mercoledì 23 luglio 2014

Stranezza di proporzioni: Capitolo 12




Salve cari lettori! Come procede questa strana estate? Noi del NoPipe Blog cerchiamo ancora di mandare avanti la baracca ed eccoci quindi con un nuovo capitolo della traduzione di questo romanzo! Come sempre ringrazio l'editor Sara che si continua a prodigare nell'editing con assoluta costanza.

Come sempre vi lascio il link a tutti i capitoli usciti sin'ora:

http://nopipeblog.blogspot.it/search/label/Stranezza%20di%20proporzioni
 
In più per chi fosse interessato all'acquisto del libro in lingua originale, ecco il link:



http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
 
Non mi resta che lasciarvi al capitolo, buona lettura!





Capitolo 12

Sei una santa spettrale, Jane. La regina di cuori. Il santo di ombre. Il cadavere dagli occhi dorati. Strane carte nella mia partita e tutte sembrano avere dei significati elaborati, le proprie reali mitologie...
Come era venuto fuori, i membri del Santuario di Ossidiana conoscevano Jane Doe. Nessun nome però. Era solo un dolce, pallido sussurro che occasionalmente si intrufolava negli incontri. La strana albina. Il grazioso mistero. Non aveva mai dato testimonianza al gruppo, gironzolava intorno e basta, apparendo e scomparendo. Nessuno riusciva nemmeno a ricordarsi esattamente quando aveva cominciato ad apparire agli incontri.
Era considerata universalmente un mistero buono, una presenza risanante in una stanza piena di paranoici eccentrici.
Robin, la piccola ragazzina con le strisce bianche nei capelli, era stata vittima di un evento innaturale. La piccola Robin era spezzata, quasi comatosa. Jane aveva speso del tempo con lei, e sebbene le sue ferite non potessero essere cancellate, il dolore era stato lenito e Robin era tornata in sè, riuscendo persino a parlare occasionalmente.
Si è imbattuta in una cosa davvero brutta, Jane, e ora la piccola Robin sa. Il resto di loro sorveglia Robin. Lei è il canarino nel buio.
Jane, il pallido mistero, aveva parlato a dozzine di membri, individualmente, curando qualunque tipo di ferita.
Sapevo che eri tu, Jane, quando hanno menzionato la pace che avevano trovato in quegli occhi dorati.
La notizia della morte della ragazza aveva portato lacrime amare. Il Santuario di Ossidiana era desideroso di aiutare.

* * * * *

"Soggetto: Jasper Eckman."
Simon chiama il suo nome.
E' la prima parte del rituale.
L'abbraccio di latex blu dei guanti è un benvenuto a casa. Schiocco.
Il soggetto---un maschio alto, quasi calvo, di trentatrè anni---sembra essere morto qualche tempo dopo mezzanotte. Simon non ha ancora controllato la temperatura interna del corpo.
Jasper pende all'indietro su una vecchia sedia a dondolo in legno, gli occhi che fissano il soffitto. La ferita di uscita, dietro il suo capo, guarda giù, ciclopica, il pavimento. Uno scintillante revolver cromato riposa nella sua mano destra. Sotto la sua mano sinistra vuota c'è un registratore audio con una mini-cassetta all'interno.
Simon di riflesso guarda il suo registratore digitale.
Circondando Jasper e la sua sedia, in un cerchio esatto, restano tredici cubi di carne in scatola gelatinosa e marcescente. E' un esatto circolo di cubi incrostati. Una Stonehenge di falsa carne. Un circolo putrescente disposto con la precisione di un calendario Maya.
Attraverso la foschia verde dell'assenzio, Simon legge i significati apocalittici nel circolo rituale di marciume.
"Sembrerebbe," dice Simon al suo registratore, "che la carne in scatola sia rimasta morta molto più a lungo di Jasper."

