidite
dopo che lei se n'è andata. Lei era una specie di fulcro. Voglio
dire, quando guardavamo in quei... huh. Era così..."
Dondolio.
"Cazzo!
Credete che se una ragazza fosse così importante per voi, sapreste
il suo nome. Niente nomi. Ce lo ha fatto promettere. Non le abbiamo
nemmeno dato un soprannome. Era semplicemente lì. Penso---"
Rumori
indistinti.
"Cos'era
quello?"
Suoni
di passi.
Dondolio.
"Comunque.
Siamo dispersi. Alcuni di loro potrebbero essere morti. Stronzi
comunque. Neil---probabilmente sta facendo quella sua cosa. Credo che
sia il meno fottuto. Credo... Credo che abbia una possibilità. E
Ichabod---è impazzito. Voglio dire, l'ultima volta che l'ho
visto---cazzo. Lui, lui, lui ci ha piantati in asso. Io? Io sono come
ero prima del gruppo."
Dondolio.
"Lei.
I suoi occhi. Voglio dire, Cristo. Ci manteneva sani. Aveva quel modo
di fare. Persino quando vedevamo cose che, uh---"
Suoni
di inspirazione.
"Lei
era un miracolo."
Dondolio.
"Occhi
dorati..."
Simon
stringe il registratore, cerca di spremerne fuori altre informazioni.
"Non
so perchè sto facendo questo. Non ho una storia. Non una bella.
Knock aveva storie, Neil ha delle storie. Io sono solo deprimente.
Inutile. Io... uh... quel film. Conoscete quel film? Quello con Bruce
Willis? 'Vedo la gente morta.' Odio quel cazzo di film! Mi ricorda
della mia condizione.
Mi
ricorda che Bruce Willis sta perdendo più capelli. Tutte e due le
cose mi deprimono."
Simon
sente le mosche del presente, mentre gli ronzano attorno alla testa e
le mosche del passato, che ronzano nel registratore.
"Il
posto è un casino. Un sacco di mosche. In un certo senso le
invidio."
Gli
occhi di Simon si bloccano su un cubo marcescente di carne ammuffita
e cade in una landa dal putrido microcosmo, un universo sciupato, un
cerchio perduto dell'Inferno di Dante.
"Hey,
Simon!" chiocciano le Cornacchie.
Simon
scuote la testa, fuggendo da un episodio di monomania.
Sul
registratore, sente annusare, non aspirare,
come se Jasper continuasse ad esaminare l'aria.
"Un
casino, un casino questo posto. I miei piccoli amici dapertutto,
quelli che non potevano aiutarmi... immondizia."
Simon
nota che, sui relitti di cartoni per pizza, sorge un ammonto copioso
di prodotti per rinfrescare l'aria, bombolette spray, candele,
deodoranti a spina, e ogni sfumatura di incenso nell'arcobaleno.
Altro
annusare.
"Vendono
dell'incenso al profumo di oppio. E' vero. Li ho provati tutti.
Niente. Ho acceso, spruzzato, bruciato, persino starnutito ognuno di
essi. Puoi svenire se ti arriva una botta abbastanza grande di
potpourri. Niente."
"La
carne, la carne," dicono le Cornacchie.
Simon
annuisce.
La
carne in scatola era stata disposta troppo specificatamente, in
maniera troppo esatta. La carne marcia non era la malattia, solo
un'altra cura fallita. Ma per cosa?
Suoni
di botte.
"Dannazione!
Tredici! Tredici scatolette. Rigonfie. Marce. E non riesco a sentire
la puzza. Cosa cazzo devo fare?
Sono...
sono tutti intorno a me anche adesso. Proprio---"
Sniff.
"---proprio
appesi nell'aria. Che aspettano. Che cosa stanno pensando? Non lo so
proprio, cazzo. Nessuna comprensione. Cosa diavolo volete da me?
Cosa?! State fluttuando attorno solo per mostrarmi come sia tutto
inutile, vero? Nessuna comprensione. Nessun significato in nulla.
Niente.
Non se---"
Distorsioni
agitate nell'audio, sussurri nel segnale.
"Okay---il
punto. Il mio segreto. Cosa farebbe sedere un uomo adulto nel centro
di un anello marcio di carne in scatola? Io annuso la gente morta."