* * * * *

"Lei usciva col gruppo di Icky Knock," aveva detto un membro del Santuario.
"Stavano curiosando in mezzo a qualche roba folle," aveva detto un altro.
Ichabod Knock.
La peculiarità di Mr. Knock, Jane, è che parlava con la bocca piena.
Simon aveva sentito di lui. Difatti, uno dei libri di Knock, Stranezze dell'Illinois, infestava la libreria di Simon a casa. Ichabod Knock, a volte chiamato Icky. Collezionista di strane storie. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, però, lui si era reso parte di quelle storie, più grande di quelle storie---il Gonzo occultista.
Libri di leggende urbane, e gli autori possono diventare loro stessi leggende urbane. Eh, Jane?
Un racconto apocrifo circola per Chicago, come la El, dove un gruppo di adolescenti, desiderosi di un brivido o dell'ombra di quel brivido di giovinezza e di orrori sotto-il-letto, esce per testare una storia del libro di Icky Knock. E' una leggenda locale riguardo un susseguirsi di sette ponti che si allungano oltre le colline e le gole tra Collinsvile e O'Fallon, ponti conosciuti come i Sette Portali dell'Inferno.
Non sono facili da trovare.
Consideratela una sfida.
La leggenda urbana sussurra che guidando sopra tutti i ponti, nell'ordine corretto, si apra una porta per l'ade. Una variazione del racconto dice che uno deve parcheggiare sotto il settimo ponte di notte, spegnere le luci, e aspettare di essere trascinato dentro le dimensioni infernali da segugi demoniaci. Ci sono altre versioni. Le leggende urbane si dividono e ramificano come teste mozzate e dibattenti di vermi piatti.
Perchè qualcuno vorrebbe volontariamente cercare le porte dell'Inferno?
Impossibile dirlo con certezza, ma occasionalmente non facciamo una cosa semplicemente perchè sappiamo che non dovremmo? Non avete voi, cari tesori, mai cercato la cosa che non potete, non dovete, avere? L'anima cerca l'oblio.
I diavoletti del perverso danzano e sussurrano nel tempo che ci vuole ad aprire una porta.
Acid Bridge è il nome del più famoso dei sette. Si presume che un gruppo di ragazzi, fatti di acidi, sia uscito guidando fuori strada dal ponte, schiantandosi mentre cercavano i sette portali. Sono morti bruciati.
Questa storia non era nuova quando Ichabod la mise su carta in Stranezze dell'Illinois. Eppure i suoi libri sono sempre più dettagliati di quelli dei suoi colleghi---offrendo non solo teorie, ma guide pratiche nel bizzarro e grottesco. Il libro di Ichabod Knock è famoso per dare indizi in più su come trovare tutti i sette ponti e sbloccare il loro rituale. Il libro di Ichabod Knock è famigerato per sfidare il lettore a provare questi giochi perversi.
Il libro è ancora più famoso per un gruppo di ragazzini che hanno fatto proprio così.
Come dice la storia, un gruppo di ragazzi, armati di una copia con le orecchiette di Stranezze dell'Illinois, aveva trovato tutti i ponti, persino Acid Bridge, li aveva trovati tutti e sette e conosceva persino il rituale. Aveva trovato i Sette Portali dell'Inferno. La polizia aveva trovato la loro auto il giorno dopo, parcheggiata sotto il settimo ponte. Le portiere erano tutte bloccate, ma la macchina era vuota. I ragazzi non sono mai stati rivisti. Un ufficiale di polizia, dando un'occhiata ravvicinata, aveva appannato uno dei finestrini dei passeggeri con il suo respiro, rivelando una frase scritta sul vetro con un dito unto di sudore oleoso: Aiutateci.
Potreste finire la storia dicendo, "E il contachilometri dell'auto recava 666,666." Quello sarebbe strafare.
L'editore di Knock è solo troppo desideroso di collezionare le vendite extra generate da tali tragedie. Ichabod a volte riceve delle lettere arrabbiate, ma non esiste una cosa come la cattiva pubblicità---certamente non con le storie di Icky.
Ora impratichitevi con la storia davanti a uno specchio nero. Raccontatela a qualcuno al pub. Raccontatela a qualcuno che amate. Raccontatela e raccontatela e poi provate---provate a resistere all'urgenza di scoprirli da voi, i Sette Portali dell'Inferno. Perchè le storie, specialmente il folklore e le leggende urbane, sono pericolose. Si diffondono, muovono ed evolvono. Sono meme viventi che svolazzano su ali morte di falena. L'anima gravita verso l'oblio, si consuma per le labbra gelate dell'inottenibile. C'è un pulsante di auto-distruzione costruito nei vostri circuiti.
Le ossessioni nascono nel tempo che ci vuole ad aprire una porta, il tempo che ci vuole a raccontare una storia.
Eccetera---eccetera, e i diavoletti del perverso sussurrano per tutto il tempo.