Risa.
Risa malate. Come qualcosa che tossisce fuori ami per pesci.
"Già,
io non vedo, percepisco o converso coi morti. Non ho contatti
psichici con gli spiriti. Io li annuso.
Ha! Divertente quando lo dici a voce alta, come una piccola e macabra
striscia a fumetti."
Risa.
Qualcosa si frantuma.
"E'
il mio... hehehe... è il mio potere.
Com'è? E' oppressivo---una pellicola appiccicosa sopra la mia vita.
E' difficile da descrivere. E' sempre stato lì. Non ho mai annusato
altro. Nulla. Ma loro, uh, lasciano, tipo, delle scie di vapore. Li
sento così forti che è quasi come vederli. Posso dire le loro
taglie e dimensioni. Dolce marcio. Odorano come... Non saprei, come
di suolo bagnato. Forse spazzatura umana. Come---già, come una
caduta che dà le vertigini. Odorano un po' come guardare nello
specchio la notte del ballo scolastico e sapere che non hai una
compagna. Bouquet de
l'entropie.
Polvere
alla polvere nelle narici. Cenere alla cenere dietro la gola."
Le
Cornacchie gracchiano nell'albero di assenzio. Vogliono l'Acqua
Morta. Simon sente il bisturi nella sua tasca.
"E'
sempre lì. Sempre. Come un'aura schifosa. Filtra il resto del mondo.
E' tutto marcio!
E---no, no, no! Non riesco nemmeno a dirlo giusto. Non sono bravo in
queste cose. Non sono bravo in niente. Spazzatura. Heh. Forse. Forse
odora come carne in scatola marcia."
Sniff.
"Non
saprei. Spiriti diversi portano variazioni sul profumo. Lo sapevate?
Posso dirlo. Posso annusarli nei cimiteri---un rimpianto agrodolce.
Posso annusarli alla vista di omicidi---la puzza di capelli bruciati.
Arrabbiati. Posso annusarli anche adesso. Vicini. Odorano di
curiosità. Si stanno chiedendo cosa sto facendo. Puzzano anche di
attesa, come un demone che cerca di trattenere una scorreggia. Così
fottutamente claustrofobico. Sono tutti intorno---nei miei vestiti,
nei miei fottuti pori."
Simon
nota le mani sul cadavere di Jasper, rotte da lavaggi compulsivi. La
faccia, secca da troppi detergenti aggressivi.
Un
piagnucolio ora sul registratore. Un sussurro acre troppo vicino al
microfono.
"La
morte potenziale. Ha, uh, anch'essa ha
un'odore. Più
debole di quella vera, ma è lì. Posso annusare l'incidente che sta
aspettando di succedere a qualche povero idiota. Gli
anziani---Cristo, gli anziani ne trasudano proprio. E mi costa tutto.
Non riesco nemmeno a mantenere dei lavori di merda. Prova
a vendere un ordine di patatine extra-large a un vecchio grassone
quando puoi sentire l'aria viziata di morte che cola fuori dalle sue
arterie."
L'annusare
diventa inspirare.
"Oh,
lei rendeva tutto un po' migliore. Per tutti noi. La
sgradevolezza---era tutta più lontana. Lei aveva semplicemente
questo dono per---Cristo! E io... e io credo che non possa
essere così, giusto? Ci deve essere altro. Qualcosa! Non può essere
tutto marcio. No. Ed è la parte peggiore. Consapevolezza del
sovrannaturale senza comprensione. Io so
che c'è un aldilà.
Sono attorno a me anche adesso..."
Altre
interferenze e crepitii.
"C'è
un aldilà ed è tutto solamente un gran puzzo! Un miracolo senza
senso. Immondizia. L'anima è solo l'immondizia che i vivi evacuano
dalle loro budella quando muoiono."
Pausa.
Altre
interferenze.
Risata
amara.
"Ora
tutto quello che mi chiedo è: come odorerò io?"
Pausa
pregna.
Bang.
Thump.
La
registrazione continua---finchè il nastro finisce---tutto ronzii e
ondate di scricchiolii e distorsioni sussurranti.
Simon
si lecca le labbra. Lo vuole davvero tanto. Il bisturi è nella sua
mano. Sentire l'Acqua Morta, conoscere Jasper, scoprire se una
pistola alla testa è come delle labbra fredde. Le Cornacchie urlano.
"Non
è un buon momento," dice allo stormo nella sua testa.
Tremando,
Simon forza le sue mani da drogato di nuovo in tasca e lascia il
corpo di Jasper Eckman. Da una cabina telefonica, fa una chiamata
anonima alla polizia, lamentandosi dell'odore. Le cornacchie cantano
rime a ruota sulla carne in scatola e la morte.
Forse
sarei dovuto andare all'Acqua Morta con Jasper. Forse mi avrebbe
potutto avvertire meglio su Mr. Knock. Eh, Jane?
* * * * *
Da
qualche altra parte.
Supponiamo
che ci sia un ragazzo e il suo nome sia Neil.
Neil
recentemente ha iniziato il suo primo anno da matricola al college.
Neil
accende il suo lettore MP3. Neil caccia spettri, ma mai senza il suo
lettore MP3.
Mette
il volume al massimo, la musica che pulsa attraverso le cuffiette,
mentre striscia lungo le assi che, fino a questo istante,
scricchiolavano. La musica è rumorosa e detestabile. Neil è
rumoroso e detestabile. La musica però dovrebbe essere irriverente
in una faccenda come questa. A volte, la cruda audacia è l'unico
guanto di sfida che puoi lanciare nel vuoto.
Neil
accende i suoi occhiali protettivi, e le mura tetre scompaiono in
spettri di colori primari. Striscia attraverso la casa cercando cose:
intangibili e malvagie, dei brutti astratti. Schiaccia un pulsante
sul lettore MP3.
Prossima
traccia.
"Come
puoi farlo?" qualcuno del Santuario di Ossidiana gli aveva
chiesto una volta. "Come puoi tagliarti fuori i sensi quando sai
che qualcosa ti sta seguendo?" Più avanti, lo avrebbero
avvertito di stare lontano chilometri da Ichabod Knock.
"Un
cacciatore di apparizioni che si affida ai propri sensi è fottuto,"
aveva risposto al primo. (Avrebbe ignorato il secondo.) Le cose che
si nascondono nell'ombra tra le molecole usano i tuoi sensi contro di
te. Non è così
che le puoi trovare.
La
musica e lo spettro dei colori offuscano l'orrore.
In
qualche modo, il suono delle
urla di bambini soffocati in viscere raggrumate sembra meno orribile
quando affogato dall'inesorabile incitazione dei Led Zeppelin e
"Kashmir." Sa che gli spettri stanno facendo quei suoni
adesso, orribili strilla e fragori che fermentano follia---tutto
appena oltre il raggio delle sue cuffiette.
In
qualche modo, la vista di una vecchia donna pendente da un cappio di
filo spinato, che inghiotte le sue stesse interiora, fallisce nello
strappare via la sanità mentale di una persona quando è tutta
spezzata in indecifrabili sgorbi di colore, resi in blocchi di rosso
e verde, come un antico videogioco. Neil sa che stanno facendo quelle
grottesche manifestazioni adesso, in quanto diverse forme e sgorbi
indefiniti e colorati danzano attorno a lui, dall'altra parte dei
suoi occhialoni.
Queste
cose furiose, farfuglianti, queste frequenze primordiali, bramano
delle sensazioni. Vogliono assaggiare il sangue, bagnarsi in fluidi
vitali, sentire organi nudi tra le loro dita dei piedi. Vogliono bere
paura.
Neil
si assorda e acceca a tutti i loro strumenti ctonici.
Gli
piace immaginare quanto questo renda frustrati gli spiriti del
peccato e dell'odio.
Neil
deve aspettare, facendo da esca lui stesso per la trappola. Deve
aspettare finchè la loro frustrazione non li porti ad agire,
rendendoli abbastanza infuriati da uscire fuori dai muri e prendere
quelle sensazioni direttamente dalla sua carne. Tanto impazziti da
arrivare giusto un poco più vicini---vicini alla realtà. A quel
punto il resto degli strumenti nella sua borsa entrerebbe in gioco.
Neil
è un esorcista e stanotte è una notte come tutte le altre.
Prossima
traccia.
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