* * * * *
L'appartamento ronza sotto il dominio delle mosche.
Piatti sporchi, carta, cibo non finito, scompiglio.
Targhette con il nome da ogni forma di lavoro a retribuzione minima pendono crocefisse su una bacheca. Un piccolo cimitero di lavori passati e ogni lapide reca Jasper Eckman.
C'è qualcun altro però nel cimitero.
"Jane?"
Appuntata nel sughero c'è una fotografia. Di scarsa luminosità, non è un'ottima immagine, ma è una foto di Jane Doe in vita. Simon tocca la foto. La rimuove con cura, la mette in una tasca. Le sue mani tremano. L'Acqua Morta trema. Astinenza da Jane. Simon fissa il punto nel petto di Jasper dove vorrebbe stare un'incisione a Y---e si riscuote.
Una mano guantata di blu raccoglie con attenzione il registratore audio di Jasper. Un dito blu preme il tasto di riavvolgimento.
Click.
Play.
Forse la voce dell'uomo morto annegherà la malevolenza delle mosche.
"Pronto?" dice una voce.

* * * * *

Ichabod Knock girava con un piccolo gruppo libero di investigatori del paranormale. E' quello che aveva detto Nyx. Lei sapeva di due che occasionalmente venivano al Santuario: Jasper Eckman e Neil Barnes.
"La ragazza dagli occhi dorati, la tua... Jane Doe, stava lavorando con loro a qualcosa di importante per Ichabod," aveva detto Nyx.
"Non vediamo nessuno di loro da un pezzo."
"Stavano curiosando in mezzo a della roba folle," aveva reiterato un membro del Santuario.
Erano preoccupati, specialmente dopo aver sentito di Jane.
Nyx aveva dato a Simon un indirizzo per Jasper. Nessuno sapeva come trovare Ichabod.
"Il suo agente letterario è venuto a cercarlo pochi giorni fa," aveva detto Nyx.
"Quindi, Simon. Capisco che vuoi scoprire cos'è successo, aggiustare i torti, eccetera. Ma perchè vuoi riprendere il suo corpo?" Nyx aveva chiesto questo.
In verità, Simon non gli aveva raccontato tutto.
Simon aveva raccontato a Nyx che voleva sapere quali fatti misteriosi stavano succedendo all'obitorio, che non poteva sopportare di avere altri pazienti abbandonati nell'Acqua Morta, che aveva trovato Jane Doe una persona troppo speciale per lasciare il suo corpo inquinato o profanato o lasciato alla mercè di qualunque cosa ci fosse là fuori. Questo era tutto vero. Simon non aveva menzionato di essersi innamorato di Jane. Non aveva menzionato il bacio che aveva condiviso con Jane. Non aveva menzionato di voler tenere il corpo di Jane dopo averlo trovato.
Alcune cose sono private. Eh, Jane?

* * * * *

"Pronto?" dice la voce nel registratore.
Poi arriva lo scricchiolio digitale di una sedia a dondolo in movimento.
La sedia su cui è ancora seduto Jasper morto. Simon guarda la sedia, la sedia ferma, ma sente quella in movimento sul registratore.
Dondolio.
"Io---" farfuglia la voce. "Io... uh.... Non so come cominciare. Non so nemmeno a chi arriverà questo."
Dondolio.
"Gli altri---noi, uh, ci siamo tipo sgretolati. Voglio dire, non gli sono mai piaciuto davvero---Non credo. Sapete? Le cose si sono inacidite dopo che lei se n'è andata. Lei era una specie di fulcro. Voglio dire, quando guardavamo in quei... huh. Era così..."
Dondolio.
"Cazzo! Credete che se una ragazza fosse così importante per voi, sapreste il suo nome. Niente nomi. Ce lo ha fatto promettere. Non le abbiamo nemmeno dato un soprannome. Era semplicemente lì. Penso---"
Rumori indistinti.
"Cos'era quello?"
Suoni di passi.
Dondolio.
"Comunque. Siamo dispersi. Alcuni di loro potrebbero essere morti. Stronzi comunque. Neil---probabilmente sta facendo quella sua cosa. Credo che sia il meno fottuto. Credo... Credo che abbia una possibilità. E Ichabod---è impazzito. Voglio dire, l'ultima volta che l'ho visto---cazzo. Lui, lui, lui ci ha piantati in asso. Io? Io sono come ero prima del gruppo."
Dondolio.
"Lei. I suoi occhi. Voglio dire, Cristo. Ci manteneva sani. Aveva quel modo di fare. Persino quando vedevamo cose che, uh---"
Suoni di inspirazione.
"Lei era un miracolo."
Dondolio.
"Occhi dorati..."
Simon stringe il registratore, cerca di spremerne fuori altre informazioni.
"Non so perchè sto facendo questo. Non ho una storia. Non una bella. Knock aveva storie, Neil ha delle storie. Io sono solo deprimente. Inutile. Io... uh... quel film. Conoscete quel film? Quello con Bruce Willis? 'Vedo la gente morta.' Odio quel cazzo di film! Mi ricorda della mia condizione.
Mi ricorda che Bruce Willis sta perdendo più capelli. Tutte e due le cose mi deprimono."
Simon sente le mosche del presente, mentre gli ronzano attorno alla testa e le mosche del passato, che ronzano nel registratore.
"Il posto è un casino. Un sacco di mosche. In un certo senso le invidio."
Gli occhi di Simon si bloccano su un cubo marcescente di carne ammuffita e cade in una landa dal putrido microcosmo, un universo sciupato, un cerchio perduto dell'Inferno di Dante.
"Hey, Simon!" chiocciano le Cornacchie.
Simon scuote la testa, fuggendo da un episodio di monomania.
Sul registratore, sente annusare, non aspirare, come se Jasper continuasse ad esaminare l'aria.
"Un casino, un casino questo posto. I miei piccoli amici dapertutto, quelli che non potevano aiutarmi... immondizia."
Simon nota che, sui relitti di cartoni per pizza, sorge un ammonto copioso di prodotti per rinfrescare l'aria, bombolette spray, candele, deodoranti a spina, e ogni sfumatura di incenso nell'arcobaleno.
Altro annusare.
"Vendono dell'incenso al profumo di oppio. E' vero. Li ho provati tutti. Niente. Ho acceso, spruzzato, bruciato, persino starnutito ognuno di essi. Puoi svenire se ti arriva una botta abbastanza grande di potpourri. Niente."
"La carne, la carne," dicono le Cornacchie.
Simon annuisce.
La carne in scatola era stata disposta troppo specificatamente, in maniera troppo esatta. La carne marcia non era la malattia, solo un'altra cura fallita. Ma per cosa?
Suoni di botte.
"Dannazione! Tredici! Tredici scatolette. Rigonfie. Marce. E non riesco a sentire la puzza. Cosa cazzo devo fare?
Sono... sono tutti intorno a me anche adesso. Proprio---"
Sniff.
"---proprio appesi nell'aria. Che aspettano. Che cosa stanno pensando? Non lo so proprio, cazzo. Nessuna comprensione. Cosa diavolo volete da me? Cosa?! State fluttuando attorno solo per mostrarmi come sia tutto inutile, vero? Nessuna comprensione. Nessun significato in nulla.
Niente. Non se---"
Distorsioni agitate nell'audio, sussurri nel segnale.
"Okay---il punto. Il mio segreto. Cosa farebbe sedere un uomo adulto nel centro di un anello marcio di carne in scatola? Io annuso la gente morta."
Risa. Risa malate. Come qualcosa che tossisce fuori ami per pesci.
"Già, io non vedo, percepisco o converso coi morti. Non ho contatti psichici con gli spiriti. Io li annuso. Ha! Divertente quando lo dici a voce alta, come una piccola e macabra striscia a fumetti."
Risa. Qualcosa si frantuma.
"E' il mio... hehehe... è il mio potere. Com'è? E' oppressivo---una pellicola appiccicosa sopra la mia vita. E' difficile da descrivere. E' sempre stato lì. Non ho mai annusato altro. Nulla. Ma loro, uh, lasciano, tipo, delle scie di vapore. Li sento così forti che è quasi come vederli. Posso dire le loro taglie e dimensioni. Dolce marcio. Odorano come... Non saprei, come di suolo bagnato. Forse spazzatura umana. Come---già, come una caduta che dà le vertigini. Odorano un po' come guardare nello specchio la notte del ballo scolastico e sapere che non hai una compagna. Bouquet de l'entropie.
Polvere alla polvere nelle narici. Cenere alla cenere dietro la gola."
Le Cornacchie gracchiano nell'albero di assenzio. Vogliono l'Acqua Morta. Simon sente il bisturi nella sua tasca.
"E' sempre lì. Sempre. Come un'aura schifosa. Filtra il resto del mondo. E' tutto marcio! E---no, no, no! Non riesco nemmeno a dirlo giusto. Non sono bravo in queste cose. Non sono bravo in niente. Spazzatura. Heh. Forse. Forse odora come carne in scatola marcia."
Sniff.
"Non saprei. Spiriti diversi portano variazioni sul profumo. Lo sapevate? Posso dirlo. Posso annusarli nei cimiteri---un rimpianto agrodolce. Posso annusarli alla vista di omicidi---la puzza di capelli bruciati. Arrabbiati. Posso annusarli anche adesso. Vicini. Odorano di curiosità. Si stanno chiedendo cosa sto facendo. Puzzano anche di attesa, come un demone che cerca di trattenere una scorreggia. Così fottutamente claustrofobico. Sono tutti intorno---nei miei vestiti, nei miei fottuti pori."
Simon nota le mani sul cadavere di Jasper, rotte da lavaggi compulsivi. La faccia, secca da troppi detergenti aggressivi.
Un piagnucolio ora sul registratore. Un sussurro acre troppo vicino al microfono.
"La morte potenziale. Ha, uh, anch'essa ha un'odore. Più debole di quella vera, ma è lì. Posso annusare l'incidente che sta aspettando di succedere a qualche povero idiota. Gli anziani---Cristo, gli anziani ne trasudano proprio. E mi costa tutto. Non riesco nemmeno a mantenere dei lavori di merda. Prova a vendere un ordine di patatine extra-large a un vecchio grassone quando puoi sentire l'aria viziata di morte che cola fuori dalle sue arterie."
L'annusare diventa inspirare.
"Oh, lei rendeva tutto un po' migliore. Per tutti noi. La sgradevolezza---era tutta più lontana. Lei aveva semplicemente questo dono per---Cristo! E io... e io credo che non possa essere così, giusto? Ci deve essere altro. Qualcosa! Non può essere tutto marcio. No. Ed è la parte peggiore. Consapevolezza del sovrannaturale senza comprensione. Io so che c'è un aldilà. Sono attorno a me anche adesso..."
Altre interferenze e crepitii.
"C'è un aldilà ed è tutto solamente un gran puzzo! Un miracolo senza senso. Immondizia. L'anima è solo l'immondizia che i vivi evacuano dalle loro budella quando muoiono."
Pausa.
Altre interferenze.
Risata amara.
"Ora tutto quello che mi chiedo è: come odorerò io?"
Pausa pregna.
Bang.
Thump.
La registrazione continua---finchè il nastro finisce---tutto ronzii e ondate di scricchiolii e distorsioni sussurranti.
Simon si lecca le labbra. Lo vuole davvero tanto. Il bisturi è nella sua mano. Sentire l'Acqua Morta, conoscere Jasper, scoprire se una pistola alla testa è come delle labbra fredde. Le Cornacchie urlano.
"Non è un buon momento," dice allo stormo nella sua testa.
Tremando, Simon forza le sue mani da drogato di nuovo in tasca e lascia il corpo di Jasper Eckman. Da una cabina telefonica, fa una chiamata anonima alla polizia, lamentandosi dell'odore. Le cornacchie cantano rime a ruota sulla carne in scatola e la morte.
Forse sarei dovuto andare all'Acqua Morta con Jasper. Forse mi avrebbe potutto avvertire meglio su Mr. Knock. Eh, Jane?

* * * * *

Da qualche altra parte.
Supponiamo che ci sia un ragazzo e il suo nome sia Neil.
Neil recentemente ha iniziato il suo primo anno da matricola al college.
Neil accende il suo lettore MP3. Neil caccia spettri, ma mai senza il suo lettore MP3.
Mette il volume al massimo, la musica che pulsa attraverso le cuffiette, mentre striscia lungo le assi che, fino a questo istante, scricchiolavano. La musica è rumorosa e detestabile. Neil è rumoroso e detestabile. La musica però dovrebbe essere irriverente in una faccenda come questa. A volte, la cruda audacia è l'unico guanto di sfida che puoi lanciare nel vuoto.
Neil accende i suoi occhiali protettivi, e le mura tetre scompaiono in spettri di colori primari. Striscia attraverso la casa cercando cose: intangibili e malvagie, dei brutti astratti. Schiaccia un pulsante sul lettore MP3.
Prossima traccia.
"Come puoi farlo?" qualcuno del Santuario di Ossidiana gli aveva chiesto una volta. "Come puoi tagliarti fuori i sensi quando sai che qualcosa ti sta seguendo?" Più avanti, lo avrebbero avvertito di stare lontano chilometri da Ichabod Knock.
"Un cacciatore di apparizioni che si affida ai propri sensi è fottuto," aveva risposto al primo. (Avrebbe ignorato il secondo.) Le cose che si nascondono nell'ombra tra le molecole usano i tuoi sensi contro di te. Non è così che le puoi trovare.
La musica e lo spettro dei colori offuscano l'orrore.
In qualche modo, il suono delle urla di bambini soffocati in viscere raggrumate sembra meno orribile quando affogato dall'inesorabile incitazione dei Led Zeppelin e "Kashmir." Sa che gli spettri stanno facendo quei suoni adesso, orribili strilla e fragori che fermentano follia---tutto appena oltre il raggio delle sue cuffiette.
In qualche modo, la vista di una vecchia donna pendente da un cappio di filo spinato, che inghiotte le sue stesse interiora, fallisce nello strappare via la sanità mentale di una persona quando è tutta spezzata in indecifrabili sgorbi di colore, resi in blocchi di rosso e verde, come un antico videogioco. Neil sa che stanno facendo quelle grottesche manifestazioni adesso, in quanto diverse forme e sgorbi indefiniti e colorati danzano attorno a lui, dall'altra parte dei suoi occhialoni.
Queste cose furiose, farfuglianti, queste frequenze primordiali, bramano delle sensazioni. Vogliono assaggiare il sangue, bagnarsi in fluidi vitali, sentire organi nudi tra le loro dita dei piedi. Vogliono bere paura.
Neil si assorda e acceca a tutti i loro strumenti ctonici.
Gli piace immaginare quanto questo renda frustrati gli spiriti del peccato e dell'odio.
Neil deve aspettare, facendo da esca lui stesso per la trappola. Deve aspettare finchè la loro frustrazione non li porti ad agire, rendendoli abbastanza infuriati da uscire fuori dai muri e prendere quelle sensazioni direttamente dalla sua carne. Tanto impazziti da arrivare giusto un poco più vicini---vicini alla realtà. A quel punto il resto degli strumenti nella sua borsa entrerebbe in gioco.
Neil è un esorcista e stanotte è una notte come tutte le altre.
Prossima traccia.

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